I comunisti contro la privatizzazione di Toscana Energia

30 giugno 2018 | 09:45
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I comunisti contro la privatizzazione di Toscana Energia

“Nel silenzio più assoluto dei media toscani, sta andando in porto l’ennesima privatizzazione di un bene pubblico patrocinata, in questo caso, da una regione che ama chiamarsi rossa ma che di rosso ormai non ha più niente”. Così la sezione Versilia del Partito Comunista in merito alla privatizzazione di Toscana Energia.

“Toscana Energia il colosso che controlla la distribuzione del gas metano nella maggior parte del territorio toscano sta per diventare un soggetto privato – si legge in una nota -. Toscana Energia è una società che nasce nell’anno 2006 dalla fusione delle municipalizzate per la distribuzione del gas metano dei comuni di Firenze, Empoli, Pisa e Pistoia. L’espansione della società è stata rapida e, come al solito, piena di accordi politici che hanno portato all’ingresso nel gruppo di altre municipalizzate e quindi un forte allargamento delle rete. Sostanzialmente ad ogni ingresso di un comune nella società, Toscana Energia ereditava la gestione della rete acquisendo anche il personale delle municipalizzate”.
“Oggi – proseguono i comunisti – Toscana Energia controlla oltre 103 comuni, con un vettoriamento di 1.140 milioni di metri cubi di gas e con 444 dipendenti. Si legge dal sito: ‘I risultati del bilancio 2017 evidenziano ricavi totali pari a 136 milioni di euro e investimenti sul territorio per 53 milioni di euro’. Perchè una società pubblica in attivo deve essere privatizzata? Il giochino è il solito, si inizia con accentrare un servizio in un’unica società e poi, quando questa ha acquisito quote rilevanti di mercato, la quasi totalità della Toscana, la si vende al miglior offerente, il quale una volta acquisito il giocattolo fa scattare le solite operazioni: ottimizzazione aziendale con accentramento in un’unica zona dei servizi; licenziamento dei dipendenti amministrativi e degli operativi con conseguente esternalizzazione dei lavori a ditte sub appaltatrici; programmazione ed investimenti inesistenti, con interventi finalizzati solo alla riparazione della rete;
aumento delle tariffe”.
“I perché della vendita sono misteriosi e celati, a detta di alcuni sindaci, in urgenti fondi di cassa (Firenze e Pistoia) – affermano ancora i comunisti -. L’impressione è che si voglia attuare una rapida privatizzazione di una società, appetibile ed in salute, senza ascoltare il volere dei cittadini e delle aziende che hanno necessità di acquistare l’energia ad un prezzo competitivo”.
“La stessa cosa avverrà a breve termine nelle Ato che controllano l’acqua e alla società di raccolta rifiuti confluite in Rete Ambiente”. “I comunisti condannano la cessione dell’ennesimo asset pubblico e sostengono quei sindaci che hanno espresso perplessità sulla privatizzazione – conclude la nota – Invitiamo tutti i cittadini ad intervenire al fine di scongiurare l’ennesima infedeltà politica e ai dettami sociali ai quali essa si dovrebbe ispirare”.