Covid, rapporto Cgil e Ires: preoccupa l’impatto sull’economia. Industria e servizi i settori più colpiti

Aumenta invece il credito a favore delle piccole e medie imprese per aiutarle a superare questo momento di difficoltà
Il rapporto recentemente realizzato da Cgil e Ires Toscana (Istituto di ricerche economiche e sociali) delinea lo stato dell’economia regionale sulla base dei principali indicatori statistici dell’andamento economico, descrivendo la situazione nei singoli territori. Aldilà delle diverse specializzazioni produttive, il quadro generale è fortemente negativo.
La situazione della provincia di Lucca si prospetta tutt’altro che rosea: secondo le stime di Prometeia il valore aggiunto (l’incremento di valore nell’ambito della produzione e distribuzione di beni e servizi finali grazie all’intervento di fattori produttivi a partire dalle risorse iniziali) generato dal territorio si attesterà attorno al –10,9% rispetto ai valori del 2019, leggermente peggio della media regionale. Dietro questo peggioramento c’è un calo generalizzato nei vari settori, ad eccezione di quello agricolo che registra un +1,6%, a partire da quello industriale (-15,9%), seguito dall’edilizia (-11,5%) e servizi (-9,2%).
Il numero di Ula, Unità di lavoro (ottenute riducendo il valore unitario delle posizioni lavorative in equivalenti a tempo pieno), registra un calo generale del 9,9%, pari a 15.147 posti di lavoro a tempo pieno. I settori più colpiti, industria e servizi, arrivano a diminuzioni rispettivamente del 10,8% e 10,2%, ma con diminuzioni significative anche nell’edilizia (7,8%) e più leggere nell’agricoltura (-2,4%).
Grazie all’uso massiccio della cassa integrazione, alla netta diminuzione delle Ula corrisponde, per il momento, un calo dell’occupazione solo del 2%. Secondo le previsioni occupazionali del rapporto, ci aspetta però una diminuzione dell’occupazione, rispetto al 2019, tra i 9mila (5,8%) e gli 8mila (5,2%) posti di lavoro con il termine del blocco dei licenziamenti.
Aumenta invece, grazie agli effetti del decreto rilancio, il credito a favore delle piccole e medie imprese per aiutarle a superare questo momento di difficoltà. Sul territorio lucchese è stato quantificato alla fine di aprile un aumento del 9,5% dello stock creditizio, con 7997 operazioni effettuate per un totale di oltre 500 milioni di euro stanziati.
Sebbene nella provincia di Lucca si sia registrato nei primi sette mesi un consistente aumento delle ore di cassa integrazione pari al 732%, che corrisponde ad oltre 11.600 lavoratori in cassa integrazione, il dato è comunque decisamente inferiore alla media della regione. La ragione sarebbe da cercare nelle particolarità produttive del territorio, con il settore dell’industria cartaria, e quello metalmeccanico ad essa collegato, che non ha subito grandi interruzioni con il lockdown, ma anche nella natura turistica della provincia. Con la stagione compromessa, molti dei lavoratori stagionali si sono visti privati sia del reddito che degli ammortizzatori sociali. C’è anche da considerare che i dati si riferiscono solo alla cassa integrazione ordinaria, senza considerare gli altri tipi di ammortizzatori sociali.
Sempre secondo le stime Prometeia, l’export del territorio dovrebbe subire un calo di 544 milioni di euro (-13,8%), mentre l’import di 392 milioni di euro (-19%).
Come conseguenza del terremoto che ha colpito il settore economico provinciale, è prevista una diminuzione del reddito disponibile pari al 3,8%, mentre il calo dei consumi si dovrebbe attestare attorno a ben il 9,6%. Il recupero in termini di export e consumi con il ritorno ai livelli del 2019 è previsto non prima del 2023, ma lo stesso non si può dire per le Unità di Lavoro, l’occupazione e il valore aggiunto complessivo, che secondo le previsioni necessiteranno di più tempo per riprendersi dalle conseguenze della pandemia.