Covid19, le lavanderie possono restare aperte

Confartigianato: “Non devono darne comunicazione alla prefettura”
Le lavanderie, in base a quanto previsto nel Dpcm del 22 marzo scorso possono stare aperte senza dover inviare nessuna comunicazione a nessuno.
Rientrano, infatti tra le attività già autorizzate dal dcpm dell’11 marzo. Non devono inviare dunque, spiega Confartigianato di Lucca, alcuna comunicazione al prefetto.
Altre attività
Ci sono invece alcune produzioni, che sono funzionali ad altre che, pur non rientrando nell’allegato 1) del Dpcm 22 marzo 2020, possono continuare a svolgere la loro attività, ma devono inviare una comunicazione al Prefetto su apposito modello disponibile anche presso i nostri uffici.
L’attività può essere svolta fino a quando la Prefettura non comunica all’impresa che non la ritiene funzionale ad assicurare la continuità della filiera , per cui, da quel momento, l’attività dovrà essere sospesa.
Sulla questione interviene anche Cna: “C’è stato un momento di confusione con l’uscita del decreto del 25 marzo – confermano i dirigenti di Cna Lucca – ma adesso è chiarito che possono continuare a lavorare, sebbene sia obbligatorio che seguano tutte le disposizioni a tutela della sicurezza dei dipendenti”.
Diverse aziende della nostra provincia sono in questi giorni in difficoltà per la non presenza del loro codice Ateco fra quelli previsti dall’ultimo decreto. Nonostante molti artigiani e piccole imprese siano da supporto ad altre imprese che possono continuare l’attività, come il settore cartario.
“Per questo motivo – continuano alla Cna – siamo a disposizione di tutte le imprese per consulenze e chiarimenti. Ricordiamo anche che c’è la possibilità di fare comunicazione al Prefetto di Lucca di proseguimento della propria attività, se si dimostra l’esigenza produttiva”.
Per maggiori informazioni è possibile rivolgersi a: Cna Lucca 0583 4301103 tesi@cnalucca.it