Oltre 100 studenti di Lucca ascoltano il racconto di Lello Dell’Ariccia, rastrellato dai nazifascisti






Successo per il progetto “Memoria viva” di Atvl
Incontrando Lello Dell’Ariccia, uno degli ultimi testimoni del rastrellamento nazifascista del 16 ottobre 1943 a Roma, si è conclusa a Lucca la prima parte del progetto Memoria Viva dedicato al 27 gennaio. Grande la soddisfazione dell’Associazione Toscana Volontari della Libertà, che oltre all’evento al Teatro di San Girolamo ha incontrato nelle scorse settimane studenti nelle scuole della lucchesia. Tanti i temi affrontati in un programma sostenuto e patrocinato dal Comune di Lucca con l’assessorato all’istruzione in primo piano.
Da Primo Levi ad Anna Frank, dalle storie delle donne internate nel campo di concentramento di Ravensbruck fino alla testimonianza di Lello Dell’Ariccia, nato in una famiglia ebraica e scampato alla cattura nel 1943, ma che ha perso ad Auschwitz la nonna, uno zio e la cugina Ada di appena sette anni.
Circa 160 fra studenti e docenti di sei istituti comprensivi lucchesi hanno potuto ascoltare la testimonianza diretta di uno degli ultimi testimoni della Shoah, perché è ancora vivo in lui il ricordo dell’antisemitismo, delle leggi razziali e l’impossibilità di continuare ad andare a scuola, dei rastrellamenti, delle delazioni e della razzia degli ebrei romani del 16 ottobre 1943. In tutta Italia la polizia tedesca, in collaborazione con quella fascista e con l’aiuto delle tante spie presenti, catturò e deportò centinaia di ebrei. Donne, uomini, bambini, anziani, molti assassinati appena giunti nei campi di concentramento. Per Lello, la mamma e la sorella si aprì la rete di protezione dei conventi e una volta terminata la guerra la famiglia poté nuovamente riunirsi contando però le tante, troppe assenze.
All’incontro di Lello Dell’Ariccia con le scuole, che ha chiuso la serie di appuntamenti promossi dal Comune di Lucca per il Giorno della Memoria, erano presenti l’assessore all’istruzione Simona Testaferrata e il presidente del consiglio comunale Enrico Torrini.
Tanti i relatori coinvolti e provenienti da tutta Italia come Caterina Frustagli e Davide Fadda. “Abbiamo incontrato e avuto in collegamento streaming alla fine circa 1000 studenti. Molto partecipati gli incontri al liceo classico Machiavelli, negli istituti Busdraghi, Carrara, Fermi, Pertini, ma anche in alcune classi delle scuole primarie. È solo un primo passo – ricorda Simonetta Simonetti, presidente di Atvl – per tenere viva la memoria dell’Olocausto”.
Tra i tanti temi affrontati a latere degli incontri anche la questione della fragilità della Memoria. “Il tema della perdita di attenzione sui temi offerti dalla tragedia della Shoah, si lega in maniera indissolubile con la lenta e progressiva scomparsa dei testimoni che hanno vissuto l’Olocausto. Purtroppo – sottolinea Andrea Giannasi direttore del Centro studi di storia contemporanea Gabrielli Rosi – come ci ricorda anche Liliana Segre il rischio è che l’intera vicenda storica unica e per questo da non dimenticare, negli anni diventi una riga su un libro di storia. È dovere da parte delle comunità affrontare il tema “dell’eredità del male”, perché ogni modello è purtroppo replicabile. La Memoria è fragile, manipolabile, pronta anche ad essere riscritta, così come la zona grigia dell’indifferenza si sta allargando tra vuoti e dimenticanze. Del resto l’odio è contagioso”.
Prosegue nel frattempo il progetto La Memoria Vive e ogni sabato dalle 10 alle 12 la sede del Centro studi di storia contemporanea, in via Mordini 48, è aperta per accogliere chi vuole portare per essere digitalizzati documenti, fotografie, lettere legati alla Storia del Novecento. Fino a questo momento sono decine le persone che da tutta Italia hanno arricchito l’archivio del Centro studi con materiali legati alla Grande Guerra, il fascismo, la Seconda guerra mondiale e la Resistenza.