A 80 anni dal martirio il ricordo di don Aldo Mei. Pardini: “Un simbolo di unione per il popolo di Lucca”

Il sindaco per l’anniversario della fucilazione per mano nazifascista: “La sua figura ci ricorda i valori ed il senso della comunità che siamo e che insieme rappresentiamo”
Il sindaco di Lucca Mario Pardini ha partecipato ieri sera (4 agosto) alle celebrazioni in ricordo di Don Aldo Mei, il prete ucciso dai nazifascisti fuori Porta Elisa 80 anni fa.
Con lui una rappresentanza della giunta comunale (c’erano gli assessori Moreno Bruni, Nicola Buchignani, Paola Granucci e il vicesindaco Giovanni Minniti), il presidente del consiglio comunale, Enrico Torrini e diversi consiglieri, fra i quali Giovanni Ricci e Alessandro Di Vito di Forza Italia, Armando Pasquinelli, capogruppo della Lega e Andrea Barsanti di Difendere Lucca. Presenti anche l’assessore regionale Stefano Baccelli e il sindaco di Pescaglia, Andrea Bonfanti, oltre ai rappresentanti delle associazioni, fra le quali l’Istituto Storico della Resistenza.
“In questo luogo – ottant’anni fa -, ha ricordato – Don Aldo Mei aveva scavato con fatica parte della sua fossa. Pare che non riuscì a terminarla da solo perché era stremato dopo tre giorni di dura prigionia. Contro di lui furono sparati molti proiettili, qualcuno sembra che colpì anche le Mura, simbolo della nostra città, scheggiandole. Ma quei proiettili ci resero la forza di un simbolo di unione per il popolo di Lucca. Un simbolo che dopo 80 anni ha portato qui così tante persone da riempirci di orgoglio”.

“Travolto dalla bufera dell’odio nazifascista non fu solo Don Aldo Mei, ma furono migliaia di persone e le nostre terre pagarono un prezzo di sangue altissimo. Ci furono le stragi di Pioppetti, Sant’Anna di Stazzema e di Farneta. Oggi siamo qui, il 7 agosto ricorderemo i presbiteri e religiosi che ci hanno lasciato come martiri in quegli anni oscuri. Dieci anni fa – ricordava il sindaco di Pescaglia – quando si celebrava Don Aldo Mei c’erano poche persone presenti, stasera siamo tanti e questo vuol dire che l’esercizio della memoria dà i suoi frutti”.
“Don Aldo Mei fu ucciso per il suo amore – ricorda il sindaco – perché scelse di stare dalla parte degli ultimi come ci insegna la dottrina cristiana. Fu fucilato perché scelse di fare il prete. Lucca attraverso i suoi 13 sindaci ha fatto tesoro dal 1946 dell’insegnamento che arrivò da quel sacrificio. Davanti a questo simbolo di tutta la città, che – lo dico a testa alta, guardando negli occhi chi era stasera con noi – appartiene alle persone, alle amministrazioni prima di noi, alla nostra ed a quelle che verranno, riscopriamo il valore dell’essere uniti. Perché il martirio ci ricorda – oggi come 80 anni fa – i valori ed il senso della comunità che siamo e che insieme rappresentiamo, non solo il 4 agosto ma ogni giorno”.
“Solo ritrovando la nostra unione – conclude – possiamo onorare Don Aldo Mei e non rendere vano il suo alto sacrificio”.