Salviamo la manifattura: “Un ecosistema di aziende? Interessante ma non coincide con il progetto Coima”

31 maggio 2021 | 16:55
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Salviamo la manifattura: “Un ecosistema di aziende? Interessante ma non coincide con il progetto Coima”

Il coordinamento commenta l’intervista al vicepresidente di Wolters Kluwer

“L’idea di creare un ecosistema di aziende all’interno della Manifattura è molto interessante ma non coincide con il progetto definitivo di Coima e Fondazione”.  E’ questo il commento del coordinamento Salviamo la Manifattura dopo l’intervista esclusiva di Lucca in diretta a Ralf Gartner, vicepresidente di Wolters Kluwer, multinazionale che con la Tagetik vuole sbarcare con la sua sede dentro il perimetro di quella che fu la manifattura tabacchi.

“Difficile capire allo stato se sia un modo per nobilitare gli accordi preliminari (che a quanto dichiara Coima sono stati siglati) col fine di costruire un’exit strategy – si legge nella nota – anche in considerazione delle possibili implicazioni di carattere giudiziario più volte evidenziate, che appaiono sempre più evidenti. Ma il fatto sorprendente è che il vicepresidente dichiara che non è stato firmato nessun accordo, contraddicendo gli stessi documenti diffusi dalla Fondazione. Difficile dire se giochi sull’equivoco dell’esistenza del contratto, che naturalmente non poteva essere firmato, se non altro per l’indisponibilità del bene.  Molto vero però è il suo richiamo al rispetto per le persone e per le imprese: ‘non bisogna tenere in bilico a lungo i progetti di una realtà imprenditoriale’. Ma di questo la pubblica amministrazione lucchese in carica è la massima esperta”.

“Di fatto Luca Rossello di Wolters Kluwer|CCH Tagetik ha scritto al sindaco il 26 febbraio scorso una richiesta di conferma della fattibilità urbanistica diretta del progetto, in relazione all’ipotesi di trasferimento nella manifattura sud della loro attività di ideazione e produzione di software, secondo gli accordi intercorsi con Coima e Fondazione – prosegue il coordinamento -. Normalmente una richiesta del genere, stante l’interesse più volte manifestato dal sindaco sull’opportunità per il recupero della manifattura sud, avrebbe dovuto ricevere risposta nel giro di poche ore. Così non è stato. Il 26 aprile scorso il legale rappresentante di Tagetik Sofware Angelo Riva ha sollecitato una risposta scritta, a seguito di colloqui telefonici avvenuti, evidenziando un termine indefettibile entro il quale non ritiene sia più possibile realizzare il progetto. A questo punto il sindaco, con lettera del 26 aprile, ha richiesto al dirigente architetto Luca Nespolo, la risposta alle richieste pervenute, dando disposizione al dirigente dell’avvocatura comunale ‘affinché garantisca le risorse necessarie per acquisire un parere da parte di professionisti di studi legali specializzati ed autorevoli in materie urbanistiche’.  Nespolo ha risposto sollecitamente il 2 maggio scorso, ribadendo quanto già espresso nelle riunioni di aprile: in assenza di un’espressa disciplina urbanistica che ammetta la presenza di attività non artigianali o industriali nell’ambito della destinazione attuale  occorre prendere atto che l’insediamento di attività di produzione di software comporterebbe, ex se, il cambio di destinazione attualmente in essere”.

“Tutta la vicenda appare sempre più intricata per l’opacità delle modalità adottate. Di fatto la procedura rientrerebbe nell’ambito della volontà della pubblica amministrazione se il Comune, o eventualmente il nuovo proprietario, avviasse un piano attuativo. Nel frattempo sarebbe possibile iniziare i lavori di restauro con una straordinaria manutenzione, in attesa di poter realizzare il cambio di destinazione una volta approvato il piano attuativo – conclude Salviamo la manifattura -. Ma la domanda è: se il Comune garantisse la fattibilità urbanistica del progetto, peraltro nell’ambito di un normale processo di compartecipazione pubblico privato, il valore del bene sarebbe quello previsto nel project? Sicuramente no”.