Case, scatta l’allarme in provincia di Lucca: “5mila famiglie in emergenza abitativa”

Rinnovata la convenzione tra Cgil e Sunia, che chiedono un incontro in prefettura: "Le case ci sono, ma non per chi lavora"

Circa 5mila famiglie in emergenza abitativa, rincari del 10% per acquistare le abitazioni e per gli affitti, alloggi popolari datati e che non riescono a dare una risposta a tutti i cittadini in difficoltà e sfratti in aumento. Sono questi, in estrema sintesi, i dati forniti da Cgil Lucca ed il Sunia (sindacato degli inquilini), che questa mattina (22 maggio) ha fatto il punto sulle problematiche legate alle emergenze abitative.

conferenza emergenza abitativa cgil lucca

“Siamo preoccupati. Le case ci sono, ma non per chi lavora”: è questo il grido d’allarme lanciato da Fabrizio Simonetti (segretario generale della Cgil Lucca) e Stefano Cristiano (segretario del Sunia della provincia di Lucca), che hanno anche annunciato il rinnovo e il rafforzo della convenzione tra la Cgil Lucca ed il Sunia.

Nella provincia di Lucca risultano sfitti circa il 28% degli alloggi – affermano Simonetti e Cristiano -. In questo senso, secondo noi, le amministrazioni comunali dovrebbero fare un lavoro di indagine e verifica per capire di quale natura siano questi immobili, quali sono seconde case, quali sono nella disponibilità degli istituti di credito e che potrebbero essere rimesse in circolo magari attraverso apposite convinzioni, quali sono affittai in nero e in questo caso può essere fatto un intervento di risoluzione introducendo dei contratti regolari. Insomma, questo è un dramma veramente importante”. Il problema è direttamente legato con l’overtourism: a Lucca sono ben 9mila 100 gli affitti brevi sul mercato ed è la seconda città in Toscana dopo Firenze. “Più sono gli alloggi turistici – evidenzia il sindacato – è più è difficoltoso trovare affitti sostenibili per i lavoratori. Abbiamo chiesto a Governo e Regione di intervenire, tra le altre cose, anche per bloccare gli affitti brevi in Comuni in cui c’è una saturazione sul mercato”.

Simonetti e Cristiano delineano il contorno della situazione difficile che sta attraversando anche la provincia di Lucca: “Siamo in una fase nella quale gli stipendi diminuiscono, le condizioni di lavoro si precarizzano, a causa dell’inflazione gli affitti tendono ad aumentare e il Governo ha pensato bene negli ultimi due anni a togliere il reddito di cittadinanza – che in parte serviva a pagare gli affitti -, cancellare il contributo per gli affitti che veniva versato ai Comuni per sostenere le persone in difficoltà e, per ultimo, ha tagliato anche il fondo per la morosità incolpevole – affermano -. Se questo non è un accanimento contro i poveri ditemi voi di cosa si tratta. Il problema degli sfratti, oltretutto, determina una duplice tragedia: da una parte c’è la persona che non riesce a pagare l’affitto e che subisce questa onta, ma dall’altro colpisce magari anche il povero anziano che aveva ereditato una casa e che arrotondava la pensione con l’affitto e che non ha più questo introito. Il sostegno all’affitto e il contributo per morosità incolpevole non va solo a sostegno delle famiglie in difficoltà, ma anche di quei locatori che in questo modo hanno delle garanzie in più rispetto alle proprie entrate”.

Il problema riguarda anche le case popolari. Una situazione che sta drammaticamente peggiorando: “Per fare domanda per le case popolari bisogna avere un Isee inferiore a 16mila 500 euro – precisano -. Dal 2022 le famiglie della provincia di Lucca che hanno l’Isee inferiore a questa soglia sono passate da 26mila a circa 31mila. Questo è indicativo del fatto che c’è una grandissima pressione potenziale rispetto all’edilizia sociale, che però purtroppo non trova risposta. Oltre il 62\63% delle case popolari della nostra provincia è stata costruita prima del 1970 e questo patrimonio di circa 4mila 100 alloggi è vecchio e non si è rinnovato. Non è in grado di dare una risposta necessaria alla pressione che c’è”.

I sindacati chiedono la costituzione di un tavolo di confronto: “Nel 2022 abbiamo richiesto un incontro in prefettura per sottoscrivere un protocollo di intesa, come fatto a Livorno, che permetta di mettere intorno allo stesso tavolo i vari soggetti pubblici, privati e sindacali che si occupano a vario titolo della questione abitativa e vedere di trovare delle soluzioni condivise in una situazione di estrema difficoltà. Purtroppo non abbiamo ancora ricevuto una risposta a questa proposta”.

Il rinnovo della convenzione e i dati

Dopo il rinnovo del patto federativo territoriale tra Cgil Toscana e Sunia Toscana del 5 luglio 2021, anche Cgil e Sunia della provincia di Lucca hanno rinnovato la convenzione tra le due sigle sindacali. La Cgil riconosce quindi il Sunia come l’organizzazione che nel sistema confederale si occupa del settore abitativo. Rinnovata dunque la comunione di intenti nella tutela dei diritti degli inquilini, in quanto i vari aspetti dell’emergenza abitativa, acuita dalla crisi finanziaria, dalla pandemia, dal costante aumento dei flussi turistici e dal taglio ai contributi per gli affitti e per la morosità incolpevole da parte del governo, rappresentano questioni di primaria importanza.

È quindi fondamentale rafforzare la tutela del diritto all’abitare, in quanto elemento essenziale per mantenere il livello di qualità della vita dei cittadini. Un diritto sempre più messo in discussione dall’aumento delle diseguaglianze economiche e dalla perdita del potere di acquisto da parte di lavoratori e pensionati. Le due organizzazioni si impegnano quindi nel costante confronto, scambio di informazioni e condivisione degli interventi da mettere in atto per promuovere soluzioni a questi problemi. La collaborazione si concretizzerà quindi con tavoli di confronto e contrattazione con gli enti territoriali addetti alle questioni abitative, promozione di iniziative comuni, ma anche con l’integrazione dei servizi offerti.

conferenza emergenza abitativa cgil lucca

“L’organizzazione dei settori dell’edilizia e delle locazioni non possono più essere lasciati unicamente al mercato, il cui andamento risente dell’aumento degli affitti brevi di tipo turistico – afferma Fabrizio Simonetti, segretario generale della Cgil Lucca –. Si è così creata una carenza di alloggi disponibili per l’affitto, che ha a sua volta generato gravi disproporzioni. Infatti, da un lato abbiamo numerose persone che non riescono a trovare un alloggio, dall’altro invece persone con più immobili di proprietà che ne lasciano diversi inutilizzati. È ormai necessario un intervento da parte delle istituzioni politiche”.

“I due problemi principali, anche nella nostra provincia, dal punto di vista abitativo sono appunto il proliferare di affitti brevi e affitti transitori applicati impropriamente e quello dei numerosi immobili inutilizzati, che nella provincia di Lucca sono il 28,6% – conferma Stefano Cristiano, segretario generale del Sunia della provincia di Lucca – Molti, per esempio, non sanno che per applicare un contratto di affitto transitorio servono particolari requisiti. In mancanza di questi, se gli affittuari si rivolgessero al Sunia, sarebbe possibile trasformare questi contratti in affitti da 4 anni più 4 anni. Serve un intervento politico per promuovere gli affitti stabili rispetto a quelli brevi, che attualmente sono decisamente più redditizi. C’è bisogno di intervenire sia sul piano fiscale, rendendo più remunerativi gli affitti stabili, sia su quello normativo, aumentando le tutele nei confronti del proprietario per ridurre i rischi comportati dall’affittare ad un inquilino che poi si rivela inaffidabile. A tutti questi problemi dobbiamo poi aggiungere che nella Provincia di Lucca più di 5.000 famiglie investono più del 50% del proprio reddito nell’affitto”.

conferenza emergenza abitativa cgil lucca

“Come Cgil Toscana e Sunia Toscana – hanno dichiarato congiuntamente Gessica Beneforti, segretaria della Cgil Toscana, e Laura Grandi, segretaria del Sunia Toscana – recentemente ci siamo adoperati per portare la questione abitativa nella discussione del consiglio
regionale. Abbiamo così chiesto che venga effettuato un intervento integrato, modificando sia il testo unico sul turismo che sulla legge di pianificazione urbanistica, sia per risolvere i principali problemi a livello abitativo che per promuovere delle nuove
politiche abitative. Ci troviamo infatti di fronte ad un’impennata non solo dei costi del mercato degli affitti, ma anche di quelli delle compravendite immobiliari. E questo, parallelamente all’aumento dei flussi turistici, interessa ormai tutta la Toscana, non solo le principali città d’arte. Tra le nostre proposte vi è anche la possibilità per ciascun comune di poter regolare il numero massimo di affitti brevi sul proprio territorio. Ad esempio, la provincia di Lucca è la seconda in Toscana per il numero di affitti brevi offerti sulla piattaforma Airbnb, con oltre 9.000 alloggi“.

 

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