Provincia di Lucca zona rossa? La Città delle Donne: “Soluzione che pesa sulle famiglie”

L’associazione chiede di pensare a misure alternative: più vaccini e controlli, stop prolungato alle lezioni nel periodo di Pasqua
Provincia di Lucca in zona rossa? La richiesta di Menesini lascia “stupefatte e deluse” le componenti de La città delle donne.
“Occorre, sì – dice – affrontare la questione Covid con serietà, ma con strumenti diversi da quelli che drasticamente e sostanzialmente significano un nuovo lockdown. Questo infatti, come per lo scorso anno e come per tutte le Regioni che si trovano nella cosiddetta “zona rossa”, significa una cosa sola: scuole, di ogni ordine e grado, chiuse. Scuole chiuse e famiglie alle prese con la didattica a distanza, con l’esigenza di dover badare alla prole, con le difficoltà di trovare in breve tempo persone di fiducia che se ne possano occupare, con i gravissimi problemi di ordine economico, dopo un anno di sacrifici e, come i dati ci stanno dimostrando, di perdita di lavoro, di reddito e di sostentamento familiare”.
“Scuole chiuse significa – prosegue la nota — che, come sempre, il problema si scarica sulla famiglia, sulle donne in special modo, e qui sta la nostra delusione verso un uomo giovane, che invece ritenevamo più attento a questo aspetto, che non è un invisibile dettaglio, ma che è invece l’immediata e macroscopica conseguenza di certi provvedimenti emergenziali. Il tutto, invero, in presenza di nessun sostanziale “paracadute” offerto alle famiglie che tuttora si trovano in zona rossa”.
“Il nuovo governo nazionale – dice La Città delle Donne – ha infatti previsto misure di sostegno francamente inique ed insufficienti, a nostro avviso: i bonus baby sitter dall’importo (settimanale) che sì e no riuscirebbe a coprire due o tre pomeriggi, e destinati solo a determinate categorie di lavoratori e lavoratrici, escludendo di fatto la maggioranza di chi è occupato (ad esempio i/le dipendenti del settore privato); i congedi Covid concessi solo a retribuzione ridotta al 50% (con figli fino ai 14 anni) e a zero (per la fascia di età 14/16 anni) e solo se non ci sia la possibilità del lavoro agile; chi ottiene il lavoro agile non può quindi usufruire né del congedo covid né del bonus, ma soprattutto impedisce all’altro genitore di potervi accedere. E comunque chi è in lavoro agile non può contemporaneamente seguire i figli, specie se piccoli, soprattutto se sono alle prese con la didattica a distanza”.
“Tutto ciò produce un solo effetto: uno dei due genitori (sempre che non ci si trovi in una famiglia monoparentale), di solito la donna, deve ricorrere alle ferie, all’aspettativa o, nei casi più estremi – ma non infrequenti, basta guardare i dati – a licenziarsi. È questa, a nostro avviso, la riflessione seria da fare, in Toscana ma anche altrove, perché questa pandemia ci accompagnerà, nostro malgrado, ancora per mesi e i numeri della disoccupazione crescono esponenzialmente“.
“Perché non pensare, invece, a soluzioni diverse? – conclude La Città delle Donne – Organizzare al meglio, per il contributo che le amministrazioni locali possono fornire, la vaccinazione, prevedendo spazi e modalità che vadano a supportare l’attività degli operatori sanitari preposti; intensificare i controlli che contrastino fenomeni di assembramenti (forieri di possibili contagi) come quelli che recentemente hanno posto anche Lucca sui media nazionali; riguardo il nostro territorio, rendere finalmente operativo il nuovo reparto Covid del Campo di Marte, attraverso un’azione di stimolo e pungolo per l’assunzione del personale necessario allo scopo, altrimenti sarà l’ennesima cattedrale nel deserto di cui le cronache nazionali, e non, sono purtroppo piene; infine, se chiusura delle scuole dev’essere, che lo sia intorno al periodo delle vacanze pasquali (1/6 aprile), estendendolo di qualche giorno prima e dopo, in modo da gravare meno sulle famiglie e sui giovani, già enormemente sacrificati in questo anno di pandemia. Solo così, pensiamo, potremo riuscire, tutti e tutte insieme, a superare questo periodo difficile, che dura ormai da troppo tempo”.