Alce, il Pd di Bagni di Lucca attacca il sindaco: “Non ha proposto nessuna alternativa per salvare i posti di lavoro”

12 luglio 2014 | 10:08
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Alce, il Pd di Bagni di Lucca attacca il sindaco: “Non ha proposto nessuna alternativa per salvare i posti di lavoro”

Caso Alce, interviene il Pd di Bagni di Lucca: “Ci sentiamo in dovere – dicono i democratici locali – di fornire alcune precisazioni. Noi abbiamo sempre rispettato tutte le posizioni ma dalle affermazioni recenti del sindaco Betti, si comprende quanto  sia scarsa, superficiale e piena di pregiudizi la sua conoscenza sul tema Alce. Tutte le forze politiche che hanno sostenuto il progetto Alce hanno lavorato dall’inizio con i sindacati e gli operai per portare avanti un progetto che oltre alla salvaguardia dei posti di lavoro fornisse tutte le garanzie da un punto di vista di sicurezza, tutela della salute e dell’ambiente quali diritti inalienabili e non ascrivibili ad un singolo comitato o primo cittadino. Riteniamo gravissima l’affermazione del sindaco quando definisce “fittizio” il piano di caratterizzazione dell’area Alce; tale piano è stato approvato dalle istituzioni competenti e anche dallo stesso ufficio tecnico comunale quindi vorremmo che chiarisse tale affermazione o approfondisse il significato di tale termine sul dizionario”.

“Sulla questione della potenza dell’impianto – prosegue il Pd – ci risulta che il servizio ambiente della Provincia abbia più volte ribadito l’infondatezza del superamento dei 50 Megawatt. Nel suo intervento addirittura Betti afferma di aver fatto cambiare idea alle correnti favorevoli all’impianto; forse non si ricorda il fallimento totale della mozione Barsanti (consigliere di Sel) che chiedeva la Valutazione di impatto ambientale (Via) per la centrale a legna Alce alla quale hanno votato contro sia la maggioranza che l’opposizione del consiglio provinciale; la richiesta della Via come più volte ripetuto poteva essere solo una presa di posizione politica visto che, come il sindaco dovrebbe ben sapere, c’è una sentenza passata in giudicato che ne sancisce l’inapplicabilità al progetto di Fornoli. Anche la lettura che Betti vuol dare al protocollo di intesa siglato da sindacati, Cia, Lega Cooperative e Confcooperative, Coldiretti e Confagricoltura con la Regione per l’attivazione di filiere bosco legno energia è assolutamente parziale e distorta; dal documento si evince come l’impianto di Fornoli avrebbe, contrariamente a quanto affermato da Betti, utilizzato solo un decimo della biomassa disponibile in Toscana senza considerare che più della metà del legno sarebbe stato già disponibile a Fornoli come sottoprodotto della produzione del tannino; sempre nello stesso protocollo si legge come per un quantitativo di legna come quello della centrale Alce sarebbero stati previsti incrementi occupazionali medi di almeno 200 addetti da sommare ai 60 che avrebbe previsto il solo progetto. Anche in questo caso è falso affermare che la centrale avrebbe portato pochi posti di lavoro altamente specializzati come afferma Betti quasi ad escludere possibilità di riassunzione per i dipendenti ancora in forza”.
“Il sindaco – dice il Pd – si dimostra carente nella conoscenza di un’azienda storica del suo territorio e irrispettoso del valore dei suoi operai sempre considerati burattini senza cervello; se avesse dialogato di più con loro e con i sindacati saprebbe che ci sono persone già qualificate a tutti i livelli per la conduzione di centrali termoelettriche ed anche per  altre tipologie di impianti come quello del tannino e della ex produzione di pasta semichimica che erano quasi uniche in Italia. Oltre che vergognoso è diffamatorio affermare che chi ha sostenuto il progetto lo ha fatto a scapito degli operai e nell’interesse dell’azienda e per questo invitiamo il sindaco a pesare le parole. Assurda poi l’affermazione di Betti che la realizzazione della centrale avrebbe abbassato il valore della legna a livello locale perché, come sanno anche i gatti, se cresce la domanda il prezzo della merce aumenta visto poi che l’autorizzazione della centrale obbligava a reperire la biomassa nel raggio di 70 chilometri dall’impianto. L’amministrazione comunale sa bene che in questi  due anni e mezzo ha solo speso soldi per ostacolare il progetto cercando cavilli burocratici non trovati. Se ci fosse stato invece un reale pericolo come sempre affermato da Betti, lo stesso, come primo responsabile della salute pubblica, avrebbe avuto il dovere di fare un’ordinanza per bloccare l’impianto; chiaramente, essendo solo illazioni, si è visto bene in tutto questo tempo di intervenire in tal modo limitandosi a lanciare accuse”.
“Nulla è stato fatto dalla giunta – conclude il Pd – per portare un’idea o un progetto alternativi e validi per ricollocare il personale dell’azienda. Per quello che ci riguarda, dispiaciuti per il fallimento del progetto, faremo il possibile per sostenere a tutti i livelli gli interessi dei lavoratori che restano per noi l’unica priorità in questo momento”.