“No alla guerra e al caro bollette”, la protesta sfila in corteo a Lucca

26 novembre 2022 | 18:42
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La manifestazione organizzata dai collettivi studenti con un presidio sotto Palazzo Santini e davanti alla sede di Confindustria

“Basta guerra e carovita”. E’ questo uno degli slogan apparsi sugli striscioni portati oggi pomeriggio (26 novembre) in corteo dai rappresentanti dei tre collettivi lucchesi (Machiavelli, Vallisneri e Passaglia), insieme all’assemblea No guerra No Base e al movimento Noi non paghiamo che hanno deciso di far convergere le proprie battaglie in un’unica manifestazione.

Diverse decine di persone si sono date appuntamento alle 16 in piazza Napoleone, per manifestare il proprio malcontento verso la guerra in Ucraina ma anche le sue conseguenze sulla vita di tutti i giorni. Da qui si è mosso il corteo che ha raggiunto via Santa Giustina per manifestare sotto Palazzo Santini, sede del consiglio comunale.

“Al freddo d’inverno non ci vogliamo stare: la guerra mondiale del padrone non la paghiamo”, è uno dei cori intonati dai partecipanti.

Tra i temi lanciati durante l’iniziativa le ragioni di chi si oppone all’invio di armi all’Ucraina e alla guerra. Da qui anche la protesta contro i rincari e il caro bollette. Al riguardo sono state denunciate anche le difficoltà all’interno delle scuole, fino al problema dell’alternanza scuola lavoro.

Arrivati a Palazzo Santini i manifestanti hanno letto un intervento in risposta alle parole del ministro dell’istruzione sulle punizioni per i bulli: “La scuola – hanno detto – non deve umiliare ma insegnare”.

Dopo la sosta sotto Palazzo Santini, il corteo si è diretto di fronte alla sede di Confindustria in piazza Bernardini dove ci sono stati gli interventi conclusivi.

“Abbiamo mandato – hanno detto i promotori del corteo una volta sotto la sede di Confindustria  – un messaggio chiaro alla sede di Confindustria. Questa recessione e questa guerra noi non la possiamo e vogliamo pagare. Paghino i padroni. Aumentano la benzina. Aumentano i beni di prima necessità. Aumenta tutto. La speculazione multinazionale prima è la guerra adesso sono le scuse usate da chi sta in questo palazzo per mantenere invariati i nostri salari, che sono i più bassi d’Europa. Mentre carovita e caro energia ogni giorno che passa avvicinano il rischio di chiudere o di essere licenziati per noi lavoratori, famiglie e piccole attività, chi sta in questo palazzo insieme al nuovo governo in continuità con Draghi e Pd soffia sul fuoco della nostra rabbia. Questi signori qua dentro scaricano costi e rischi aziendali della crisi su di noi, minacciano cassintegrazione, blocchi produttivi e licenziamenti sulla pelle di noi lavoratori, come fa Assocarta con le cartiere. Spalleggiano l’abbassamento del sussidio di disoccupazione e l’abolizione del reddito. Piangono miseria con il nostro sudore e ci vogliono togliere anche le briciole. Ci fanno la morale dicendoci che dobbiamo essere resilienti, flessibili, imprenditori di noi stessi, disposti, grati di lavorare per poco o niente. E non appena si mette male si mettono a piangere e vanno a chiedere soldi allo Stato. I nostri, perchè mentre a noi ci chiedono fino a l ultima tassa per loro cè la pace fiscale e le sedi oltralpe”.

“Il nostro è quindi un messaggio chiaro, rifiutiamo il carovita e la guerra – dicono -. Ora basta, paghino gli industriali. Le famiglie, i disoccupati e lavoratori di Lucca rifiutano i sacrifici, ora pagate voi”.

Inoltre è stato lasciato uno striscione con sopra scritto “Nessun sacrificio per la loro guerra”, sotto la prefettura “contro una guerra – è stato spiegato – in nome della vittoria dei valori dell’occidente. Sacrifici, restrizioni e aumento generalizzato del costo della vita sono il prezzo che non vogliamo pagare per questa guerra che tra espansione della Nato verso Est, invasione dell’Ucraina e invio di armi da Usa e Unione Europea, non si intende porvi fine”.