



È il dolce al cucchiaio più conosciuto, amato e preparato in tutta Italia e non solo! Sono anni ormai che ci viene copiato in tutto il mondo. Cavallo di battaglia di nonne e zie e presenza fissa nei menu delle trattorie do ogni regione d’Italia così come dei ristoranti stellati. È impossibile non averne mai sentito parlare e tanto meno non averlo mai assaggiato. Di cosa si sta parlando? Del tiramisù naturalmente!
Questo dolce delizioso è “sulla bocca di tutti” ma sono in pochi a conoscere davvero quale sia la storia del tiramisù classico, le leggende diffuse sulle sue origini sono davvero tante.
Sono decenni, infatti, che è in corso un acceso dibattito tra alcune regioni italiane che rivendicano la paternità del dolce più amato d’Italia. C’è chi sostiene che sia una specialità del Friuli Venezia Giulia, i friulani sono sicuri che sia nato a Treviso intorno agli anni ’60 del ‘900 dall’idea di un pasticcere di nome Roberto “Loly” Linguanotto. Anche i veneti rivendicano la paternità (più antica rispetto alla friulana) del dolce così come del suo nome. Si dice che venne chiamato “tiramesù”, termine coniato dal dialetto veneto, appunto, e poi italianizzato in “tiramisù”. Si racconta che siano stati i cortigiani veneziani a battezzarlo così poiché secondo loro aveva delle proprietà energizzanti e addirittura afrodisiache e che lo consumassero in grandi quantità prima di un incontro romantico.
Ma tra tutte le leggende esistenti, quella che sembra più verosimile e concreta fa risalire la creazione di questo dolce delizioso in Toscana, più o meno verso la fine del XVII secolo.
Sembra proprio che questa prelibatezza sia nata da un’idea della corporazione dei pasticceri senesi, come omaggio per il granduca di Toscana di allora, Cosimo III de’Medici, noto buongustaio, in occasione di una sua visita in città.
Proprio perché nato per omaggiare il granduca, originariamente per questo dolce fatto di uova, zucchero, panna e biscotti inzuppati, venne scelto il nome di “Zuppa del Duca”.
Il granduca apprezzò tanto il dolce che divenne il suo preferito e decise di “prendere in dono” anche la ricetta che portò con sé a Firenze. La corte fiorentina, fulcro della cultura e della vita mondana italiana dell’epoca, non ci mise molto a far divenire il tiramisù una vera e propria moda, facendo sì che si diffondesse subito in tutta la Toscana e in poco tempo varcò i confini fino a “invadere” tutta l’Italia settentrionale, in particolare l’area lombardo-veneta.
La zuppa del Duca, aveva una ricetta abbastanza simile a quella che conosciamo oggi, gli ingredienti principali erano già all’epoca zucchero, uova, caffè e panna. Ha però inevitabilmente subito alcune modifiche nel corso dei secoli e diffondendosi di regione in regione. Ad esempio il mascarpone, ingrediente irrinunciabile del dolce per come lo conosciamo oggi, divenne quasi sicuramente parte integrante della ricetta quando dalla Toscana iniziò ad essere preparata ampiamente anche in Lombardia e in Veneto. Lo stesso vale per i biscotti savoiardi piemontesi, che soltanto in seguito si sono “imposti” come elemento irrinunciabile della ricetta, in quella originale toscana si usava invece una base molto simile a quella che oggi chiamiamo pan di Spagna.
Col passare del tempo, inoltre, alcuni ingredienti “coloniali” per pochi fortunati, come il caffè e il rhum sono diventati accessibili anche alle classi meno agiate e ciò ha enormemente contribuito alla sua diffusione in tutto il territorio italiano.
Al di là delle origini toscane di questo dolce, perché è tanto amato?
La risposta è ovvia: perché è buonissimo, tanto da ottenere consenso pressoché unanime a livello globale e perché è geniale nella sua semplicità. È infatti molto facile da preparare e servono pochi ingredienti genuini facilmente reperibili: basta procurarsi delle uova fresche, zucchero, del buon caffè, il mascarpone (ancora più buono se fatto in casa), i savoiardi ed infine il cacao amaro per il tocco finale.
È tanto diffuso anche perché (qui i puristi del tiramisù forse storceranno un po’ il naso) si presta a tantissime varianti, ad essere costantemente reinventato.
Sono in tanti, ad esempio, a non apprezzare particolarmente i savoiardi, per cui spesso, chi prepara il tiramisù in casa, li sostituisce con altri biscotti friabili come i biscotti secchi o i Pavesini. C’è poi anche chi prepara il pan di spagna e chi, soprattutto nel periodo natalizio, usa le fette di pandoro o di panettone avanzate al posto dei biscotti, trasformandolo anche in un dolce anti-spreco.
Sono ormai diversi anni, inoltre, che si sono diffuse nelle cucine degli italiani delle versioni più fresche ed estive di questo dolce, molti infatti, hanno pensato di prepararlo con la frutta al posto del caffè. Le varianti di tiramisù alla frutta più diffuse sono quelle con le fragole o le pesche, e qualche volta con l’ananas, per un tocco più dolce ed esotico.
Infine, non tutti amano aggiungere il Rum nella bagna, molti preferiscono evitare di usare liquori per la preparazione del dolce, soprattutto se lo mangiano anche i bambini, molti altri invece preferiscono aggiungere qualche goccia di Marsala alla crema, dal sapore molto meno invasivo rispetto al Rum.