Il Volto Santo sarà esposto per la Santa Croce: restauro verso la conclusione
Ci vorrà ancora un po’ di tempo invece per la fine dei lavori al Tempietto del Civitali
Il Volto Santo, l’opera lignea più antica del vecchio continente, presto tornerà ad essere esposto ai visitatori. Si avvia infatti verso la sua conclusione l’epocale intervento di restauro promosso dall’Ente Chiesa Cattedrale di San Martino, sostenuto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e diretto dall’Opificio delle Pietre Dure di Firenze d’intesa con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per province di Lucca e Massa Carrara.
Continuano ad emergere interessanti novità dagli studi condotti parallelamente al restauro e nella mattinata di oggi (30 aprile) è stato fatto il punto della situazione in un incontro che ha visto la partecipazione dell’Arcivescovo di Lucca, monsignor Paolo Giulietti, del Presidente della Fondazione Crl, Marcello Bertocchini, del monsignor Alberto Brugioni, Proposto del Capitolo della Cattedrale, della Soprintendente dell’Opificio delle Pietre Dure, Emanuela Daffra, e della funzionaria Sabap Lucca Massa Carrara, Ilaria Boncompagni.

Se tutto procede secondo le previsioni, il Volto Santo sarà visibile all’interno del laboratorio, opportunamente protetto e in posizione verticale. Ma l’organizzazione è ancora in divenire, come sottolinea il vescovo Paolo Giulietti: “Dunque, la data precisa non dipende esattamente da noi – spiega -, dovremo vedere tecnicamente quando sarà meglio esporlo, se proprio il giorno della festa o qualche giorno prima, come forse è più opportuno per gestire i flussi che attirerà la presenza del nuovo Volto Santo e anche dell’ambiente dove poi collocarlo. Il tempietto probabilmente avrà tempi un po’ più lunghi, perché a sua volta è stato oggetto un intervento piuttosto complesso. Ma da qui a settembre il Volto Santo sarà sicuramente finito, il tempietto invece no”.

“Tra gli interventi degli ultimi anni della Fondazione quello del Volto Santo è sicuramente il più importante, dal punto di vista del valore che rappresenta per la città e per i suoi cittadini – precisa Marcello Bertocchini, presidente di Fondazione Crl -. A settembre i lucchesi scopriranno un Volto Santo un po’ diverso. Lo troveranno come era negli anni in cui è arrivato qua. Mi sembra assolutamente un lavoro di restauro incredibile, nel senso che è stato riportato veramente a quello che era e questo devo dire credo che sia un fatto per la città”.

“Siamo arrivati ad un momento, in cui si vedono i risultati del lavoro svolto – dice Boncompagni -. Noi stiamo restituendo alla storia un’opera che ha un trascorso di vita lunghissimo e che ha subito molti cambiamenti. L’approccio del restauro è stato un lavoro scientifico e di corrispondenza con l’opera. Abbiamo usato un atteggiamento discreto grazie alla campagna diagnostica che è stata fatta. Un progetto si questo tipo corrisponde ad una regia importante e Fondazione Crl ci ha sostenuto in ogni modo. Le novità riguardano il restauro della croce, la pulitura opera è ormai quasi conclusa”.

“È stato fondamentale lavorare insieme ad un progetto importante come questo – dichiara Emanuela Daffra dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze -. Non è solo una scultura ma è un oggetto carico di valori immateriali e qualsiasi decisione è stata discussa avendo in mente questi aspetti. L’aspetto della scultura era dovuta alle sovrapposizioni di colori che si erano succedute nei tempi, quindi abbiamo discusso se fosse giusto recuperare il colore iniziale. È stato recuperato lo strato più antico della croce ed ad una croce monocromatico si avrà una croce policromatica. Abbiamo recuperato anche la lucentezza degli occhi del volto del Cristo, che darà all’immagine una lucentezza inaspettata. Lo scultore aveva in mente l’immagine del Cristo trionfante nella storia”.
Il restauro della croce

È da poco terminato, infatti, il risanamento delle parti lignee danneggiate o fragili sia della croce che del Cristo con una metodologia che ha consentito, tramite l’inserimento di piccoli tasselli lignei, di ridare continuità materica al manufatto garantendo, con un intervento minimo, una maggior omogeneità e tenuta anche alle sollecitazioni del legno. In funzione della prossima ricollocazione del Cristo sulla croce è in corso di realizzazione un sistema di sostegno progettato per rendere più stabile l’unione tra Crocifisso e croce in rinforzo dei perni originali, che saranno mantenuti nella loro integrità.
Stanno inoltre procedendo la rimozione degli ultimi residui dello strato superficiale scuro che ricopriva interamente la scultura, riportando alla luce la cromia che l’ha caratterizzata nei secoli passati, e la messa a punto della metodologia per l’integrazione pittorica delle piccole lacune di colore.
È volontà di tutti restituire il Volto Santo al culto e alla fruizione dei visitatori il 13 settembre, alla vigilia di Santa Croce. In tale occasione sarà riorganizzato il laboratorio di restauro per permettere la visione ravvicinata e inedita dell’opera, un’opportunità unica per poter ammirare il Volto Santo prima della sua ricollocazione all’interno del Tempietto, ancora in fase di restauro per qualche mese.
Le novità


La rimozione dello strato superficiale scuro dalla croce ha rivelato la sua ricca storia: numerosi strati di ridipinture, ancora oggetto di studio, hanno cambiato sensibilmente l’aspetto del manufatto nel corso del tempo. L’originaria decorazione, stesa su una sottile preparazione a gesso e colla, presentava una alternanza di fasce di colore rosso (cinabro), blu (lapislazzuli) e porpora (lacca rossa), alcune impreziosite da motivi decorativi in bianco e blu. La vivacissima cromia è stata successivamente coperta da più strati di azzurrite, che hanno conferito alla croce il colore azzurro con il quale è raffigurata nelle prime rappresentazioni note, di epoca trecentesca. La rimozione dello strato superficiale scuro ha rivelato sul braccio verticale della croce tracce molto deteriorate delle due lettere “Alfa” e “Omega”, simbolo cristologico, presenti anche sullo strato più antico di azzurrite, realizzate in questo caso in foglia d’oro e conservatasi in buone condizioni. Il restauro, rivelando la vivacità cromatica e la preziosità materica della croce, permette di evidenziare il suo originario significato teologico: essa, infatti, nell’iconografia del Cristo Trionfante da strumento di morte si trasforma con la Risurrezione nel Trono della Grazia. Anche il nimbo, il semicerchio gigliato che costituisce un attributo fondamentale dell’iconografia del Volto Santo, sta riacquistando infatti un aspetto sfolgorante che circonfonde la scultura di luce.
Il restauro del tempietto e degli arredi

In parallelo avanzano gli interventi sul Tempietto che dovrà tornare a custodire il Volto Santo. Quasi ultimata la pulitura delle superfici lapidee, sta procedendo quella dei lacerti di pittura murale scoperti durante la movimentazione del Crocifisso sulla parete interna della cappella del Civitali, di sfondo alla venerata immagine. Grazie all’intervento in corso l’antica pittura è ora leggibile con le sue partiture geometrizzanti, ispirate ai decori dei tessuti, e le accese cromie. Ancora in corso di studio, questa inedita testimonianza pittorica è applicata a una struttura muraria di conci lapidei, sicuramente preesistente alla costruzione dell’attuale cappella, ed è verosimilmente da intendere come unico resto della precedente cappella del Volto Santo. Tracce della decorazione pittorica rinascimentale voluta dal Civitali all’interno della cappella potrebbero risultare da alcuni lacerti pittorici rinvenuti sul tamburo e sulla parte bassa della volta, grazie ad alcuni saggi sotto lo strato più recente di pittura, effettuati durante l’attuale intervento.
In preparazione del ritorno del Volto Santo nel Tempietto è stata ultimata la pulitura della colomba argentea, che ha rivelato la data 1817 e la firma dell’orafo, dei lampadari d’argento pendenti nel Tempietto e degli angeli di bronzo del Passaglia.
Gli aggiornamenti sulle fasi di restauro sono periodicamente disponibili sul sito web dedicato.