
Entra nella sua fase più critica la vertenza della Ds Smith di Rughi. Venerdì scorso (23 maggio) si è infatti conclusa la fase sindacale della procedura di mobilità per lo stabilimento di Rughi senza che l’azienda, contrariamente agli impegni presi nell’incontro del 12 maggio scorso, all’Associazione Industriali, abbia dato risposte sui rilievi e richieste avanzate dalla rappresentanza sindacale e dalle organizzazioni sindacali.
“Resta da capire – aggiungono le sigle – se le mancate risposte sono da attribuirsi al fatto che non ce ne sono, oppure al fatto che il Direttore dello stabilimento se ne è andato in ferie e nessun altro dei tanti Dirigenti che la multinazionale ha a libro paga, ha trovato il tempo anche per una mera comunicazione, evidentemente tutti impegnati in cose più importanti, comprese quelle ludiche, che dei licenziamenti di un po’ di lavoratori”.
“Di certo c’è una cosa sola – aggiungono i sindacati -, che questo comportamento chiarisce ulteriormente ed in modo inequivocabile. Ds Smith, fin dall’inizio non ha voluto una trattativa sugli esuberi. Ha rifiutato una verifica seria sul numero e sulle posizioni dei licenziamenti annunciati.Si è rifiutata di discutere della nuova organizzazione del lavoro. Ha chiesto e sta forzando la mano per ottenere un assenso a licenziamenti economici scaricandone i costi sullo stato. Non le è mai interessato trovare veramente un accordo”.
Si apre ora la fase amministrativa della procedura. “Restiamo in attesa di una convocazione da parte della Provincia e a quel tavolo, vogliamo sperare, la multinazionale e in particolare i suoi rappresentanti assumano un comportamento serio e rispettoso nei confronti di quelli che amano chiamare i loro collaboratori, collaboratori ai quali è stata però rifiutata la possibilità di entrare nel merito della trattativa, negandogli la pianta organica, come invece si fa di norma e le rappresentanze sindacali hanno da subito e più volte richiesto, che tengano presente il codice etico che la multinazionale si è data, che fa del rispetto delle relazioni e in particolare delle persone principi fondanti. Da parte nostra andremo determinati a trovare soluzioni, ma nella chiarezza dei numeri, delle posizioni lavoratori della nuova organizzazione del lavoro. Se non sarà possibile, sarà ancora, una volta di più chiaro, di chi è la responsabilità. Ricordiamo soltanto all’azienda che la vertenza non si chiuderà con il termine temporale della procedura, ma proseguirà sindacalmente e se neccessario nelle sedi giudiziarie”.