
Niente privacy e poco personale al pronto soccorso del San Luca, protestano i meici. A parlare sono le segreterie delle funzioni pubbliche di Cgil, Cisl e Uil: “Nessuna privacy per i pazienti, mancanza di personale che costringe i professionisti a carichi di lavoro eccessivi senza possibilità di recupero psico-fisico, inserimenti in ambulatori senza che ci siano medici disponibili”. E’ solo una lista parziale di tutti i problemi che si trascinano da anni al San Luca e stavolta sono i medici del pronto soccorso a metterli tutti in fila, nero su bianco, in una lettera inviata ai direttori delle risorse umane, di presidio, del dipartimento emergenza-urgenza, delle relazioni sindacali e del presidio ospedaliero lucchese.
“Criticità emerse con forza dopo l’ultima assemblea dei medici del pronto soccorso del San Luca, il 29 aprile – precisano i segretari provinciali di Cgil Fp, Cisl Fpl e Uil Fpl -. I professionisti hanno deciso di sottoporre alla direzione un elenco, non esaustivo certamente, ma che fissa comunque temi e priorità”. Si parte dall’organizzazione del pronto soccorso che “crea grande preoccupazione tra i professionisti, che non riescono in tempo reale a ‘valutare’ i pazienti. Questi vengono inseriti negli ambulatori senza che ci sia la sicurezza della disponibilità dei medici ad assisterli, perché impegnati con altri ammalati – prosegue la nota delle funzioni pubbliche dei tre sindacati, entrando nel dettaglio della lettera dei medici – La riorganizzazione del lavoro attuata a partire dal marzo 2018 crea ulteriori rischi lavorativi per personale e pazienti, con ricoveri impropri in degenza breve (Obi); assistenza e degenza non degne di nessun paziente che aumentano in modo esponenziale il numero dei malati da trattare. I medici vengono a conoscenza del proprio turno di lavoro sempre molto tardi (tant’è vero che al 29 aprile, giorno dell’assemblea, ancora non ne erano stati messi al corrente). Manca completamente il rispetto della privacy, per pazienti e dipendenti: le aree di visita sono divenute luogo aperto al colloquio di tutti, sanitari, pazienti e accompagnatori. Inoltre c’è un’area, dove stazionano fino a 5 barelle, che è priva completamente di finestre”.
Ma la lista dei problemi si allunga poi anche alla gestione del personale medico in senso stretto. “La grave carenza di personale costringe i professionisti a fare turni massacranti, superlavoro che non consente il recupero – sottolineano ancora – con le note conseguenze che possono verificarsi sia in termini di sicurezza delle cure prestate, sia di tutela di salute del prestatore di lavoro. Fino a oggi è stato fatto molto poco per superare questa criticità, nonostante l’accordo del 4 agosto 2016 e l’impegno dell’azienda. Nessuna stabilizzazione di personale: i dirigenti sono passati dai 17 del luglio 2016 ai 13 di oggi; a fronte di 3 medici convenzionati h24 in Pronto soccorso oggi ce ne sono quattro ma dal prossimo mese si ritorna a tre; tre medici del 118 a rotazione nel 2016, oggi sono 4”.
La Cisl Fp resta comunque “assolutamente contraria al ricorso dei medici del pronto soccorso della Valle del Serchio che vengono obbligati a scendere a Lucca per far fronte alle varie carenze. No alla politica della coperta corta che per coprire da una parte scopri dall’altra”. “La soluzione non può che essere una: assunzioni e ancora assunzioni. Infine – concludono le funzioni pubbliche di Cgil, Cisl e Uil – non si è ancora arrivati a una stabilizzazione di chi da anni lavora al pronto soccorso come convenzionato a tempo indeterminato e ha una disuguaglianza di trattamento economico e di orario di lavoro rispetto a quello del dirigente medico. Per questo chiediamo all’azienda di attivarsi e organizzare un tavolo di incontro con le organizzazioni sindacali al più presto per mettere mano alle tante criticità che riguardano il Pronto soccorso del San Luca”.