“Noi non paghiamo”, nuovo sit-in di protesta contro il caro bollette davanti alla Gesam
Il movimento lucchese: “Migliaia di persone non riescono più a pagare. Il governo deve intervenire”
“La guerra della Nato si fa già al supermercato”. Continua la protesta contro il carobollette e il carovita lanciata dal movimento nonpaghiamo.it. Dopo il falò in piazza San Michele il movimento lucchese si è dato appuntamento oggi (24 ottobre) alle 15 davanti alla sede Gesam in viale Europa.
“La situazione che avevamo denunciato in piazza San Michele bruciando le bollette non è stata minimamente presa in considerazione dal governo – dicono dal movimento -. Qui occorrono immediati provvedimenti: ci sono famiglie e piccole imprese che non possono pagare le bollette. Il governo deve tassare al 90 per cento gli extra-profitti che hanno preso le aziende come Eni e rimetterli sulle bollette delle persone che sono in difficoltà e non possono pagare. Ci sarà una manifestazione a Firenze dei panificatori: solo in Toscana 130 di loro rischiano di chiudere. Tutto questo è inaccettabile: il governo deve intervenire subito. È un problema sociale enorme, migliaia di famiglie stanno cadendo sotto la soglia della povertà, c’è bisogno di ripristinare la scala mobile in base a inflazione, salari e pensioni”.


“Nel 2022, per effetto dei rincari delle tariffe e nonostante le misure adottate dal Governo, la spesa complessiva media per famiglia per l’energia sale del 92,7% e oltre con situazioni fuori controllo mentre il carovita viaggia oltre il 10% ufficiale e i salari e le pensioni sono scesi ancora più in basso mancando anche uno strumento di difesa automatica rispetto all’inflazione reale – concludono -. Ad ottobre la bolletta della luce aumenterà del 60% mente quella del gas potrà salire anche del 100%. Ad oggi già oltre il 15% delle famiglie non può pagare le bollette. È il momento di dire basta e di mettere in pratica forme democratiche di disobbedienza civile contro gravi scelte e pesanti speculazioni. Non ce la facciamo più a pagare, non vogliamo più pagare. Non paghiamo la vostra speculazione, non finanziamo la vostra guerra, non subiamo più il vostro inquinamento”.