Lucca Comics su Amazon, Truglio: “Un’operazione commerciale, non culturale”

L'imprenditrice lucchese: "Una iniziativa che non è nella nostra tradizione"

La titolare della Libreria Ubik, Gina Truglio, si dice amareggiata dalla scelta di Amazon come vetrina di Lucca Comics and Games 2020: “Niente che mi possa trovare più d’accordo e che non mi spinga a dire la mia, dato che la cultura è il mio bene principale. Ovviamente sono un’imprenditrice, mentre il direttore di Lucca Crea è un manager di una società che fa capo al 100 per cento al Comune di Lucca. Possiamo quindi dire che è un dipendente pubblico. Lo sottolineo ad onore di chiarezza perchè credo che sia importante la differenza tra noi, sia in termini d’innovazione sia anche ahimè, in termini economici”.

“Il mio fare cultura si scontra con dei costi faticosissimi ed impegnativi a livello personale, che un manager pubblico non ha, pur dovendo amministrare in maniera attenta ed oculata, non solo da un punto di vista economico ma anche sociale. E’ di queste ore la presentazione di una vetrina virtuale di Lucca Comics su Amazon, notizia che mi ha lasciato un pò interdetta – dice Truglio – e non perchè sia sbagliata o altro, ma perché mi chiedo dove sia la citata tradizione. Questa è una vetrina, si, ma solo commerciale, me lo lasci dire – afferma rivolta al direttore di Lucca Crea – perchè il marchio Lucca Comics su Amazon vende dei prodotti, punto“.

“La tradizione in questo caso non c’è, non esiste, qui abbiamo l’innovazione pura. Allora riformulo la domanda: Dov’è la tradizione in questo importante progetto? La città badi bene intesa non come brand, ma come gente, come cuori pulsanti, persone che vivono. Se vuole, se ne ha voglia, possiamo metterci intorno ad un tavolo e parlarne”.

“Adesso il centro di Lucca si è spostato e si chiama ex-Manifattura, ma tutto il resto della città dov’è? Sparisce per effetto di un incantesimo, malefico o benefico, di chi vuole creare un altro centro commerciale? Cosa si pensa di fare del resto del mondo commerciale che già esiste? Lo buttiamo via? La legge del mercato m’insegna che a domanda corrisponde offerta, ma le do una notizia, la domanda non c’è, o per lo meno non è adeguata ai costi che si vogliono mantenere in questo vecchio e ammuffito centro esistente – aggiunge Gina Truglio -. Qualunque  cosa sarà realizzata all’ex- Manifattura non credo che sarà gratis, ci saranno affitti da pagare e rimango ancora perplessa quando vedo le zone morte della città, zone che erano vive solo 10 anni fa”.

“Mi sarebbe piaciuto, quindi, che Lucca Crea proponesse anche a noi bottegai, non solo librai, una vetrina vera e non virtuale come quella di Amazon. Forse quest’anno, forse dico, potevamo dare modo agli editori e agli standisti tutti di avere vetrine vere sulla città e nella città, che non arrivassero in Congo o in Uganda così come a Roma e a Milano ma che fossero tradizionalmente lucchesi, in nome di una tradizione di una città che li ospita da anni. Troppo complicato?“, chiede.

“Forse c’è una cultura di serie A e una di serie B e io non lo sapevo?  Mi scusi l’ironia ma mi piacerebbe sapere perchè poi c’è bisogno di un nuovo futuro centro commerciale, o meglio come lo definisce lei ‘un luogo dove possa germogliare una novella impresa culturale’ per iniziare con Lucca Crea una collaborazione con le persone che vivono di Lucca. Non va bene quello che già c’è? Guardatevi intorno e attingete dalla tradizione che è sotto i vostri occhi, aiutatela a mantenerla in piedi aiutatela a mantenerla via“, conclude Truglio.

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