Seconda prova, Tacito e Plutarco spiazzano al classico

Altra nottata insonne, altra corsa. Con oggi (20 giugno) se ne va anche la seconda prova di maturità per centinaia di studenti lucchesi che quest’anno, come se non bastasse lo stress per uno degli esami più importanti della vita, hanno dovuto anche fare da ‘cavie’. E’ il primo anno infatti che la temutissima seconda prova, da sempre contenente test sulla disciplina di indirizzo, da alcuni amata mentre da altri un po’ meno, stavolta di materie ne aveva addirittura due. Novità che al liceo classico in via degli Asili, non ha suscitato molto entusiasmo: “Per noi è stata una grande sorpresa perché c’erano Tacito e Plutarco proprio come nella simulazione – hanno detto ancora un po’ agitate Benedetta e Lavinia –. Sembrerebbe una cosa positiva, ma invece no: ci siamo preparati su tutto tranne che su loro, convinti di non rivederli mai più. Una prova non banale, anzi parecchio difficile, con domande davvero cattive”.
Un po’ più positivi invece all’istituto tecnico e professionale Pertini che stamattina sul foglio del ministero si sono ritrovati economia e inglese: “Sicuramente meglio di ieri – ha detto Rachele dell’indirizzo turistico – ieri le tracce erano veramente orribili. Stamattina invece oltre ad essere un compito abbastanza semplice mi è anche piaciuto svolgerlo”.
Traccia apprezzatissima anche al liceo delle scienze umane con Lettere a una professoressa di Don Milani, un po’ meno felici invece i ragazzi del liceo scientifico che oltre a matematica hanno dovuto svolgere anche esercizi di fisica. Ma se tra altri e bassi queste prime due prove sono ormai alle spalle, ciò che adesso fa più paura è l’orale: da generazioni è la prova che più di tutte provoca angoscia e sgomento, ma quest’anno i ragazzi si devono lasciare alla sorte della “busta chiusa”.
“Spero che, essendo il primo anno che provano un esame simile, siano più buoni – aggiunge Rachele – ci hanno già messo in difficoltà con l’eliminazione della tesina”.
Della stessa opinione anche le ragazze del classico: “Da quest’anno al posto della tesina dobbiamo portare una semplice relazione sul progetto di alternanza scuola lavoro che abbiamo svolto durante gli anni. Preferivamo la tesina, e magari anche che tutto fosse rimasto come prima”.
Paura e demoralizzazione anche per il futuro: “Università? Per ora non se parla – dicono le ragazze del classico – se pensiamo a doverci rimettere a studiare ci viene la nausea”. Anche al Pertini sembrano essere d’accordo: “Lavorare, lavorare e solo lavorare, al massimo faremo corsi di lingua o professionali che ci permettono di imparare un mestiere”. Adesso quindi non resta che aspettare il 26 giugno ed aprire finalmente quelle buste che fanno tanta paura. Tanto si sa: tra qualche anno tutto questo sarà ricordato solo con un sorriso e tanta malinconia.
Giulia Prete