A Lucense gli esempi di buone pratiche per la bioclimatica

14 aprile 2024 | 11:18
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A Lucense gli esempi di buone pratiche per la bioclimatica

Ancora molta la strada da fare per rendere le nostre città sostenibili, competitive e generatrici di benessere per i cittadini

Si è svolta venerdì (12 aprile) nella sede di Lucense la conferenza dal titolo Bioclimatica in ambito urbano: come contrastare le isole di calore e risparmiare le risorse idriche in città nell’ambito del Laboratorio del costruire sostenibile promosso da Lucense, Istituto nazionale bioarchitettura sede di Lucca, Ente scuola edile Lucchese, Celsius, Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, Collegio dei geometri e Ordine degli architetti di Lucca.

Dopo il benvenuto di Rainer Winter di Lucense e dell’Osservatorio paesaggistico lucchese del presidente Rodolfo Collodi, Luisa Ravello di Arpae Regione Emilia Romagna, ha illustrato ai presenti (in sala e collegati in webinar) l’importanza della interdisciplinarità dei progetti di gestione delle aree pubbliche nelle città portando l’esempio del progetto della Scuola Rebus per la gestione degli spazi pubblici per migliorare il benessere delle persone attraverso i concetti di impermeabilità, di decementificazione, delle trappole termiche causate dalla morfologia urbana.

Sono stati mostrati esempi di città europee quali Lione, Valencia ed altre città europee. Elemento chiave: il cambiamento climatico (che non è più un fattore emergenziale ma è divenuto la normalità), è utilizzato troppo spesso come alibi. Sono stati mostrati esempi di come le infrastrutture verdi/blu possano essere un valore aggiunto per le città anche attraverso bacini temporanei (esempio dei Giardini della Pioggia di Lione).

Il professor Giovanni Bacaro, ecologo docente di ecologia e cambiamenti globali all’università di Trieste, ha parlato di come effettuare la valutazione dei servizi ecosistemici anche mostrando gli studi fatti sui lecci di Villa Bottini. Il vivaista Francesco Mati di Pistoia ha parlato della sua esperienza sia in Italia che all’estero di messa a dimora e della cura del verde degli spazi pubblici sottolineando l’importanza della scelta delle specie di piante adatte ai particolari contesti urbani, della cura necessaria dopo la messa a dimora, ha sottolineato come molto spesso gli investimenti in verde vengano fatti senza cognizione di causa solo per il “dover” piantare un certo numero di alberi senza pensare al futuro sviluppo delle piante trasformando quello che dovrebbe essere un investimento per il futuro un semplice adempimento burocratico che si trasforma in un dispendio inutile di finanze pubbliche.

Ancora molta la strada da fare per rendere le nostre città sostenibili, competitive e generatrici di benessere per i cittadini. Le competenze certo non mancano ma sembrano mancare la consapevolezza del delicato momento che si sta vivendo (con la responsabilità per le generazioni future) e figure di riferimento per coordinare le varie discipline necessarie a portare avanti progetti multi obiettivo.