Verso le elezioni, Sonnenfeld: “Garzella si dimetta”

29 luglio 2016 | 07:46
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Verso le elezioni, Sonnenfeld:  “Garzella si dimetta”

Garzella scende in campo, ma non mancano le critiche. Fra queste quelle di Memo Sonnenfeld, ex consigliere comunale che stigmatizza l’iperattivismo del presidente. “Il presidente del consiglio comunale – dice – impegnato in questi giorni nella sua personale campagna elettorale volta a coagulare gli scontenti dell’amministrazione Tambellini, mi ha convocato (in qualità di ex consigliere) per celebrare, notate bene, il 151esimo anniversario del Consiglio Comunale.. Passi il 150esimo ma istituzionalizzare l’anniversario come ricorrenza annuale trasforma l’evento in un patetico amarcord, reduci e combattenti tutti insieme, coloro che hanno servito e coloro che si sono serviti della città a fare l’elenco dei caduti nella più patetica espressione della lucchesità (se Borzacchini fosse ancora con noi ne farebbe un esilarante quadretto). Ma purtroppo cè poco da ridere”.

“Ben altrii gesti ed azioni – dice Sonnenfeld – sarebbero necessarie per ridare credito alle istituzioni ed alla politica. Nel caso di Garzella, dare le dimissioni da presidente del consiglio comunale. Nello svolgere un ruolo che richiede di essere super partes Garzella ha finito per smarrire la propria “parte”, condizione essenziale per chi vuole esercitare un ruolo nella politica, altrimenti tutto diventa uno scontro di interessi personali, di bande. Nell’analisi politica che dovrebbe avvalorare la sua tesi, sostiene che a Lucca nel 1998 sono state perse le elezioni dal centrosinistra perché non furono fatte le primarie. Nel 1998 furono perse le elezioni perché in nome del partito di Garzella, i Ds, il dirigente regionale Fragai e Maria Eletta Martini, a nome dei popolari, imposero al candidato a sindaco uscente di farsi da parte e lo costrinsero a ricandidarsi con una lista civica Vivere Lucca. Le primarie allora furono richieste a gran voce dal popolo del centrosinistra, ma la consultazione fu effettuata nel comitato ristretto dei partiti. Dopo quella esperienza, nel Partito Democratico poi costituito, si affermò la regola che un sindaco uscente, non sfiduciato politicamente in consiglio comunale, doveva essere ricandidato per il secondo mandato. Le primarie a Lucca, anticipando quanto poi avvenuto a livello nazionale, furono fatte nel 2002 alla Pia Casa per decidere tra il candidato Lazzarini e Barsotti. Vinse Lazzarini che perse poi le elezioni. Le primarie sarebbero una cosa seria se fosse costituito l’albo degli elettori ed utilizzate per lo scopo per il quale furono create”.
“Garzella si auto definisce “la scintilla” che innesca il meccanismo delle primarie – conclude Sonnenfeld – ma di fatto sarà ricordato nello stesso ruolo del militante che, nella sede dei Ds in via S.Giustina, aprì la porta a Giulio Lazzarini per introdurlo in quel corridoio senza via d’uscita dove Fragai, seduto in fondo ad attenderlo dietro una scrivania, gli comunicò: “Caro Giulio, ti ringraziamo per aver risanato il Comune, ma ora i partiti hanno deciso che devi farti da parte”. Scena e personaggi nuovi ma che nella sostanza, nonostante la storia insegni, per uno scontro di potere e non per l’interesse della città, ripercorrono i medesimi errori. Avanti Lucca”.