Pd, Parrini chiede a Tambellini una maggioranza “plurale ed equilibrata”

Basta falchi nel Pd in vista delle amministrative. Tolleranza zero, insomma, con i “professionisti della divisione” che per un soffio non hanno fatto saltare le trattative all’interno del partito per arrivare alla candidatura bis di Tambellini. Arriva a Lucca il segretario regionale del Pd, Dario Parrini, per togliere ogni possibilità di interpretazione al suo intervento che ha messo la parola fine, almeno apparentemente, alla tensione nel partito. Avanti con Tambellini, dunque, che però deve garantire nella rappresentanza consiliare una “maggioranza plurale ed equilibrata”, ovvero in grado di garantire pari dignità a tutte le anime del partito. Se così non sarà, “con gli strumenti democratici a disposizione del segretario regionale”, Firenze, il partito fiorentino “si sentirebbe chiamato in causa ed interverrebbe”. Coinvolgimento che, peraltro, non dovrà riguardare solo la formazione delle liste ma anche la compilazione del programma elettorale e l’analisi del primo mandato, su cosa è andato e cosa non è andato nei cinque anni del primo Tambellini.
Un intervento, quello lucchese, da parte del segretario regionale, forse per mettere a tacere tutte le interpretazioni nate dopo il comunicato in cui si è chiusa la questione della candidatura. E per mettere in guardia tutti del fatto che l’occhio vigile del partito fiorentino non tollererà nuovi tira e molla in grado di mettere a rischio l’unità del partito, almeno verso l’esterno.
Parrini apre con un doveroso richiamo alle tragiche vicende nazionali: “Stavo per annullare l’incontro – dice – di fronte a quella che si profila come una vera e propria emergenza nazionale fra terremoto e maltempo in centro Italia. La mente e il cuore sono lì, e non è certo facile parlare di questioni politiche in queste condizioni”.
Poi entra nel vivo: “Credo che oggi – spiega – dobbiamo salitare il fatto positivo che si è sbloccata la questione della ricandidatura di Alessandro Tambellini a sindaco di Lucca. Dopo settimane di discussioni sofferte abbiamo dato un bell’esempio di unità. La l’unità del Pd è condizione necessariama non sufficiente per vincere le elezioni. E’ una delle parole d’ordine insieme ad altre due: orgoglio per le cose fatte bene e che dovranno essere raccontate e valorizzate; umiltà, perché insieme alle cose buone c’è sempre qualche settore per cui si poteva fare di più e meglio e su cui si dovrà lavorare per i prossimi anni”. “Le campagne elettorali – spiega Parrini – servono a qualcosa e sono efficaci se partono da questi presupposti. Nel frattempo assistiamo con serenità ai commenti delle altre forze politiche, evidentemente infastidite alla ritrovata unità del partito. Che deve essere fatta di responsabilità, oltre a quella che abbiamo già visto e di cui ringrazio tutti gli attori. Ora deve iniziare il dialogo con la città, sulla base di proposte innovative e di ampio respiro mobilitando energie anche nuove per rafforzare l’operato del candidato”.
Proprio nel programma, secondo Parrini, “il candidato deve mostrare capacità inclusiva e di mobilitazione di tutto il partito lucchese, con apporti plurali, rappresentando nei fatti l’nità del Pd cittadino”.
“Il Pd regionale – specifica – ha la funzione di garante del programma e delle proposte che devono scaturire dalle energie di Lucca. La rappresentanza consiliare, poi, dovrà essere corrispondente a una maggioranza plurale ed equilibrata. E se ciò fosse in pericolo il partito si sentirebbe chiamato in causa e interverrebbe. Ci sarà condiscendenza zero nei confronti dei professionisti della divisione e degli ultrà. Questi troveranno nel Pd pane per i loro denti e filo da torcere. Spero ci sia la voglia di far sì che la creazione del programma e delle proposte siano partecipati e coinvolgenti. E il sindaco è consapevole di questo”.
A Parrini si aggiungono le parole del segretario territoriale Patrizio Andreuccetti: “Auspico – dice – e sono convinto che quello che è un modo diverso di vedere le cose possa essere non una difficoltà ma un valore che permetta a gran parte della cittadinanza di rispecchiarsi nel partito e nel governo della città. Siamo gli unici, d’altronde, che parlano di contenuti e siamo convinti che nel momento di sintesi e di condivisione il sindaco terrà conto di queste diversità”.
Sulle divisioni del (recente) passato Parrini preferisce mettere una pietrà sopra: “Io guardo al futuro – dice – e non a quello che c’è dietro le spalle. Certo è che il nostro è stato un percorso trasparente e tutto sommato abbastanza veloce. Gli altri sono probabilmente più divisi di noi ma questo non emerge perché la loro divisione è nascosta. Per questo dico dei professionisti della divisione, perché evidentemente non hanno la nostra stessa concezione della trasparenza e del dialogo, preferendo lo scontro a prescindere alla soluzione”.
C’è spazio anche per parlare della fronda di Garzella, presidente del consiglio comunale: “Cosa penso di Garzella? – dice Parrini – Rispondo quello che diceva la Duras su Sartre, che era molto chiacchierato: per lo più nulla. Garzella nella lista delle nostre priorità è molto in fondo. Ce ne occuperemo, se del caso, al momento opportuno”.
La gestione di questa fase delicata sarà nelle mani del commissario del Pd comunale, Stefano Bruzzesi, anche lui presente all’incontro di oggi: “Bruzzesi – dice Parrini – garantirà il massimo della partecipazione del partito alla creazione del programma e alla campagna elettorale. Il fatto che il partito lucchese sia commissariato non significa che gli organismi e gli iscritti che ne fanno o facevano parte non abbiano voce, anzi”. E Bruzzesi si occuperà anche delle eventuali future alleanze in una realtà, come Lucca, che per Parrini “ha grande peso specifico per il Pd in Toscana, visto che è uno dei due capoluoghi di Provincia in cui si va al voto”. “Per le alleanze – dice Parrini – ci dovrà essere un dialogo a 360 gradi. Sono contento che il civismo che si è creato intorno a Tambellini nel 2012 sia ancora in capa, ma penso che con tutti coloro che si riconoscono nel centrosinistra si debba avviare un confronto. Una esigenza che è tanto più forte in quanto siamo in una città dove, a differenza di altre in Toscana, il Pd non può fare da solo”. Parrini non esclude, peraltro, neanche quelle forze politiche che sono state escluse dalla giunta nella prima parte di mandato del sindaco Tambellini: “Dialogo a 360 gradi – conclude – significa parlare con tutti e cercare una sintesi. Ma per concludere un matrimonio bisogna essere in due…”.
Enrico Pace