Oro, incenso e birra. O dei birricordi






Funa il viaggiatore romantico alla birreria Amaldi di Pastrengo
Andare a Pastrengo, in provincia di Verona per me è stato come entrare in un album di figurine: alle elementari, oltre a quello dei calciatori, facevo anche l’album della Storia dell’indipendenza e una figurina doppia abbastanza rara era quella della carica di Pastrengo: Carabinieri a cavallo, tanta roba eroica, cavalli uomini sciabole fucili fumi di guerra. Quasi un videogioco. Fermo. Si muoveva la fantasia e tanto bastava.
Oggi, millenni dopo, capito per lavoro in una zona industriale di Pastrengo, niente cavalli, di carabinieri solo una pantera, niente campi di battaglia, solo capannoni su capannoni, catrame e cemento, peggio della via Gluck.
Una flebile traccia in un errore (?) del navigatore che ci ha fatto arrivare ad un indirizzo omonimo sulle colline sopra, splendide, strada sterrata, casolari e viti a perdita d’occhio. Ma in certi posti non ce li fanno gli istituti di certificazione…
Come coscritti ci riduciamo quindi all’indirizzo di cemento, in attesa del meeting e in cerca di un cibo e bevanda il più indolore possibile
Poi… accade l’imponderabile, come quando Dumbo vola la prima volta, e la giornata in discesa non atterra, decolla! Ecco, fra il cemento armato, nascosto fra grigio e antracite, la Birreria Amaldi. Si entra nella pulizia e nel silenzio come nelle chiese di montagna ma si capisce che qui si mangia e soprattutto si beve bene. La produzione della birra è a vista oltre la saletta per i mangia-bevitori come il menu (mi strizza l’occhio una pasta fatta in casa al Birragout…)

Sì certo ci facciamo un primino e una birra e via ok? Sì ma le birre sono due (in realtà tre: lager, weizen e una più forte ma non c’è sempre)
Allora ne prendiamo una per uno e poi dividiamo?
No, ne prendiamo prima una e poi un’altra e non dividiamo….

Guarda lì… di certo hanno anche il tagliere dei salumi… allora… mentre aspettiamo la pasta…? Aggiudicato.
Con pane secco croccante tipico crucco e grissini buoni, poi c’è anche il pane normale.
Speck selezionato da un amico e gurken, cetriolini che dire sottaceto è un insulto tanto sono delicati. Tutto spazzato via come da un blizzard polare.

Arriva la prima birra, lager, che dura quanto un gatto in tangenziale
Ecco la pasta, ormai hanno capito e ce la servono con il forcone, per la paura di essere sbranati…
Seconda birra, weizen, orsù diamoci un tono, poi c’è il meeting…
Ci dicono che hanno anche dei formaggi a latte crudo, nature o affinati nel peperoncino o anche nei fiori. Avreste avuto voi il coraggio di dire di no? Noi quel coraggio non lo abbiamo avuto.

Caffè di moka corretto con grappa di bardolino. Le due tazzine sono una diversa dall’altra. Voila: Impeccable (è francese, non sono così ubriaco da dimenticare la “i”!)

Luca, il proprietario (credo si chiami così ma ero alla fine della grappa, si potrebbe chiamare anche in modo parecchio differente…) un timido con entusiasmo, ci spiega come fa la birra, secondo l’antica legislazione tedesca sulla birra (Reinheitsgebot 1516). Solo componenti naturali e necessari. Poi con la stessa passione e lo stesso rigore importa alcuni alimenti selezionati da Germania e paesi limitrofi, complice anche la moglie (formaggi). Come si dice, dalla Gorgona si vede Capraia, dio li fa e poi li appaia!
Avreste avuto voi il coraggio di non comprare tali alimenti, soprattutto dopo averne mangiato? Ok ok avete capito…
Mentre pago mi si accende l’occhio su un salvadanaio (anzi devo essere sincero con voi: ci appoggio accanto il bicchierino dell’ultimo shottino di grappino prima del meetinghino). È un salvadanaio strano, antico come me: da piccolo ne avevo uno così della Cassa di Risparmio di Lucca dove lavorava papà. Certe cose, come le figurine, rimangono appiccicate alla tua vita per sempre.

Funa il Viaggiatore Romantico