I sindacati: “Aziende gas-acqua mettono in Cig i dipendenti per fare cassa”

Filctem, Femca e Uiltec: “Comportamenti preoccupanti e scandalosi”
“In questo quadro pensiamo che prima di ricorrere all’utilizzo di qualsiasi ammortizzatore sociale sia necessario attivare tutti i tavoli di confronto con le organizzazioni sindacali utilizzando così tutti gli strumenti previsti dalla contrattazione collettiva, anche aziendale, per tutto il personale la cui prestazione non sia necessaria, al fine di consentire ai lavoratori l’astensione dal lavoro senza perdita della retribuzione. Pensiamo che settori strategici come questi, possano procedere in modo diverso alla gestione di questa emergenza”. Così le segreterie territoriali Filctem, Femca e Uiltec insieme alle Rsu di 2IRete Gas e Gaia che denunciano a sindaci e prefetti la decisione delle due aziende di lasciare a casa molti dipendenti, ponendo quindi anche a rischio la continuità del servizio.
“Stiamo assistendo in questi giorni a comportamenti preoccupanti e scandalosi da parte delle aziende del settore gas-acqua a livello nazionale e territoriale si legge in una nota -. Questo è ad esempio quello che sta facendo 2i Rete Gas dove, come organizzazioni territoriali, abbiamo denunciato a sindaci e Prefetto come il secondo player nazionale di distribuzione del gas naturale in Italia, dopo Italgas, con fatturati e utili da capogiro e con maggiore azionista il fondo F2i partecipato dalla Cassa Depositi e Prestiti, voglia procedere unilateralmente alla messa in Cassa integrazione di parte del personale, senza accettare nessuna proposta integrativa avanzata dalle organizzazioni sindacali. Da questa grande azienda, così come dalle altre che operano nel settore ci saremo aspettati, vista l’emergenza dovuta alla pandemia, un confronto su un nuovo e necessario assetto organizzativo per agevolare il lavoro degli addetti che sono e devono rimanere in campo al fine di garantire, nel migliore dei modi, il servizio di distribuzione del gas. Invece la scelta è stata un atto scellerato e non consono alla gestione dell’emergenza”.
“L’annuncio del ricorso all’istituto della cassa integrazione guadagni da parte di 2i Rete Gas apre oltretutto uno scenario inedito in tutto il settore e pone seri dubbi sull’opportunità dell’utilizzo di questi strumenti da parte di aziende che svolgono servizi pubblici essenziali – si legge ancora nella nota -. La distribuzione del gas è un servizio di interesse pubblico di conseguenza la continuità, l’efficienza e l’esercizio in sicurezza delle attività devono necessariamente essere assicurati. Discorso diverso su Gaia, dove lo scorso venerdì (27 marzo) l’azienda in un incontro richiesto dalle Rsu ha prospettato la possibilità di ricorso al Fondo di integrazione salariale, (Gaia per scelta societaria non ha accesso alla Cassa integrazione), soprattutto per quei lavoratori che ad oggi non hanno la possibilità di accedere alle ferie pregresse in quanto non accumulate. Ad oggi però non abbiamo avuto riscontri definitivi e auspichiamo che a breve si possa concludere il tavolo di confronto. Nelle scorse settimane, grazie al confronto con l’azienda, abbiamo richiesto e ottenuto l’attivazione di tutte le misure di protezione così come previsto dal Dpcm ministeriale e l’attivazione di smart working per gran parte dei dipendenti. Inoltre abbiamo chiesto e già in larga parte ottenuto, di garantire le attività finalizzate ad evitare rischi per la pubblica incolumità, alla continuità della fornitura in caso di interruzioni (tra i quali il pronto intervento con le modalità consolidate che garantiscano il distanziamento sociale tra gli addetti e utenti), al mantenimento dei livelli adeguati di erogazione e sicurezza del servizio ed all’accesso alla fornitura oltre alla sospensione o limitazione di tutte le attività non essenziali che possano comportare contatti tra lavoratore e altri cittadini”.