Ex Manifattura, Vivere il centro storico: “Comune non ignori la voglia di partecipazione dei cittadini”

Il comitato scrive una lettera al primo cittadino: “Necessario organizzare dei tavoli di discussione tra cittadinanza e politica”
“Erano molti anni che non si vedeva un impegno così evidente da parte dei cittadini e così tanta voglia di partecipare alla vita politica locale”. Parte da qui la lettera che il comitato Vivere il centro storico ha indirizzato al primo cittadino Alessandro Tambellini per affrontare il tema dell’ex Manifattura a partire dalla partecipazione dei cittadini.
“L’ex Manifattura è un argomento che di recente ha provocato la costituzione di gruppi spontanei di cittadini che intendono dire la loro in merito agli argomenti che riguardano il bene comunale e quindi la ‘loro proprietà’ – si legge nella lettera -. Stiamo assistendo a una partecipazione spontanea di centinaia e centinaia di cittadini che hanno espresso critiche costruttive ed evidenziato situazioni che avrebbero potuto presentare dubbiosi profili di legittimità erariale. Una discussione portata avanti, in molti casi, con l’impegno di tecnici di altissimo profilo professionale che hanno operato per il bene della città offrendo gratuitamente la loro qualificata esperienza”.
“Non si tratta di una situazione riconducibile a un inquadramento politico specifico perché vi si individuano persone con simpatie che vanno dalla destra alla sinistra – va avanti il comitato -.Una discussione di questo tipo, anni fa, avrebbe avuto luogo nella circoscrizione. Purtroppo adesso non esistono più, il cordone ombelicale che collegava la classe politica alla gente comune è stato reciso e questo flusso di bisogni e di pensieri dei cittadini verso l’amministrazione è venuto a cessare. In questo contesto l’assessore non è più l’imparziale ricettore di tutte le esigenze sociali e si trova a dover operare sulla base degli input che gli vengono forniti soltanto da quella rappresentazione molto parziale della società che riesce ad approcciarlo. In questo contesto, dove si denota una poco adeguata maturazione politica della classe dirigente e la assoluta mancanza di rapporti istituzionalizzati fra politica e cittadinanza , si è venuta a creare una frattura insanabile fra democrazia rappresentativa e democrazia partecipativa“.
“Questa mancanza di collegamento fra cittadini e politici era già stato avvertito in passato da tutto il mondo politico e anche da lei, quando, durante il suo primo mandato inserì nella sua squadra l’assessora Katia Tomei affidandole la delega alla partecipazione per attivare quella azione che avrebbe dovuto tradursi in un coinvolgimento attivo della cittadinanza – va avanti la lettera -. Una iniziativa che non è mai decollata. E’ vero che manca poco alla fine del mandato e che sarebbe praticamente impossibile riprendere il filo del discorso allora intrapreso, tuttavia alcuni argomenti di vita politica fra i quali l’ex Manifattura, richiedono un deciso colpo di reni per realizzare quella discussione politica assente, ma che tanto coinvolge la cittadinanza e che non può considerarsi esaurita con la partecipazione a un consiglio comunale in merito al quale non è poi nemmeno seguita la puntuale replica a quel momento promessa”.
“E’ profondamento ingiusto affidare un bene come l’ex Manifattura a un organismo come la Fondazione Crl che opera per il suo interesse privato e che non è stato eletto dai cittadini, il tutto senza nemmeno fornire delle linee guida rispettose degli interessi della popolazione – va avanti ancora il comitato -. In osservanza al diritto di partecipazione della cittadinanza ci auguriamo che voglia organizzare dei tavoli di discussione fra cittadinanza e politica da realizzarsi subito con riguardo alla ex Manifattura. Prendere decisioni irreversibili che riguardano il bene comune, come quella di alienare 18 mila metri quadrati di immobili in centro storico, senza una doverosa consultazione con la cittadinanza sarebbe dannoso e perfino offensivo per i lucchesi di oggi e di domani”.
“Un impegno – conclude Vivere il centro storico – che oltretutto consentirebbe alla macchina comunale di non dispiacere i cittadini con la negazione o il ritardo delle risposte agli accessi agli atti che saranno necessariamente numerosi in mancanza di una effettiva dialettica politica e che tanto disturbo sembrano provocare a qualche dirigente comunale forse vittima di ricordi storici del passato”.