Opera Mura, bilanci ok: round in Consiglio per chiusura

Un avanzo di 783mila e 472mila e 978mila euro di introiti dagli ingressi alle torri civiche, 160mila euro dall’orto botanico e 83mila dai canoni delle casermette. E’ più che florido – a fronte comunque di 640mila euro trasferiti dal Comune, di cui 350mila per la gestione ordinaria e 290mila per la gestione del verde (nel 2018 tornata all’amministrazione) – il bilancio consuntivo 2017 dell’Opera delle Mura che questa sera (6 novembre) è sbarcato in consiglio comunale ed è stato approvato con i soli voti della maggioranza. Prevedibilmente, però, anche se l’assessore Stefano Ragghianti, ha prospettato una prossima fase di confronto e un approdo a Palazzo Santini, degli indirizzi, la questione dello scioglimento dell’Opera che chiuderà entro la fine dell’anno.
Dovrà, infatti, essere l’aula consiliare a dare il via libera, perché lo statuto dell’istituzione prevede lo scioglimento soltanto in caso di gravi inadempienze o conflitto sugli indirizzi e le competenze dell’Opera stessa con l’amministrazione. Su questo punto e su altre questioni statutarie sollevate tra l’altro in una lettera agli amministratori invita dal presidente Alessandro Biancalana, si è appuntata, dopo essere emersa anche nella discussione in commissioni congiunte, la polemica di Remo Santini, consigliere comunale di Siamo Lucca. In aula è stato poi approvato anche il bilancio previsionale 2018 e triennale. “Un atto dovuto e doveroso”, ha detto il sindaco Alessandro Tambellini replicando agli attacchi di Bindocci (M5S): “Sembra uno scherzo approvare un bilancio previsionale a novembre di un ente che chiude entro la fine dell’anno”.
L’assessore su entrambe le questioni aveva messo in chiaro le cose. “Questa sera sono all’esame le pratiche di bilancio dell’Opera delle Mura. Lo scioglimento che è competenza del consiglio comunale sarà all’attenzione dell’aula a breve. Confermo che nelle prossime settimane l’amministrazione formulerà la proprie proposte sulle funzioni attinenti all’istituzione e sulla loro redistribuzione. Questa richiesta è arrivata giustamente da più parti, do la mia massima possibilità a fare una discussione complessiva sugli indirizzi di carattere generale sulla ripartizione futura delle competenze dell’opera”.
Ragghianti snocciolando i numeri del bilancio ha portato l’attenzione su quelli relativi alle torri civiche, che ’cubano’ quasi un milione di euro all’anno. Si parla di una media di 240mila visitatori alla torre Guinigi e 220mila alla Torre delle Ore. Numeri importanti, come ha voluto sottolineare anche Claudio Cantini, presidente della commissione partecipate e capogruppo di Lucca Civica.
Ma è Remo Santini, consigliere comunale di Siamo Lucca, ad all’attacco e a portare la questione oltre le cifre del bilancio: “I numeri forniti non dissipano i nostri dubbi sul futuro dell’istituzione e il fatto che l’assessore apra ad un percorso di condivisione non ci tranquillizzano affatto. A noi preoccupa soprattutto il fatto che c’è uno statuto approvato nel 1999 al cui articolo 9 si dice che lo scioglimento può avvenire in caso di gravi inadempienze o conflitto con l’amministrazione. Continuiamo a chiederci se non serva prima una modifica allo statuto prima di procedere alla chiusura dell’istituzione. C’è poi una lettera del presidente dell’Opera che si dichiara molto preoccupato della situazione”. Santini, dopo aver chiesto l’accesso agli atti, ha letto la missiva di Biancalana, sollevando anche la questione della gestione di questa fase di transizione. Biancalana, infatti, oltre a porre la questione statutaria dello scioglimento dell’Opera delle Mura, avvisa l’amministrazione sul fatto che il direttore – rimasto in carica – in questa fase transitoria e stando alla sua lettura dello statuto, non può far altro che ratificare le determinazioni già assunte dal cda. Su questi temi ha replicato l’assessore Ragghianti: “L’istituzione non viene sciolta perché è contestato il lavoro di qualche amministrazione. Lo si fa perché il consiglio comunale ha la competenza per modificare gli indirizzi. Quanto poi alle osservazioni sul direttore che non può assumere decisioni che non siano nelle sue prerogative, è evidentissimo. Non c’è stata ad oggi la necessità di assumere altri atti o adempimento che non l’applicazione dei provvedimenti assunti dal cda”.
IL BILANCIO DI PREVISIONE. In consiglio comunale è approdato, come adempimento di legge, visto che l’Opera non sopravviverà all’inizio del 2019, anche il bilancio di previsione triennale. A illustrare i numeri è stato ancora una volta l’assessore Stefano Ragghianti: due milioni e poco più le spese correnti per l’anno, con un saldo di cassa di 472mila euro. La previsione delle entrate, su base triennale, è pari a 3 milioni e 722 mila euro. “Si va a votare un bilancio preventivo 2018 a novembre – prende la parola il consigliere comunale M5S Bindocci – per un ente che si è già deciso di chiudere. E’ una cosa questa che non può essere seria, pensavo che fosse uno scherzo”.
Il sindaco Alessandro Tambellini ha preso la parola spiegando il senso della presentazione della pratica ma ha chiarito soprattutto il senso dell’intenzione di chiudere l’Opera delle Mura, per adeguare e creare un sistema di alcune importanti funzioni di valorizzazione e cura del patrimonio della cerchia ma più estesamente della cultura cittadina. “Questo è un passaggio dovuto – ha detto il sindaco riferendosi al bilancio preventivo -, perché l’Opera delle Mura ha la sua autonomia di tipo contabile, tanto autonoma per certi versi che è possibile per alcune questioni avere una sovrapposizione di imposte, come ad esempio il suolo pubblico. L’atto di questa sera è un atto necessario. Ci sono dei rilievi anche rispetto alla legge Madia che impongono una organizzazione diversa del lavoro dei Comuni. In questo senso qui abbiamo fatto un grande lavoro: qui non c’è proprio niente da nascondere. La rappresentazione di una giunta tutta impegnata a difendere il proprio interesse. Ma quali interessi? Se appena entrato in Comune ho tagliato lo stipendio e agli assessori. Mi pare che il movimento a cui lei appartiene discorra molto: noi certe cose le abbiamo fatte sei anni fa”. Il sindaco, facendo una lunga digressioni sul tema delle partecipate ma anche dei grandi contenitori culturali, del turismo e della congressistica in città, ha cercato di chiarire la strategia dell’amministrazione, secondo cui il ripensamento delle funzioni – o almeno di alcune delle funzioni – finora affidate all’Opera delle Mura sia a questo punto necessario “per creare una rete, per mettere a sistema” le varie declinazioni della promozione e della cultura cittadino, dal teatro del Giglio a Palazzo Guinigi.
“Ci troviamo di fronte ad una sfida – ha aggiunto la consigliera comunale del Pd, Chiara Martini -, ad affrontare cioè una situazione molto diversa di quella in cui fu creata l’Opera delle Mura. Andiamo verso una semplificazione e c’è necessità di cambiare gli strumenti”. “Ormai – ha detto Santini – ascolto con simpatia le argomentazioni del sindaco quando fa le sue digressioni: noi siamo eletti per occuparci del presente e del futuro. Credo che sia sbagliato parlare sempre di questioni del passato. Noi siamo qui a cercare di capire se quello che fate è corretto o non è corretto. Siamo convinti che alcuni errori siano fatti in buona fede, ma noi vogliamo capire se, anche su Opera delle Mura, si sta andando a tentoni. Fino a qualche tempo fa si parlava di Itinera come la società in grado di occuparsi di turismo e promozione e ora invece viene chiusa per il decreto Madia. Noi temiamo che l’idea di chiusura di Opera delle Mura sia piuttosto dovuta a certi scontri avvenuti all’interno e alla volontà di fare cassa da parte dell’amministrazione”.
“Le perplessità vengono quando certe cose si apprendono dalla stampa – si aggiunge Fabio Barsanti, consigliere comunale di Casapound – e su questo fronte si è percepito un po’ di imbarazzo o disorientamento in parte della maggioranza. Perché fino a qualche mese fa si è parlato di utilizzare il brand Opera delle Mura per darle nuovo impulso e poi si arriva alla decisione della chiusura. Si rischia che smembrando e spezzettando competenze si arrivi a non ottenere l’obiettivo ricercato e a migliorare la situazione”. Risponde subito Roberto Guidotti, consigliere del Pd: “Nel nostro gruppo c’è una forte discussione, ma c’è una grande compattezza – dice -. Io sono d’accordo, con Bindocci, che sia necessaria una discussione condivisa. Ma sono altrettanto dell’idea che ciascuno abbia il diritto e il dovere di cambiare posizione. Noi abbiamo l’obbligo e il dovere di ascoltare tutti, ma siamo stati eletti per governare la città e abbiamo l’obbligo quindi di scegliere e di prendere delle decisioni”.