Valorizzare la biodiversità, al via lo studio di Gruppo Salov su 52 varietà di olivo

L’obiettivo della partership con il Cnr è indagare la produttività e la sostenibilità della produzione olivicola
Parte la messa a dimora di 52 differenti varietà di olivo a villa Filippo Berio. L’opera di valorizzazione promossa dal Gruppo Salov rientra nei progetti portati avanti dall’azienda a livello nazionale e locale. Tra gli altri infatti, l’azienda orientata alla qualità e forte del suo expertise nel mondo dell’olio di oliva, collabora con il Cnr, il più grande istituto pubblico di ricerca in Italia. L’obiettivo della partnership è indagare la produttività e la sostenibilità della coltivazione olivicola per migliorare la qualità dell’olio.
La messa a dimora di 52 differenti varietà di ulivo all’interno dell’azienda agricola villa Filippo Berio, centro di ricerca a cielo aperto di 75 ettari, di proprietà del Gruppo mira in questo senso a valorizzare la biodiversità oleicola. “Siamo orgogliosi di poter ospitare all’interno di villa Filippo Berio questi importanti
esperimenti volti a individuare soluzioni per il miglioramento di tutta l’olivicoltura italiana, con l’obiettivo di sostenere una produzione efficiente, di qualità ma soprattutto sostenibile – dichiara il Daniele Piacenti, responsabile selezione e blending del Gruppo Salov -. Attraverso questo progetto siamo sicuri di poter dare nuova forza ad un settore oleicolo sempre più orientato verso la standardizzazione”.
L’Italia conta il maggior numero di varietà di olive al mondo e la collaborazione iniziata nel 2019 dal Gruppo Salov con l’istituto per la Bioeconomia del Cnr mira a sfruttare appieno le potenzialità di questa biodiversità. Il progetto, entrato nella seconda fase, ha portato alla messe a dimora nell’uliveto di villa Filippo Berio di 52 diverse nuove varietà pronte ad essere studiate. Le varietà, che provengono prevalentemente da aree marginali del centro Italia, sono tutte rappresentative di un’olivicoltura tradizionale contraddistinta da minori esigenze agronomiche. Il progetto sarà utile a far riscoprire piante poco coltivate, contribuendo a imprimere nuova forza al settore oleicolo. La studio di questa biodiversità locale, inoltre, può essere utile anche a individuare piante meno suscettibili alla xylella fastidiosa che sta mettendo a rischio l’interno patrimonio olivicolo italiano. I risultati delle ricerche verranno condivisi diventando patrimonio comune per una produzione olivicola di qualità.
“Questi esperimenti ci aiuteranno a indentificare le varietà più interessanti e resistenti da introdurre e impiantare nell’oliveto di villa Filippo Berio – spiega il tecnologo del Cnr Claudio Cantini -. Lo studio sarà altresì funzionale al recupero di antiche cultivar toscane che sono andate in disuso nel corso degli anni e che, invece, torneranno in auge come rappresentative in una delle aree più adatte alla coltivazione dell’olivo”.