Elezioni, l’ex assessore Bandoni: “No a populismi, falsi civici e poteri forti”

Elezioni comunali, l’ex assessore Letizia Bandoni interviene nel dibattito politico. E invita a votare chi è slegato dai poteri politici e dai potentati cittadini. Lo fa con un lungo intervento in cui affronta anche il suo passato di tesserata di Forza Italia.
“È da molto – dice – che sono assente dalle pagine della vita pubblica, ma non assente dalla vita della città. E chi ha ricoperto, come me, ruoli pubblici per la propria città l’ha vista amaramente affievolirsi nel tempo, piegarsi su se stessa, riporre il potenziale in un cassetto senza alcuna prospettiva. Troppi progetti mai partiti, iniziative lasciate morire, troppo conservatorismo e nessuna nuova proposta. Si galleggia, ma il mare si scurisce sempre di più. E questa campagna elettorale non da rassicurazioni a riguardo”.
“I partiti – prosegue – non da ultimo quello che ho lasciato cinque anni fa (Forza Italia, ndr) senza alcun rimpianto, se non quello di vedere andare in fumo un percorso di crescita politica in cui credevo, non sono più in grado di formare e sostenere una classe dirigente competente e capace. Rantolano dietro agli slogan, hanno trasformato la politica in populismo trattandoci tutti da creduloni. E allora si gioca a chi la spara più grossa: “La Lucchese in serie B”, nuove porte da aprire nelle mura, addirittura si prova a prendere posizione sui vaccini come se il Comune si sostituisse al ministero della salute… Manca solo chi dice di voler portare la Torre Guinigi su Marte e siamo davvero alle stelle, o nello spazio. Ma con le sparate celestiali non si fa seriamente volare alto questa città”.
“Poi ci sono i “falsi civici” – commenta Bandoni – quelli che per rimanere a galla nella scena politica e pubblica hanno fatto e fanno patti sottobanco con tutti i diavoli di tutto l’arco costituzionale, dai vecchi socialisti che ne portano voce, fino ai senatori in carica del Pd, dal centro cattolico fino ai poteri forti, passando sempre per un nome, uno soltanto, quello che comanda tutto e tutti in città passando da Barga, a Firenze per arrivare a Roma. Sì, per arrivare a Roma. Ma il cammino di questi scienziati civici è solo per loro stessi. Per coprire un’altra poltrona, una in più dopo quelle già ricoperte in mandati ormai esauriti. Non si costruisce una Lucca diversa quando si deve pagare pegno a destra ed a sinistra”.
“Allora mi sono detta – è l’analisi dell’ex assessore – se una persona come me, alla soglia dei 40 anni, con la voglia di vivere una città più dinamica e più inclusiva, che è fuori dalle logiche di potere, che non chiede né può fare favori, che ambisce alla partecipazione, che sa riconoscere le baggianate, che non cede al populismo, dallo spirito liberal-democratico, che vuole stroncare il laccio di potere in cui è avvolta questa città rantolante; insomma, se una persona normale volesse vedere una Lucca diversa, come può trovare rappresentanza? I politici di ieri, che sono in lizza anche oggi, si riferiscono ad una città che non esiste più. La vera Lucca, quella delle persone normali, non è fatta da chi siede nei consigli di amministrazione delle fondazioni pubbliche, è fatta di professionisti, artigiani, imprenditori, giovani talentuosi che stanno silenziosamente costruendosi un futuro e che possono dare molto alla crescita culturale e imprenditoriale di questa città. La vera Lucca è fatta delle tante persone che, dall’estero, hanno deciso di trovare casa nella nostra città e che possono dare un contributo concreto alla sua crescita. E’ fatta di progetti che non debbano rispondere alle logiche politiche di nessun notabile. La vera Lucca del garbo è una città che produce cultura senza aver bisogno di scomposti e dubbi personaggi dalla facile presa mediatica. Il mio sindaco, dunque, deve mostrarsi seriamente libero di vincoli di mandato politico, se non quello che sarà dato dalle persone normali che, come me, lo voteranno. Deve dire pubblicamente no alla dipendenza politica di Lucca e al clientelismo, deve saper dialogare proattivamente con le fondazioni pubbliche, da cui dipendono buona dose delle risorse, senza esserne schiavo. Il mio sindaco deve riuscire a riportare il potere a Palazzo Orsetti, la casa della gente, liberandolo dalle segreterie dei partiti, dalle dirigenze bancarie, dalle case dei notabili. Nessuno di coloro che rispondono a vecchi e ben noti poteri possono farlo”.
“Faccio appello alle persone comuni – conclide – ai giovani professionisti, agli amanti veri della Lucca operosa e non di quella strillata, a scegliere un candidato – sia esso sindaco o consigliere comunale – libero, con competenza ma soprattutto senza padroni politici, senza sponsor di potere, con coraggio, gambe forti e senza secondi fini. Non fermiamoci all’apparenza del rinnovamento, cerchiamo chi ci crede al di là di tutto, chi fa della trasparenza, dell’onestà, della concretezza un valore imprescindibile. Cerchiamo chi ha storia di umiltà, chi ha idee e tanta voglia di includerne di nuove. Sogno una Lucca nuova, profondamente nuova. Una Lucca libera di ripartire anche per chi, come me, c’ha provato e, nonostante tutto, sa che si può fare di più e meglio, con ambizione e serietà, senza clamorose comparsate vip o slogan da bar. Sogno una Lucca libera di crescere, veramente”.