Il distretto calzaturiero di Lucca nel tunnel: “Investimenti strutturali o sarà un dramma”

25 aprile 2020 | 14:56
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Il distretto calzaturiero di Lucca nel tunnel: “Investimenti strutturali o sarà un dramma”

Galeotti (Filctem): “La crisi provocata dal virus è ancora più grave per un settore che presentava già tante criticità”

In ginocchio. Non c’è altro modo per descrivere lo stato del settore tessile-moda e calzaturiero italiano. Una situazione drammatica, cui non fa eccezione il distretto di Lucca.

A denunciarlo è l’unione dei sindacati territoriali, profondamente preoccupati per il tessuto produttivo locale. “Tuttavia – sottolinea il segretario della Filctem Franco Galeotti non possiamo fingere di essere sorpresi. Già prima della chiusura forzata prevista dai decreti, a fatica si tenevano aperte le attività, e difficilmente venivano fatte rispettare le normative sulla sicurezza. Con 250 posti di lavoro in meno solo nello scorso anno, il calzaturiero lucchese versa da tempo in una situazione molto critica, che il covid-19 ha ulteriormente aggravato”.

Ma le conseguenze del virus erano state ampiamente preannunciate. Già a inizio marzo, un’indagine di Confindustria attestava l’insofferenza del 60% delle imprese manifatturiere: fra cui il settore dell’abbigliamento e della lavorazione dei pellami. Grandi, quindi, anche le difficoltà per i calzaturifici, come da tempo i sindacati denunciano: “Abbiamo avanzato a tutti i livelli, da quello nazionale in giù, la necessità di un confronto teso a superare le criticità ampiamente previste della pandemia, prima che fosse troppo tardi. Ma senza ricevere risposte concrete. Perciò seppur rammaricati di apprenderlo dalla stampa, valutiamo comunque positivamente l’attivazione degli imprenditori del settore tessile e calzaturiero presso le sedi istituzionali, e apprezziamo che il sindaco di Capannori Menesini se ne sia fatto carico in sede regionale, presentando la situazione al presidente Enrico Rossi. Tuttavia-continuano-ormai ciò non è sufficiente. Il mondo si è trasformato, e le prospettive del tessile-calzaturiero sono ancora più incerte rispetto all’inizio dell’emergenza: serve un confronto con tutti i soggetti coinvolti nella crisi”.

Nel giro di due mesi, infatti, la realtà è cambiata profondamente, come cambiate sono le imprese, i processi produttivi e i canali di commercializzazione dei prodotti. “Ci troviamo di fronte a una grande sfida, che vinceremo solo adeguandoci a tali trasformazioni nel segno della collaborazione – spiega Galeotti – : solo quegli imprenditori più innovativi, disponibili a percorrere strade nuove e condivise potranno farcela, accogliendo la necessità di rivedere, riprogettare e ricostruire il settore stesso, su basi solide e ampiamente condivise da tutti gli attori in campo”.

“E soprattutto, senza ricorrere a scappatoie fiscali, delocalizzazioni in paesi meno regolati e all’impiego di cooperative sottopagate adibite alle linee di produzione – avverte il segretario della Filctem – L’unica via per salvare il tessuto produttivo e tutelare il calzaturiero lucchese dalla concorrenza sleale, è definire un protocollo condiviso su un progetto industriale di distretto e filiera: perché direttamente legate alle aziende di produzione calzaturiere sono quelle che riforniscono di servizi e materiali necessari alla produzione – continua Galeotti -. Serve un piano di investimenti strutturali e formativi, realizzabile solamente all’insegna della attiva e costruttiva collaborazione di tutte le parti in causa: prime fra tutte le amministrazioni locali, che, come sottolinea il sindaco di Porcari, hanno tutto il dovere e l’interesse di salvaguardare il ‘buon lavoro’ dei propri concittadini e il ‘buon sviluppo’ del proprio tessuto industriale. Solo nel segno della collaborazione e condivisione, potremo superare questa crisi”.

“Per questo – concludono all’unisono i sindacati del settore – a fronte di una situazione estremamente più difficile e complessa della precedente crisi finanziaria globale, siamo certi che il sindaco Menesini non si dimenticherà di convocare al tavolo di crisi regionale per il distretto calzaturiero, anche le organizzazioni sindacali: voce di tutti quegli uomini e donne che con sacrificio, dedizione e competenza mantengono attive e produttive le fabbriche. Soprattutto nei periodi di crisi”.