Monastero di Vicopelago, firmato l’atto: l’immobile è proprietà del Comune



Nell’area prenderanno vita attività culturali e sociali nel rispetto e nella tutela del luogo
Con la firma del rogito tra la comunità monastica del Corpus Domini di Cento, erede della comunità monastica agostiniana lucchese, e il Comune di Lucca, in uno studio notarile cittadino, questa mattina (9 gennaio) l’amministrazione comunale è entrata in pieno possesso del monastero di Vicopelago.
Dopo la firma del contratto di compravendita nei mesi scorsi, infatti, l’atto è stato notificato alla Soprintendenza, per far sì che il Ministero dei beni e delle attività culturali potesse esercitare il proprio diritto di prelazione, al quale ha rinunciato. Ora, dunque, l’ampio comparto storico, stratificatosi attorno all’originaria villa cinquecentesca Buonvisi, appartiene al Comune di Lucca, che lo ha acquistato al costo di favore di 450.000 euro, con la volontà di destinarlo ad attività culturali e sociali, comunque compatibili con la sua natura storica. L’edificio ha una superficie lorda complessiva di 4.015 metri quadrati, oltre giardino e cortili per 1.497 metri quadrati, ed è corredato da un terreno agricolo, oggi incolto, della superficie di 15.460 metri quadrati.
“Con la firma di questa mattina – ha spiegato l’assessore al patrimonio Moreno Bruni – la comunità lucchese entra in possesso di un luogo inserito in un una zona dall’alto significato architettonico e paesaggistico, un luogo a cui molti lucchesi sono affezionati, avendo frequentato fra queste stesse mura le scuole dell’infanzia e un luogo altamente rappresentativo anche dal punto di vista culturale, poiché qui suor Giulia Enrichetta, sorella del maestro Giacomo Puccini, trascorse una parte della sua vita. E’ nostra intenzione, anche sulla base degli accordi che l’amministrazione ha preso con la comunità monastica del Corpus Domini di Cento, far sì che questo bene venga valorizzato al meglio, restituendolo ad una fruizione più ampia possibile”.
Alla firma del rogito di questa mattina seguiranno, nei prossimi mesi, da una parte le attività di sgombero dei locali da parte della Comunità Monastica, e dall’altra inizieranno i sopralluoghi da parte dell’amministrazione comunale, che saranno propedeutici alla progettazione del futuro di questo nuovo spazio a servizio della comunità.
“Da quando, nel 1999, la comunità agostiniana del monastero Sant’Agostino in Vicopelago si è unita a quella del Monastero Corpus Domini di Cento – commentano le monache agostiniane – si è conservato e incrementato l’affetto per la sede e il territorio lucchese. Siamo pertanto liete, oggi, di giungere alla definitiva consegna al Comune di Lucca del nostro Ex Monastero di Sant’Agostino, perché questo possa diventare, con un progetto forse ambizioso ma lungimirante e lodevole, uno spazio a servizio di attività culturali e sociali. Si tratta di un’operazione che – portata a compimento – renderà gli edifici e il vasto parco che compongono la proprietà fruibili all’intera comunità lucchese e oltre. Abbiamo pregato per poter discernere e accogliere la proposta giunta dall’amministrazione soprattutto per questo progetto che l’ha motivata, e che è parte integrante delle condizioni di vendita. La comunità agostiniana di Cento, infatti, desidera fortemente che la proprietà di Vicopelago venga utilizzata a scopi culturali e sociali, per il bene delle persone e specialmente dei più fragili. In questa ottica abbiamo scorto anche la possibilità di aderire agli appelli di Papa Francesco di utilizzare conventi, monasteri e altre strutture religiose inutilizzate a soccorso di quanti siano in situazione di necessità. Si cede a questi scopi la nostra proprietà, con un affetto particolare per il territorio lucchese che ha visto per lunghi secoli la presenza Agostiniana in varie sue espressioni, prima a Lucca città presso il monastero di S. Nicolao, poi a Vicopelago, per offrire preghiere e servizi alla popolazione (basti ricordare l’asilo delle Monache, o il rifugio offerto dal Monastero nei giorni cupi del secondo conflitto mondiale), con una presenza tanto radicata nella vita delle persone da esser ancor’oggi ricordata da molti. Ci rende felici aver visto in questi mesi il concorso di tante persone a sostenere questo processo e l’unanime volontà politica che ci concede oggi di realizzare un desiderio grande, nella gioia di sapere che un bene a noi caro potrà diventare casa accogliente per tanti”.
La storia dell’edificio. L’ex monastero sorse come villa di campagna della famiglia Buonvisi nella seconda metà del Cinquecento e la villa resta ancora perfettamente riconoscibile al centro del lotto, connessione tra l’ampio parco fruttifero che circonda la villa e il giardino interno che la comunità monastica interpretò, poi, come chiostro. La villa sorge su una terrazza che apre la vista sulle torri di Lucca, a tre chilometri di distanza. Il parco fruttifero, ad una quota inferiore, era direttamente collegato alle ampie cantine voltate in mattoni, dedicate alla lavorazione dei raccolti e dell’uva. Nel 1756 la villa fu venduta al Seminario di San Martino, per essere poi acquisita dal demanio nel 1809 in seguito alla politica di secolarizzazione degli enti religiosi voluta da Napoleone e attuata a Lucca dai principi Baciocchi. Assegnata nello stesso anno al Real Collegio di Lucca, nel 1886 venne acquistata mediante un intermediario dalle monache agostiniane del monastero di San Nicolao Novello, in cerca di una nuova sede dopo le soppressioni dell’età napoleonica, prima, e del Regno d’Italia, poi. La villa era anche dotata di un teatrino interno, che venne frazionato con l’arrivo della Comunità Monastica, che modificò altre porzioni dell’edificio rinascimentale per adeguarlo alla vita monastica, con l’aggiunta del coro e della cucina monastica monastica in spazi esistenti e la costruzione della cappella tutt’ora presente all’estremità dell’ala nord. A sud, invece, il corpo di fabbrica lungo via di Vicopelago era originariamente una loggia aperta, già tamponata all’arrivo della comunità monastica che, al piano terra, vi realizzò il suo refettorio. Poi, per allontanarsi dai rumori della strada, nel 1958 il refettorio fu trasferito e l’intero volume della loggia dato a botteghe (piano terra) e appartamenti d’abitazione. Nei primi anni del ‘900 il monastero ricevette in donazione la villetta adiacente alla proprietà, su via di Vicopelago, facendone la sede del laboratorio di cucito del monastero fino al termine del secondo conflitto mondiale, per convertirla poi in asilo d’infanzia, attivo dal 1945 al 1985. La presenza delle monache si interruppe nel 1999, con il trasferimento della Comunità Agostiniana Lucchese al monastero del Corpus Domini di Cento.