Incarichi e docenze a Imt, Giorgi (M5S) torna all’attacco

1 giugno 2017 | 18:44
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Incarichi e docenze a Imt, Giorgi (M5S) torna all’attacco

“Doppi incarichi” e assegnazioni di ruoli sulla base “della vicinanza a Matteo Renzi”. In questo modo la consigliera comunale M5S Laura Giorgi torna a descrivere la situazione di Imt. “L’interesse della politica verso Imt e verso la Fondazione Cassa di Risparmio, due eccellenze locali, si è accentuato con il governo Renzi e con l’affermazione di una classe dirigente, della sinistra Toscana, al governo del paese”.

“Ad esempio – aggiunge la Giorgi, la professoressa Giannini di Lucca, nominata ministro dell’istruzione da Renzi, ha aumentato nel 2015 (nonostante il numero degli studenti fosse diminuito) di 750.000 euro il fondo ministeriale di trasferimento all’istituto, in occasione del decennale dell’Istituto stesso. Il presidente della Commissione scuola e cultura del Senato, leader lucchese dei renziani, il fedelissimo senatore Andrea Marcucci, appoggiò, egli pure, peraltro, questa decisione. Se ci fossero almeno le prove che l’impegno profuso, è stato a vantaggio dell’economia lucchese, o quanto meno degli studenti di Imt, si potrebbero anche apprezzare le loro attività. Il punto – aggiunge Giorgi – è che ciò non risulta affatto, perché Imt appare semplicemente come un treno in corsa su cui salgono personaggi che non si vogliono  pensionare, pur avendone, tutti, meritatissimi titoli, come  i membri della commissione (Arturo Lattanzi, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e presidente della Fondazione Lucchese Alta Formazione e Ricerca, Giarda economista e ministro del governo Monti, Lazzaroni glottologo e maestro del Ministro Giannini) che ha selezionato il nuovo direttore di Imt, il neuroscienziato Pietro Pietrini. Ovvero giovani famosi e degni di incarichi di prestigio con buonissima e molteplice remunerazione”.
“Tra costoro – aggiunge la Giorgi -, il soggetto che forse più di tutti gli altri spicca quale chiaro esempio di successo, risulta essere, a nostro avviso, il professor Lorenzo Casini. Casini, classe 1976,  è stato assunto in servizio, dal dicembre 2015, come professore ordinario a Imt e occupa addirittura una cattedra sponsorizzata dalla Fondazione Ragghianti, emanazione della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca. Il professor Casini è, al tempo stesso, il consigliere giuridico del ministro Franceschini e ha ricevuto, per questo lavoro, un compenso lordo di 50.000 euro per prestazioni effettuate dal primo gennaio al 31 maggio 2017. Tale cifra è ben superiore, si badi bene, al compenso semestrale di un professore ordinario con l’anzianità accademica di Lorenzo Casini, e pertanto, a rigor di logica, dovrebbe comportare un impegno lavorativo ancora maggiore. Inoltre, lo stesso professor Casini risulta membro del cda degli Uffizi, dove è stato nominato, sempre a fine 2015, dal ministero dei beni culturali (cioè sempre dal ministro Franceschini), ed ha persino fatto parte della Commissione che recentemente ha assegnato i punteggi per la nomina dei direttori dei musei italiani. Stiamo parlando di quella famosa commissione di cui il Tar Lazio ha disattivato le nomine, sostenendo che la stessa ha usato criteri magmatici per assegnare i punteggi. Non proprio un complimento ed un apprezzamento per l’attività svolta dai suoi illustri componenti. Lecito, e naturale, appare dunque chiedersi quanta parte del suo tempo il professor Casini dedichi al suo lavoro in Imt e come sia possibile conciliare il lavoro di professore ordinario, oltretutto in una scuola di eccellenza (dove il corpo docente ha una responsabilità peculiare nella cura dei giovani dottorandi e della loro ricerca, onde evitare, tra l’altro,situazioni tipo il noto caso Madia et similia), con tutti gli altri predetti incarichi assunti dal giovane professore. Insomma qua abbiamo giovani talmente bravi che non solo dispongono di un prestigioso lavoro in una scuola di eccellenza di stato, ma riescono a trovare e conciliare ben due o tre impieghi, sostanzialmente pagati dalle nostre tasche, mentre la maggior parte del popolo italiano, vive in una situazione generale di peggioramento continuo delle sue condizioni economiche e sociali, dove il lavoro è, per molti, neppure un sogno, ormai.  Del pari, abbiamo di fronte pensionati che riescono ad occupare ancora posizioni di prestigio, presumibilmente assai ben pagate, mentre molti loro coetanei non arrivano neanche alla soglia dei 1.000 euro mensili. Dietro l’apparenza di cattedrali nel deserto, dov’è finito il rispetto per la nostra città di Lucca e per i lucchesi?”.