Sanità, sindacati in presidio davanti al San Luca e al Versilia: prosegue lo stato di agitazione

Giovedì (6 aprile) sit-in dalle 9 alle 13 davanti agli ingressi degli ospedali dell’Asl Toscana nord ovest
Non si placa lo stato di agitazione dei lavoratori della Asl Toscana nord ovest proclamato dai sindacati. Il malcontento dei dipendenti dell’azienda sanitaria si concretizzerà giovedì (6 aprile) con una serie di presidi unitari di Fp Cgil, Fp Cisl e Fpl Uil, che si svolgeranno dalle 10 alle 13 di fronte all’ingresso di vari ospedali della regione. Nella nostra provincia, i presidi con assemblea si terranno dalle 9 alle 10 di fronte all’ex ospedale Campo di Marte, dalle 10,30 alle 11,30 davanti al San Luca e dalle 12 alle 13 di fronte all’ospedale Versilia.
“Siamo arrivati a indire lo stato di agitazione e a organizzare i presidi territoriali per la grave situazione di carenza di personale che continua a caratterizzare l’intera Usl Toscana nord ovest e in particolare la zona di Lucca e Versilia – afferma Pietro Casciani -. A far suonare il campanello d’allarme, poi, è stato il fatto che siano stati messi in discussione i diritti dei lavoratori costretti a saltare i giorni di riposo o le 104, le varie aspettative. Ogni diritto è messo in crisi e non si salva nessuno. Tutte le professioni si trovano in difficoltà, Operatori socio sanitari, infermieri, medici e tecnici. E pure gli amministrativi sono una categoria in crisi anche se a volte ‘dimenticata’ perché magari minoritaria rispetto ai numeri dell’intera azienda sanitaria ma ricordiamoci che non si manda avanti una macchina di 12mila dipendenti senza amministrativi”.
“Lo stato di agitazione del personale infermieristico, oss e tecnico sanitario ed amministrativo dell’Asl Toscana nord ovest è stato dichiarato vista la carenza ormai strutturale di forza lavoro, che comporta ormai da tempo numerosi disagi agli addetti ai lavori – spiegano da Fp Cgil -. Negli ultimi anni sono infatti mancate le sostituzioni per i pensionamenti e le lunghe assenze legate a gravidanze, malattie o infortuni, che hanno comportato un rischio per i servizi ai cittadini e, soprattutto, per l’incolumità psicofisica dei lavoratori”.
“Ad essere lamentato è un eccessivo ricorso agli straordinari e al lavoro aggiuntivo, oltre che il lavoro ad organico ridotto. A tutto questo si aggiunge la mancata tutela di diritti fondamentali come i giorni di riposo e quelli di ferie, già gravemente minati negli ultimi anni.
I presidi seguono naturalmente la dichiarazione dello stato di agitazione, e qualora non fossero sufficienti a spingere la direzione dell’azienda al confronto con i rappresentanti dei lavoratori, i sindacati si vedranno costretti a proseguire la mobilitazione – proseguono dal sindacato -. Proseguirebbe dunque anche lo stato di agitazione, con la conseguente possibilità di vedere nuovamente il ricorso ad altri presidi, o addirittura scioperi nel caso in cui i primi si rivelassero inefficaci”.