Pandemia e salute mentale: disturbi d’ansia per oltre il 50 per cento della popolazione

12 dicembre 2020 | 17:17
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Pandemia e salute mentale: disturbi d’ansia per oltre il 50 per cento della popolazione

Esperti a confronto nella commissione politiche sociali del Comune di Lucca. Necessaria la promozione dei percorsi di aiuto, rischio ‘burn out’ anche per gli operatori sanitari

Salute, l’argomento più toccato in questi tempi di pandemia. Ma ancora troppo poco si parla di quella mentale, ignorando l’altra faccia dell’infezione da Covid: le sue conseguenze psicologiche. Conseguenze così gravi da spingere l’Organizzazione mondiale della sanità ad affermare che “la tutela della salute mentale è in questo momento e in questa fase della pandemia una priorità assoluta”.

A testimoniarlo sono sia l’incremento notevole di disturbi come ansia, depressione, disturbi del sonno e tentativi autolesivi, che l’insorgerne di nuovi come il ‘disturbo della sofferenza prolungata’, ovvero la difficoltà nell’elaborazione del lutto causata dall’impossibilità di assistere il proprio caro. Un quadro aggravato inoltre da problematiche socio-economiche, quali la perdita di reddito e occupazionale, ma anche dal continuo e contraddittorio bombardamento mediatico sul Covid.

Il risultato è un incremento sempre maggiore di incertezza, tensione e ansia soprattutto sulle persone più fragili: “A causa del protrarsi delle misure di contenimento del virus i disturbi mentali stanno aumentando vertiginosamente – afferma la dottoressa Soriani, responsabile dell’unità salute mentale e del servizio psichiatrico della Piana di Lucca, ospite con altri esperti della commissione politiche sociali, abitative e della salute guidata da Pilade Ciardetti – Fattori come l’isolamento, lo stress economico, il timore dell’integrità fisica, il lutto e l’impossibilità dell’accompagnamento del malato verso la fine, ma anche l’incertezza della durata della pandemia, le notizie contrastanti della stampa e le contraddizioni della comunità scientifica hanno un impatto sempre più dirompente sulla salute”.

I disturbi d’ansia – sottolinea – raggiungono ormai il 50% della popolazione, e in forte ascesa sono anche depressione e insonnia. Disturbi che si possono evolvere in gravi patologie psichiatriche come il disturbo post traumatico da stress, a volte accompagnate da tentativi di suicidio”.

“È il rischio soprattutto di quanti sopportano un isolamento prolungato – continua la dottoressa – Sono questi i primi soggetti a necessitare di un’assistenza psicologica, e infatti chiamano numerosi. Tuttavia, sospetto che le reali necessità superino di gran lunga le richieste effettive: tantissime persone hanno timore a rivolgersi ai centri di salute mentale”.

“Concordo con la dottoressa Soriani. La mia stessa percezione è che le richieste non ricoprano tutto lo spettro dei bisognosi, nonostante il malessere sia diffuso e in aumento – afferma il dottor Del Rosso, psicologo psicoterapeuta del dipartimento di salute mentale dell’Asl Toscana nordovest – La ragione è da cercare negli aspetti culturali che connotano i centri di salute mentale, spesso associati ai vecchi manicomi e ancora vittime di pregiudizi e stigma. Per questo vanno ripensati i canali di comunicazione dei servizi psicologici e i percorsi di aiuto, una direzione in cui ci stiamo attivando: tuttavia, per rispondere al reale fabbisogno della popolazione sono necessarie risorse aggiuntive di cui adesso non disponiamo – sottolinea Del Rosso – Siamo già allo stremo”.

Problema di lunga data in Italia, l’insufficienza delle risorse economiche per la cura della malattia mentale emerge adesso in tutta la sua evidenza. A pagarne le conseguenze sono infatti i soggetti economicamente fragili, moltiplicati con la pandemia e incapaci di far fronte ai costi dei servizi: “Proprio per questo è nato Psycho Hub – spiega il dottor Enrico Marchi, psichiatra e presidente dell’associazione lucchese Arte e Psicologia, nonché collaboratore della Fondazione Mario Tobino e della Società medico chirurgica lucchese. Centri impegnati in progetti di medicina sociale e salute mentale con interventi concreti: – Psycho Hub è un’iniziativa a favore dei soggetti più colpiti dalla pandemia, sia in termini di sofferenza psichica che economica. Si tratta di un punto d’ascolto telefonico attivo tutti i giorni dalle 9 alle 13 che mette in contatto gratuitamente con psicologi, psicoterapeuti e psichiatri. Un canale per chiedere aiuto direttamente da casa propria, dove spesso si è confinati in situazioni di isolamento prolungato”.

Attivare servizi telefonici e telematici anche di gruppo, promuovendo la condivisione di esperienze di sofferenza spesso legate alla perdita di congiunti e a situazioni di isolamento prolungato, è anche l’idea proposta da Marta Francesconi, psicoterapeuta di gruppo del centro di ricerca psicanalisi di Pisa, attualmente al lavoro nelle Asl: “Credo nella disciplina gruppale come un buon dispositivo sia per accogliere la tematica della perdita di congiunti, ma anche per lenire i dolori dei familiari dei malati. Dobbiamo metterci nei panni di persone che da sole, per periodi estremamente estesi, aspettano a casa, isolati, notizie del proprio parente ricoverato, sotto i bombardamenti costanti di notizie sulla pandemia. Una telefonata con esperti può essere per loro estremamente importante, come la reciproca condivisione del trauma subito – osserva la psicologa – Sono servizi da organizzare come appendice al centro di salute mentale, in maniera flessibile e capaci di trasformarsi nel tempo in base all’evolversi della pandemia. Ma per fare tutto questo occorrono maggiori risorse e soprattutto in brevissimo tempo”.

Mancanza di risorse, difficoltà di accesso ai servizi pubblici per questioni di stigma o economiche, vergogna o incapacità di palesare il disagio e chiedere aiuto, sono gli elementi caratterizzanti l’aspetto psicologico della pandemia. Un quadro che si completa con il problema del ‘burn out’ degli operatori sanitari: “Non sappiamo quanto ancora si potrà loro chiedere di sostenere il sistema socio-sanitario. Da un lato perché vivono la sofferenza legata alla pandemia come comuni individui, dall’altro perché in quanto professionisti sopportano una doppia fatica fisica e psicologica, dettata anche dal continuo rischio di portare il virus in famiglia”, afferma la consigliera con delega alla sanità Cristina Petretti (Pd).

“Non so – concorda la dottor Soriani – se i servizi di salute mentale e psichiatrico della piana di Lucca resisterebbero a una ulteriore ondata di richieste. Il personale di nuova introduzione non è riuscito a compensare i pensionamenti e di concorsi non ce ne sono: stiamo lavorando in una situazione di estrema emergenza”.

Emergenza che colpisce un’ulteriore fascia della popolazione, quella minorenne. A ricordarlo è la consigliera di Lucca Civica Maria Teresa Leone, sottolineando la necessità di supportare il disagio dei più piccoli: “Durante la prima ondata si vedevano striscioni con scritto ‘andrà tutto bene’, nella seconda sono scomparsi. Segno – osserva – del forte senso di solitudine vissuto da bambini e ragazzi, una fascia d’età dove la relazione ricopre una fondamentale importanza nello sviluppo psicologico. Tuttavia, nella famiglia media lo spazio in casa è piccolo, le difficoltà economiche non mancano e gli stati emotivi generali non sono d’aiuto al minore. Minore che non può entrare in contatto con i coetanei se non a distanza a scuola, oppure in remoto. Situazione a discapito anche dell’apprendimento scolastico, metà del quale si produce proprio nella relazione empatica fra insegnante e ragazzo”.

La povertà educativa si sta accentuando sempre di più, soprattutto per gli alunni e le alunne che oltre alla scuola non hanno altra possibilità formativa- conclude la consigliera -: dobbiamo spenderci anche in questa direzione, in difesa dei diritti fondamentali di tutti i minori”.