Lucca, cresce l’export ma è sotto la media regionale

13 giugno 2017 | 10:42
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Lucca, cresce l’export ma è sotto la media regionale

I principali risultati emersi dall’analisi dei dati Istat sul commercio estero da parte dell’ufficio studi e statistica della Camera di Commercio di Lucca, sono che le vendite all’estero della provincia di Lucca, nel corso dei primi tre mesi del 2017, sono risultate pari a 878 milioni di euro, in aumento del +3,7% (+31 milioni) rispetto a un anno prima. La dinamica lucchese risulta inferiore sia al dato regionale (+10,1%) che a quello nazionale (+9,9%), ma in crescita rispetto a quanto registrato nel primo trimestre 2016, quando la variazione si era attestata al +3,1%. L’andamento particolarmente positivo della Toscana in realtà risulta legato a peculiari e straordinarie dinamiche territoriali e settoriali, specialmente nel caso di Livorno (petrolifero e cantieristica), Massa Carrara (meccanica) e Siena (farmaceutica).

Per Firenze, Pisa e Pistoia l’export è cresciuto leggermente di più che a Lucca, mentre Arezzo e Prato hanno fatto segnare un incremento in linea con quello lucchese. Le importazioni provinciali hanno invece registrato una lieve diminuzione, scendendo del -2,4% rispetto ai primi tre mesi del 2016 e attestandosi a quota 486 milioni di euro. Anche in questo caso le dinamiche regionale e nazionale risultano migliori di quella lucchese, con una crescita degli acquisti dall’estero rispettivamente del +5,4% e del +13,7%.
A livello settoriale l’andamento è risultato abbastanza eterogeneo: il cartario, primo settore provinciale per valore esportato (237 milioni di euro nel trimestre), è cresciuto del +1,7% grazie all’incremento delle vendite di pasta da carta, carta e cartone (+5,0%), mentre per gli articoli in carta e cartone si è registrato un lieve calo (-0,2%). La meccanica ha segnato invece una battuta d’arresto (-10,3%, 141 milioni di euro), in particolare le macchine per impieghi speciali (-12,3%) dopo l’eccezionale incremento segnato nell’anno precedente; in flessione anche il calzaturiero (-14,4%) e il comparto alimentare che è sceso del -7,2% (66 milioni) per la diminuzione delle vendite di olio di oliva, semi ecc. (-10,1%) dovuta a un calo della richiesta. In calo anche le vendite all’estero dell’industria lapidea, del vetro e delle pietre estratte (-5,8%, 44 milioni), in particolare per la diminuzione del lapideo (-13,2%), e il tessile e abbigliamento sceso del -6,5%.
Aumenti significativi si registrano invece per la cantieristica nautica, salita del +81,6% per quasi 74 milioni di vendite all’estero nei primi tre mesi dell’anno, andamento legato presumibilmente anche a un effetto di contabilizzazione delle vendite di nuovi natanti nei primi tre mesi dell’anno, per la fabbricazione di materiale elettrico e meccanica di precisione (circa 67 milioni di euro) che ha segnato un +26,0% e per l’industria metallurgica cresciuta del +24,7% a quota 58 milioni di euro.
In positivo anche l’industria chimica (+16,7%), grazie all’ottimo andamento della farmaceutica (+26,3%), e la gomma e plastica in crescita del +15,1% rispetto all’anno precedente.
Guardando alle aree di destinazione, si registra un incremento delle vendite all’estero verso l’Europa (+5,2%) grazie al buon andamento dell’Area Euro (+6,7%); stabili invece le vendite verso il continente americano (+0,6%), con un calo dell’area settentrionale (-30,8%) più che compensato dall’incremento di quella centro-meridionale (+130,9%). In diminuzione le vendite verso l’Asia (-5,4%), mentre segnano un incremento quelle verso l’Africa (+2,3%) e l’Oceania (74,0%).
La diminuzione delle importazioni provinciali (-2,4%) è determinata soprattutto dalla flessione degli acquisti dall’estero dell’industria metallurgica (-36,6%, 18 milioni di euro in meno), in particolare per il forte calo delle importazioni di rame e altri minerali (-41,6%) legato a problematiche produttive delle aziende locali del settore.
Sono aumentati invece gli acquisti dall’estero dell’industria cartaria (+1,8%), primo settore provinciale per import con oltre 162 milioni di euro, dell’industria alimentare (+12,9%), per la ripresa degli acquisti di oli e semi oleosi dall’estero (+14,5% nel trimestre), della chimica-farmaceutica cresciuta del +6,4% rispetto al primo trimestre 2016, della meccanica (+9,8%), della fabbricazione di materiale elettrico e meccanica di precisione (+10,4%), e dei prodotti agricoli, della caccia e della pesca saliti del +48,5%.
Sono diminuiti invece gli acquisti dall’estero del cuoio e calzature (-17,0%), del tessile e abbigliamento (-25,0%), della cantieristica nautica (-74,0%) e della gomma e plastica (-11,8%). In negativo anche l’industria lapidea che ha registrato un calo degli acquisti dall’estero limitato al -1,5%.
In relazione alla provenienza geografica degli acquisti effettuati all’estero dalle imprese lucchesi, si registrano diminuzioni degli acquisti da tutte le aree, con l’import di prodotti dall’Europa in un calo del -1,5%, per il negativo andamento dei paesi extra-Ue, mentre per America (-3,7%) e Asia (-5,0%) le flessioni risultano più accentuate.
“Nell’andamento dell’export lucchese – commenta al riguardo il presidente di Confindustria Toscana Nord, Giulio Grossi – è da segnalare la prestazione positiva del settore cartario: l’incremento è significativo sia perché arriva dopo un 2016 con segno negativo, per quanto contenuto, sia per la grande rilevanza del settore, che a Lucca rappresenta oltre un quarto della quota complessiva dell’export. I risultati clamorosamente positivi della nautica di Viareggio rispettano quanto la nostra associazione aveva colto nella sua indagine congiunturale e confermano l’andamento necessariamente discontinuo di un settore i cui prodotti hanno un costo unitario molto elevato. Un aspetto, questo, che incide anche su macchinari e apparecchi, il cui dato negativo non è necessariamente un segnale critico. Le imprese del settore, oltretutto, stanno lavorando anche per il territorio stesso, data la propensione all’innovazione delle imprese manifatturiere lucchesi”.