Ex Gesam, Mei e Borella: “Durante i lavori trovati i resti del porto fluviale di Lucca”

20 aprile 2023 | 18:30
Share0
Ex Gesam, Mei e Borella: “Durante i lavori trovati i resti del porto fluviale di Lucca”

Ma gli Amici del porto e Italia nostra denunciano: “Non c’è stata sorveglianza archeologica e tutto ora è coperto da cemento”. Poi l’invito all’amministrazione: “Riorganizzi gli spazi alla luce del ritrovamento”

“Ritrovati nell’area Gesam due dei tre scali del porto fluviale di Lucca, corredati di bitta per l’ormeggio delle barche. La struttura muraria, perfettamente conservata, fatta in mattoni e pietre sagomate, risale all’epoca rinascimentale ed è stata rinvenuta esattamente come rappresentata nella mappa del 1780 conservata all’Archivio Storico Lucchese”.

A darne l’annuncio sono Glauco Borella di Italia Nostra e Clara Mei degli Amici del Porto, fautori del ritrovamento, che oggi denunciano “l’assenza di sorveglianza archeologica”, chiedono all’amministrazione di riorganizzare gli spazi alla luce dei reperti rinvenuti nell’area.

“I fatti risalgono a maggio dello scorso anno e la notizia del rinvenimento di questi importanti reperti non può più essere taciuta, affinché la sistemazione esterna dei progetti del Chiesone e della Piazza coperta, su cui si attende un confronto con la popolazione, ne tenga conto – ricordano -. Per quanto incredibile possa sembrare, parte degli scavi per la bonifica ambientale nell’area del porto sono stati eseguiti in assenza di sorveglianza archeologica“.

A ritrovare la bitta sarebbe stata Clara Mei, che percorrendo la pista ciclabile di via della Formica, si sarebbe affacciata al cancello aperto della Gesam vedendo così un pilastrino in pietra sul bordo della fossa di scavo.

“Nel mentre parecchie decine di metri cubi di terreno scavato, misto a detriti, pietre, sassi e mattoni, stavano per essere caricate su grandi camion per essere smaltite in discarica – riporta -. Ho riconosciuto che quel pilastrino divelto dalla benna era una bitta perché era identico alle bitte ritrovate poche decine di metri più a sud, nell’area di cantiere della Piazza Coperta, durante la campagna di scavi archeologici del 2009″.

reperti porto area gesamreperti porto area gesamreperti porto area gesamreperti porto area gesam

Così il 16 maggio dello scorso anno Clara Mei ha contattato il presidente di Italia Nostra Glauco Borella, per verificare se sulle operazioni in corso nell’area Gesam fosse presente o meno una sorveglianza archeologica.

“Avendo lavorato per molti anni in Soprintendenza ricoprendo anche cariche dirigenziali, ho immediatamente compreso la gravità della cosa e ho informato la procura, mentre la Soprintendenza, sulla base dei dati in suo possesso relativi agli scavi precedenti sui quali la sorveglianza c’era effettivamente stata, escludeva che nell’area vi potessero essere stati dei ritrovamenti – aggiunge Borella -. Il conseguente tempestivo intervento dei carabinieri di San Concordio, la cui caserma si trova fortunatamente in via Formica, a poche decine di metri, ha consentito di mettere in salvo la bitta, che era stata gettata in un angolo del cantiere. La soprintendenza ha così potuto prendere in mano la situazione, mettere sotto tutela la bitta, che oggi si trova, privata della muratura di ancoraggio, nei depositi della Soprintendenza stessa e soprattutto ha disposto un supplemento di indagini, questa volta attentamente seguito dagli archeologi, che ha consentito di trovare, ai piedi di dove si trovava la bitta, due dei tre scali del porto fluviale della città”.

“Tutto è bene, quindi, quel che finisce bene, anche se rimane il rammarico per quello che forse si poteva salvare di più; rimane anche la fondata aspettativa che, al di sotto della quota scavata e indagata, si trovino gli scivoli degli scali e il resto della struttura muraria, che future più approfondite indagini archeologiche potranno riportare alla luce – proseguono Mei e Borella -. Gli scali del porto emersi il 14 giugno purtroppo non sono più visibili, perché il tutto è stato coperto, a partire dal mese di agosto, con tessuto non tessuto ed uno spesso strato di spezzatura di pietra e di marmo. In questa vicenda del ritrovamento degli scali del porto della Formica il grande assente è stato il Comune di Lucca, che all’epoca dei fatti, maggio 2022, era ancora governato dalla precedente
amministrazione”.

reperti porto area gesam

“Dispiace che l’ente comunale non abbia mai accolto le osservazioni, le petizioni e gli appelli dei cittadini e delle associazioni, in particolare degli Amici del Porto e di Italia Nostra, che fin dal 2008, e con più vigore dal 2019, anno di approvazione della piazza Coperta, avevano
chiesto che la matrice attorno la quale imperniare la riqualificazione dell’area Gesam fosse il sito del Porto e il Chiesone – dicono ancora -. L’amministrazione Tambellini, che in più occasioni si era mostrata scettica sull’esistenza di resti del porto, ha lasciato invece che a dare una forte e pesante impronta all’area Gesam fosse la piazza Coperta: uno sfregio, per collocazione, impatto e misure, all’urbanistica e alla storia della città cui è difficile rimediare. Per questo chiediamo alla nuova amministrazione diriorganizzare la sistemazione degli spazi esterni dell’area Gesam tenendo conto degli ultimi ritrovamenti. Nello specifico, anche utilizzando il finanziamento Pinqua che è ancora in corso di definizione e con l’accordo della Soprintendenza, il Comune potrebbe prevedere soluzioni che contemplino, o che perlomeno non impediscano in futuro, il recupero unitario delle strutture murarie della ‘darsena’, portate alla luce nel 2009-2011 nell’area della Piazza coperta con quelle, ad esse allineate ed in perfetta continuità, degli ‘scali del porto’ portati alla luce l’estate scorsa nell’area prospiciente il Chiesone”.