Lucca Comics and Games 2023: ‘together’ sì, ma non ‘whatever’

Riflettere, in maniera seria, sulla manifestazione e il suo futuro appare necessario con la coscienza che l'evento non può prescindere dal centro storico né deve essere ridimensionato

Lucca Comics and Games, dopo l’euforia la riflessione.

A qualche giorno dalla chiusura della manifestazione 2023 sono giunti i consueti commenti positivi delle associazioni di categoria, dopo un pienone che ha superato i 300mila biglietti venduti. Ma riflettere, in maniera seria, sulla manifestazione e il suo futuro appare necessario. E questo non significa essere né contrari alla manifestazione, che non può esistere in altro luogo e che non ha senso se non nella sua attuale collocazione del centro storico di Lucca, né volerla ridimensionare.

Le riflessioni sono necessarie perché non è possibile non tenere conto di un feedback che non sia autoreferenziale e che è quello che arriva dai social più ‘cool’ (leggasi Tik Tok), ma anche dai principali portali di recensione di viaggi come Tripadvisor. I giorni della manifestazione 2023 e quelli successivi hanno visto, infatti, una pioggia di critiche (ben oltre le recensioni positive), con tanto di video esplicativi e di testimonianze in presa diretta. Al centro delle critiche, in particolare, le lunghe code mattutine per i possessori di biglietti per ritirare il braccialetto utile per entrare nei padiglioni. Sono tanti quelli che hanno affermato di aver rinunciato alle code per comprare nuovamente il tagliando, visto che le casse a questo dedicate non presentavano alcuna fila. Altri strali, poi, sono andati ai costi e al sistema dei parcheggi (che non prevedeva la possibile sosta alla vigilia del primo giorno) e allo spostamento da e verso il Japan Palace al Polo Fiere.
Questioni che hanno inondato i social e i siti (clicca qui) e che non possono essere ignorate in sede di organizzazione dell’evento del prossimo anno.

Detto questo, viste le premesse della vigilia (allarme sicurezza e allerta meteo) è innegabile che la macchina oliata di Lucca Comics and Games abbia permesso di superare ogni ostacolo e di fare in modo che tutto andasse nel migliore dei modi. Almeno nel migliore dei modi possibili. Ma allo stesso tempo non si può neanche negare che ogni anno il sindaco, i dirigenti, gli organizzatori di Lucca Crea non possono che vivere i giorni dell’evento con grande apprensione, perché si prendono una responsabilità enorme. Sul fronte della sicurezza perché, nonostante il gran lavoro di forze dell’ordine e staff, solo la natura pacifica della manifestazione e la particolare natura dei suoi partecipanti permette che fili tutto liscio. Impossibile, infatti, controllare capillarmente tutta la città, tutti gli accessi, tutte le situazioni. A maggior ragione se si considera che gran parte del partecipanti sono mascherati e coperti da ampi costumi che potrebbero ben celare cattive intenzioni. Impossibile, poi, prevedere in maniera capillare gli effetti del maltempo sulla città. È andata sempre bene, quest’anno benissimo visto che la perturbazione che poi si è riversata su Prato e Pistoia in realtà il 3 novembre era attesa, ben più violenta di quanto si è verificato, sulla città e sulla provincia di Lucca. Sarebbe bastato un incidente, determinato da pioggia o vento forte, a cambiare completamente il giudizio sulla sicurezza della manifestazione e dell’evento. Niente di auspicabile, ovviamente, ma non tutto, specie a causa dei repentini cambiamento del tempo, può essere pronosticabile in maniera chiara. E anche questo merita una riflessione attenta e di prospettiva senza per questo che qualcuno debba essere tacciato di essere un ‘gufo’.

Il concetto di base è che, a maggior ragione in un mondo globalizzato in cui le notizie corrono in maniera velocissima, il successo conquistato e maturato a pieno diritto da Lucca Comics and Games resta comunque un dato ‘storico’: è così ma le condizioni, le situazioni, il ‘mercato’, potrebbero cambiare in maniera anche molto volatile. E anche i piccoli errori possono costare caro in termini di immagine della manifestazione.

Da qui le ultime due notazioni su cui centrare l’attenzione. La manifestazione 2023 ha visto grandissimi ospiti internazionali nei diversi settori, anteprime nazionali e internazionali, panel e dibattiti di livello assoluto. Ma, rispetto ad anni passati, si è trattato di eventi ‘di settore’. È mancato, per fare un esempio, il Tim Burton della situazione, il superospite in grado di catalizzare l’attenzione non solo dell’Italia ma del mondo su Lucca. È mancato anche il grande evento ‘spettacolare’ come, sempre per citare solo un esempio, la simulazione dell’assalto alle Mura targato Assassins’ Creed solo di pochi anni fa. Il grande evento, il grande nome, non c’era e forse la manifestazione di quest’anno ne ha, in qualche modo, risentito.

Seconda notazione, le celebrazioni per i trent’anni dei Games. Sono stati proprio i Games, lo confermano tutti, a far fare il salto di qualità alla manifestazione, rendendola quel grande evento riconosciuto in tutto il mondo. Un ‘compleanno’ che, al di là del prestigio del nuovo Grog disegnato da Karl Kopinski e della serie di panel organizzati al centro del Padiglione Carducci, forse meritava di essere festeggiato in uno stile più grande. E con la presenza di chi i Games li ha inventati, ovvero l’ex direttore di Lucca Comics and Games, Renato Genovese.

Un ultimo cenno alle polemiche che hanno investito la manifestazione, e in un certo senso anche la città, alla vigilia dell’evento: da Pertini al patrocinio di Israele all’evento. Il direttore Vietina ha affermato che affrontando queste questioni il festival, spesso accusato di escapismo, si è calato nella realtà. Vero. Ma la realtà significa anche fare delle scelte nette. Zerocalcare e Fumettibrutti non c’erano e si poteva dire chiaramente che hanno fatto male a non esserci, senza strizzare l’occhio né a un certo tipo di pubblico, né alle case editrici (che con la loro assenza si sono fatte ‘tonde’ in cassa). Case editrici che non hanno mancato di far sentire, comunque, la loro. Leggasi il commento di saluto della Bao Publishing, la casa editrice di Zerocalcare: “Grazie – ha scritto – ai vertici dell’organizzazione, per l’assordante silenzio nel quale ci hanno lasciati soli, senza passare nemmeno una volta allo stand, dopo aver creato un incidente internazionale del quale non si assumono la responsabilità (ma che è solo e unicamente loro), perché meglio soli, che male accompagnati”. Che anche se in realtà Lucca Crea non ha fatto mancare la sua presenza, sia in persona, sia telefonicamente, resta il segnale di un malumore che è serpeggiato in fiera, fra presenti e assenti.

Come si poteva spiegare, al di là dell’impegno in questo senso del direttore Emanuele Vietina e di un iniziale intervento del sindaco Pardini, che la manifestazione non è certo politica ma che al suo interno ha tutto di politico, perché i fumetti, i cartoni, ma anche il gioco sono quanto di più politico esista nel mondo contemporaneo. Perché la cultura pop è la migliore ad interpretare i cambiamenti della società e a far dialogare mondi apparentemente in contrasto e di distanti fra loro.

Together sì, ma non whatever.

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