‘Uno zaino troppo pesante’: si presenta il saggio del professor Marco Orsi

Il volume verrà presentato giovedì (17 giugno) alle 17 con una tavola rotonda on line
La strada per la scuola di domani? È un percorso che si fa insieme e senza zaino, passa dalla leggerezza organizzativa, attraversa i temi più importanti dell’attualità, si orienta con la bussola della valorizzazione di ogni bambino e ogni ragazzo fa tappa nelle comunità che ospitano la scuola, abbatte i muri della povertà educativa e delle differenze sociali. Il messaggio che vale sia per i dirigenti che per i docenti è quello di connettere l’organizzazione e la didattica.
Questo – a grandi linee – il percorso tracciato da Marco Orsi, ideatore delle scuole Senza Zaino, nel suo ultimo saggio Uno zaino troppo pesante. Le strade per una scuola ecologica e leggera (Maggioli, 2021). Il volume verrà presentato giovedì (17 giugno) alle 17 con una tavola rotonda che si svolgerà su canale YouTube del progetto Senza zaino. Per iscriversi: https://forms.gle/c1e6ovDFkpjvCByQ7.
Dopo l’introduzione di Daniela Pampaloni, coordinatrice della Rete Senza Zaino e i saluti di Ilaria Vietina, assessora alle politiche formative del Comune di Lucca, e Donatella Buonriposi, direttore dell’Ufficio scolastico provinciale di Lucca, il primo intervento sarà affidato a Pier Cesare Rivoltella, professore di didattica e pedagogia generale all’Università Cattolica di Milano che ha curato l’introduzione del volume di Orsi. A seguire sono previsti gli interventi di Marco Rossi-Doria, presidente Impresa sociale Con i bambini, e Luigi Bobba, presidente di Terzjus, Associazione per la riforma del terzo settore.
In programma anche le testimonianze di Emiliana Pucci (dirigente scolastica e membro del direttivo dell’associazione Senza Zaino), Monica Mariti (docente di scuola primaria, vice presidente dell’Associazione Senza Zaino) e Chiara Natali (docente di scuola primaria, formatrice Senza Zaino) che quotidianamente, da anni, lavorano al progetto Senza Zaino. L’incontro sarà coordinato da Maria Paola Pietropaolo, direttrice della rivista Senza Zaino.
È previsto infine l’intervento di Francesco Sinibaldi dell’editrice Maggioli, che ricorderà la figura di Giancarlo Cerini, ispettore scolastico, saggista ed esperto in politiche formative, direttore della Rivista dell’Istruzione alla cui collana appartiene il libro di Marco Orsi.
“A causa dell’emergenza Covid – si legge in presentazione – la nostra società iper-tecnologica sta facendo esperienza di una fragilità che non ha mai provato o che comunque non ha mai interessato così intensamente tutto il pianeta, in contemporeanea. Dal suo osservatorio “privilegiato” sulla scuola e sulla didattica, Orsi osserva che in questo tempo di incertezza c’è la possibilità di capire quali sono le cose che contano davvero e lo strumento suggerito per mettere a fuoco queste priorità è la leggerezza. Leggerezza intesa come semplificazione dell’organizzazione scolastica, essenzialità del curricolo, cura degli spazi dell’apprendimento (aule, giardini e cortili, in primis), valorizzazione e condivisione del compito educativo della comunità in cui opera la scuola, costruzione di percorsi didattici interdisciplinari e personalizzati”.
Marco Orsi è ideatore del modello Senza Zaino per una scuola comunità. Laureato in pedagogia e scienze politiche, è dottore di ricerca in sociologia. È stato maestro e dirigente scolastico, e ha pubblicato numerosi libri in campo educativo. È responsabile di un progetto nazionale per contrastare la povertà educativa dal titolo L’ora di lezione non basta, finanziato dall’Impresa sociale con i bambini.
Scuole senza zaino In Italia sono 654 le scuole che aderiscono alla Rete Sz, per un totale di 44451 alunni coinvolti, dalla scuola per l’infanzia alle secondarie di secondo grado. Il movimento, nato in Toscana nel 2001/2002, conta su numeri davvero importanti, soprattutto se si considera che dietro ogni alunno c’è una famiglia che ha scelto consapevolmente questo modello di scuola centrato sull’autonomia e sulla responsabilità dei bambini e dei ragazzi.
Quelle “senza zaino” sono scuole in cui il materiale si trova in aula, è uguale per tutti e condiviso. In classe non ci sono file di banchi di fronte alla cattedra, ma tavoli e aree di lavoro per lavorare in varie modalità. Il lavoro è personalizzato e autonomo, talvolta individuale, altre volte di coppia o di gruppo per permettere lo svolgimento in contemporanea di attività diverse e la differenziazione dell’insegnamento. A scuola si impara a leggere, scrivere, a far di conto ma lo si fa anche esplorando, facendo cose con le mani, simulando situazioni, sperimentando. Nel modello Senza Zaino l’ambiente formativo è inteso come un sistema complesso fatto di una struttura materiale (spazi, arredi, strumenti didattici, tecnologie) e di una struttura immateriale (le relazioni, le competenze, i programmi, i valori, la valutazione, i metodi). L’alunno è visto nella sua interezza di interazione tra corpo, mani e mente e la didattica tiene uno sguardo costante anche “fuori dalla scuola”, focalizzando le grandi sfide dell’umanità: la non violenza, l’ecologia, la solidarietà, l’inclusione, la democrazia e la cittadinanza.