
“Non sarò in Consiglio, non mi schiererò, non sarò equidistante”. Sono queste tre frasi che sanciscono l’addio alla politica attiva, dopo questa consiliatura, dell’ex sindaco di Lucca Pietro Fazzi, attuale consigliere comunale e capogruppo di Liberi e Responsabili. La scelta, nemmeno troppo sofferta, arriva a ridosso della campagna elettorale per le prossime amministrative lucchesi: “Dopo varie stagioni di politica attiva – spiega – mi prendo una pausa e smetto con la mia presenza negli organi elettivi. Mi occuperò di politica come cittadino, come, quando e in quale forma ancora non so”. Una scelta, quindi, non di disimpegno: “Mi sento in sintonia – spiega – con una fase di svolta profonda della politica e in più non credo che potrei dare un contributo rilevante. Il mio ruolo sarà quello di un cittadino attento, non schierato ma non equidistante, a difesa dei valori del popolarismo liberale cattolico con una forte propensione per la sussidiarietà e per le autonomie”. Una posizione che, in parte, ha contribuito alla frattura politica con i suoi sodali di Liberi e Responsabili, Buchignani e Fava, che hanno scelto di uscire dal gruppo: “Uno dei motivi – spiega – è stata la mia apertura sui problemi dell’immigrazione, un fenomeno storico e di proporzioni colossali che non si può ignorare, anche de deve essere governato”.
Fazzi tiene a ribadire, poi, la necessità di un’alternanza nel governo della cosa pubblica e nella partecipazione agli organi elettivi: “Non sento – ribadisce – che in questo momento la mia opinione sia importante. Penso sia anche giusto che ci sia un’alternanza, specie visto che da non molto si è chiusa la stagione degli immortali della politica, anche se qualcuno vorrebbe riaprirla”.
Sull’attuale situazione politica, anche in vista delle elezioni, non si sbilancia: “La sinistra – dice – si affida ormai a un gruppo dirigente consolidato e variegato mentre il centrodestra porta ancora i segni delle ferite di una frantumazione che è stata più profonda che altrove. Magari, però, riuscirà a trovare, e questo me lo auguro, un candidato che coagula”.
Si interrompe, così, per Fazzi, un’esperienza che risale al 1985 come consigliere comunale, fino al 1990. Poi, dal 1998, sindaco per una consiliatura e mezzo, e ancora consigliere provinciale e consigliere comunale dopo la sconfitta al ballottaggio con Alessandro Tambellini nel 2012. “Sono rimasto in Consiglio – dice – per senso del dovere verso il Consiglio stesso. Rispetto le scelte diverse fatte da altri ma io ho interpretato diversamente il mio ruolo. D’altronde in Senato e alla Camera ci sono tanti ex ministri e presidenti del Consiglio che danno il loro apporto, utile, all’attività parlamentare. Così ho cercato di fare anche io in questa consiliatura”.
Enrico Pace