Borsigliana, svelato il significato di due antiche iscrizioni

Finalmente sono state interpretate e tradotte due iscrizioni, da secoli rimaste “illeggibili”, come dimostrano anche alcuni scritti di storia locale, presenti nella chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta a Borsigliana nel comune di Piazza al Serchio. Gli abitanti del piccolo paese hanno finalmente potuto conoscere il significato delle scritte che avevano sempre “visto” ma mai compreso. La prima, in doppio circolo, si trova dipinta nel seicentesco artistico ciborio-tabernacolo di noce intagliato, a base ottagonale, a forma di tempio, presente all’interno della chiesa. La seconda riguarda invece un’iscrizione in latino, incisa su una grossa lapide in pietra serena, murata ad alcuni metri di altezza sulla facciata del campanile.
Da tempo alcuni soci dell’Associazione Civitas Borsigliana si erano cimentati nell’impresa ed alla fine determinante è stato l’intervento di una studiosa spezzina, la dottoressa Anna Rozzi Mazza, responsabile del Museo civico del Sigillo di La Spezia, in via del Prione, messa in contatto con l’associazione Civitas dai coniugi Armando e Franca Barbuto dopo una loro visita al noto trittico quattrocentesco di Pietro da Talada. La scritta dipinta in caratteri dorati sul ciborio è mancante di diverse lettere ed intere parole e questo rendeva difficile l’interpretazione e naturalmente poi la traduzione. La dottoressa Rozzi è riuscita invece a risalire a due versetti completi dell’Apocalisse (II,7 e II,17), rispettivamente “Vincenti dabo manna absconditum & dabo illi nomen novum (al vincente darò la manna nascosta e darò a quello il nome nuovo)” e “Vincenti dabo edere de ligno vitae quod est in Paradiso Dei mei (al vincente darò a mangiare dell’albero della vita che è nel Paradiso del mio Dio). Ancora più difficile è stata la “lettura” della lapide che riporta la data del 1570. In particolare la parte alta, abrasa, è stata possibile “leggerla” solo grazie all’archivio parrocchiale e al nome dell’allora parroco di Borsigliana don Giovanni Pagani di Sillano. Ecco, dunque la ricostruzione: “Ioannes Paganus de Silano ob ecclesiae comoditatem hanc sacram turrim a fondamentis erexit anno 1570” (Giovanni Pagani da Sillano per comodità della chiesa nell’anno 1570 fece costruire questa sacra torre (campanile) dalle fondamenta). Un latino non proprio classico, ma siamo nella seconda metà del 1500. Probabilmente era il campanile della precedente e più piccola chiesa cinquecentesca di Borsigliana.