Lucca, Pistoia e Prato: summit delle Confindustrie. Risultati incoraggianti per l’export

17 luglio 2015 | 17:08
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Lucca, Pistoia e Prato: summit delle Confindustrie. Risultati incoraggianti per l’export

Il percorso verso il reciproco avvicinamento è cominciato da tempo ed ha come meta la fusione: intanto gli imprenditori soci delle Confindustrie di Lucca, Pistoia e Prato continuano a cogliere e creare occasioni per conoscersi meglio e rafforzare il dialogo. E’ con questo obiettivo che si è tenuta oggi (17 luglio) a Villa Ariston, a Lido di Camaiore, un incontro all’insegna dello slogan Integrarsi, rinnovarsi, crescere che caratterizzò anche l’assemblea congiunta delle tre associazioni svoltasi lo scorso anno a Montecatini Terme.

“Oggi – dichiara Cristina Galeotti, presidente di Confindustria Lucca – ci ritroviamo, in un’ulteriore tappa del nostro cammino aggregativo. Naturalmente il percorso che abbiamo iniziato è complesso, ma non ha alternative: unicamente con la riduzione e l’accorpamento delle numerose associazioni esistenti nel sistema confederale si può realizzare l’ottimizzazione dei costi, costruire servizi più efficienti, avere maggior peso in Confindustria ed essere in grado di rispondere meglio alle esigenze delle imprese. Non possiamo non cogliere l’opportunità che questa sinergia può offrirci, al fine di partecipare al processo di sviluppo del nostro territorio, contribuendo all’affermazione di un sistema industriale che dovrà essere sempre più innovativo, internazionalizzato, che considera l’Europa come proprio ambito domestico e il mondo come proprio baricentro di mercato”- L’incontro è anche l’occasione per “pesare” la consistenza del settore industriale nelle tre province nel contesto toscano. “L’analisi che sta alla base della nostra volontà di fusione non è solo numerica; pur se i soli numeri bastano a restituire il quadro di forte industrializzazione della nostra area – afferma Federica Landucci, presidente di Confindustria Pistoia – . Fra Lucca Pistoia e Prato, ovvero una superficie che copre solo il 13,5% della regione insiste il 32% di stabilimenti industriali della Toscana, sono occupati il 28% dei suoi lavoratori (122.500 persone) e si forma 23% del valore aggiunto della regione, per un importo pari a 22.290 miliardi di euro. Ma siamo voluti andare oltre le cifre ed indagarne il significato più nel dettaglio. E’ emerso che nelle nostre tre province esistono molti ed importanti settori produttivi trasversali, che si consolidano lungo l’asse che da Lucca va a Prato e che ne qualificano le economie. Molti di essi rappresentano eccellenze a livello nazionale, europeo, mondiale.” Riguardo al valore aggiunto, nell’area Lucca-Pistoia-Prato i settori industriali più rilevanti, con quote superiori al 20% del totale della Toscana, sono le costruzioni (26,6% del totale regionale), il manifatturiero in generale (25,2%) ed i servizi (22,3%). Performance di tutto rispetto nell’export: sempre citando solo le quote superiori al 20% del totale della Toscana, si segnalano il cartario (86,6% del totale regionale), le macchine per l’industria, che includono macchine per il cartario, il tessile e l’alimentare (53,5%), i mezzi di trasporto (29,3%), la moda (28,4%), la gomma-plastica (25,7%), gli apparecchi elettrici (22,2%) e l’alimentare (21,8%). “I dati sull’industria di Lucca, Pistoia e Prato confermano la nostra area come cuore manifatturiero della Toscana, oltre a sottolineare importanti realtà in settori cruciali come l’edilizia ed i servizi – conclude il presidente dell’Unione Industriale Pratese Andrea Cavicchi – Anche nei cambiamenti epocali che abbiamo vissuto e stiamo tuttora vivendo, i nostri sistemi territoriali hanno saputo qualificarsi e stare al passo con l’evoluzione dei mercati. Temi come l’innovazione, la sostenibilità, l’efficienza sono alla base delle strategie aziendali. Anche il sistema associativo deve seguire questo percorso: la marcia di avvicinamento reciproco che abbiamo iniziato più di due anni fa va in questa direzione. Sono processi di complessità elevata sia dal punto di vista pratico che da quello psicologico ed identitario. Anche per questo motivo è opportuno che l’integrazione avvenga all’interno di macroaree omogenee che consentano un lavoro serio e profondo di unificazione organizzativa. L’orizzonte di riferimento della dimensione regionale necessita di passaggi graduali e di consolidamenti progressivi.”
Mercati e soprattutto tendenze dei consumi sono i temi su cui è intervenuto l’ospite dell’incontro, Francesco Morace di Future Concept Lab. Il sociologo ha introdotto argomenti di attualità come la crescente attenzione alla sostenibilità ed a materiali fortemente evocativi di atmosfere e di contesti particolari, visti come elementi ispiratori della creatività nelle imprese.