Unicoop Tirreno, in Valle del Serchio resta l’agitazione

6 febbraio 2017 | 15:26
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Unicoop Tirreno, in Valle del Serchio resta l’agitazione

“La situazione in Unicoop Tirreno è tutt’altro che risolta, sopratutto per i tre negozi della media valle”. A dirlo è Massimiliano Bindocci, della Uil di Lucca, interpretando anche il sentimento dei lavoratori dei market di Barga, Pieve Fosciana e Fornoli che hanno votato all’unanimità un documento in cui ritengono “non venute meno” le motivazioni dello sciopero. 

“Lo sciopero – spiega Bindocci – è stato sospeso perché Unicoop si è resa disponibile a discutere e confrontarsi con le organizzazioni sindacali sui numeri degli esuberi e sulle chiusure, ma sui negozi da cedere invece si può discutere solo delle condizioni del passaggio del personale. Tale soluzione è assolutamente insoddisfacente per il personale dei punti vendita della Media Valle del Serchio che è disponibile a applicare soluzioni previste dal contratto nazionale per rendere i punti vendita più efficienti (per esempio flessibilità), ma di cessione a privati non ne vuol sentir parlare. Si chiede una trattativa sul futuro di Coop nel territorio subito, per scongiurare che Unicoop se ne vada dalla Valle del Serchio, altrimenti si sciopera sabato 18 febbraio”.
Bindocci ha invitato anche l’assessore provinciale Nicola Boggi perché “dopo la costituzione del tavolo di crisi solleciti la azienda a dare disponibilità a partecipare all’incontro chiesto dalle organizzazioni sindacali”.
“I lavoratori dei punti vendita di Barga, Pieve Fosciana e Fornoli – si legge nella nota frutto dell’assemblea – preso atto della disponibilità a rivedere complessivamente gli esuberi e le chiusure, oltre che le modalità di cessione dei negozi ritengono che localmente le ragioni del stato di agitazione non siano venute meno. Perché quello che nei tre negozi della media valle deve essere il punto fermo è che Unicoop Tirreno non si deve ritirare e che i tre negozi non devono essere ceduti. Pertanto il personale dei tre negozi conferma lo stato di agitazione, chiede entro 10 giorni un incontro sul territorio che scongiuri ogni ipotesi di cessione e si rende disponibile a delle soluzioni contrattuali che possano rendere i negozi più efficienti”.