Butelli: “Relativismo radice dell’odio”

Proseguono gli interventi per la campagna #nohatelucca #bastaodio, lanciata la scorsa settimana dalle pagine di Lucca in Diretta. A intervenire è l’operatore del Ceis Leonardo Butelli

L’attualità ci mostra un mondo insidiato dai conflitti, una società mondiale attraversata da odio, rancori, sopraffazioni, da diritti fondamentali quale quello alla vita e alla pace violati, uno scenario di morte e di corruzione dello spirito, che ricorda le fasi nefaste che hanno preceduto nella storia, le grandi guerre.
Questo configurarsi della storia ha radici profonde che niente hanno a che fare con le letture semplicistiche offerteci oggi dalla sociologia o dall’economia, che ne assumono le ragioni profonde in un compendio di trazioni di interessi contrapposti tra gruppi sociali. Questo modo di interpretare l’odio insorgente è, oltre che insufficiente nelle sue argomentazioni, pericoloso ai fini di una possibile gemmazione di soluzioni, poiché limita una possibile lettura di profondità.
La radice di tale odio è il “relativismo” di cui il leaderismo in politica si nutre per i propri fini di potenza e di consenso. Il Papa Emerito Benedetto XVI ne fece argomento precipuo della sua azione papale, indicando in questo l’elemento dirimente tra il bene e il male, egli affermò durante un’omelia di nove anni orsono che: “Avere una fede chiara, secondo il Credo della Chiesa, viene spesso etichettato come fondamentalismo. Mentre il relativismo, cioè il lasciarsi portare qua e là da qualsiasi vento di dottrina, appare come l’unico atteggiamento all’altezza dei tempi odierni. Si va costituendo una dittatura del relativismo che non riconosce nulla come definitivo e che lascia come ultima misura solo il proprio io e le sue voglie”.
Queste sottolineature alla definizione di una scala di valori fondamentali per lo spirito umano lo si ritrova anche nel padre della democrazia, Solone il quale non limita mai l’azione umana alle leggi, seppure ne fu estensore, ma alla giusta misura che è data dall’immanente finitezza dell’essere umano, la sola legge capace di porre un costante dialogo dell’anima con le forze del cosmo e del Dio generatore. L’uomo non deve mai trascendere i propri limiti perché deve sapere che la propria natura è caduca, transitoria, quanto il tempo che Dio concede all’uomo su questa terra.
L’odio quindi non è che il risultato della rimozione delle leggi fondamentali dettati da Dio e la somma della putritudine mortale che abbiamo voluto espandere nel mondo sostituendoci a a Lui, sommo Padre e regolatore della coscienza umana e delle sue leggi.
In un frammento Solone ( fr,75) afferma: “E’ insito nella natura della ricchezza, che già è l’oggetto d’ogni sforzo umano, di non aver in se stessa né scopo, né misura. Proprio i più ricchi tra noi lo dimostrano ché cercano di possedere il doppio. Chi mai potrebbe saziarli, con tutti i loro desideri? Non c’è che una soluzione la quale non conosca riguardo per gli uomini. Gli dèi ci danno il guadagno, ma lo riprendono anche. Ché se il demone della cecità accompagna l’uomo, allora gli dèi lo controbilanciano, e così la proprietà passa continuamente di mano in mano”
Secondo questa visione l’uomo, come più recentemente afferma Ratzinger, non è mosso dal desiderio ma dal bisogno compulsivo di denaro e di potenza, sottomettendo a questa legge ogni aflato spirituale che da solo regolerebbe le relazioni umane.
Ancora. In un bellissimo saggio del 2013 “Il potere che frena” Massimo Cacciari prende in esame quel lasso di tempo che separa l’uomo dal giudizio universale, denso di corruzione e male, il tempo dell’anticristo, a cui seguirà il disvelamento ultimo del Dio giudicatore.
“Paolo ritorna sull’escatologia di 1 Tessalocinesi per ammonire che il Signore Gesù non verrà prima del compiersi dell’opera del suo Avversario. Il suo giorno dovrà essere preceduto dal pieno dispiegarsi dell’apostasia , del mistero dell’anomia, dell’assenza di norme, al mistero che è l’epifania del Cristo segue l’apocalisse, secondo la forza di Satana, dell’empio, di colui che finge di essere Dio e come Dio esige di essere onorato (…)”.
La distanza quindi dell’uomo dai propri limiti, così bene indicato dai saggi, è l’origine dell’odio. Le ricchezze terrene, la bramosia di potere, misconoscere il valore dell’uomo come bussola di indicazione per le relazioni umane, la corruzione, la politica indifferente alle diseguaglianze, la solitudine dei poveri, l’egoismo, il sovranismo, altro non è che l’azione dell’Anticristo.
Per questo quando sento il livore dei partiti di destra o “centrodestra” scagliarsi contro i mendicanti, gli stranieri, i vinti e gli sfortunati provo un senso di vuoto così pericoloso da giustificare quell’inquietudine che investe coloro che quelle idee contrasta.

Leonardo Butelli

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