
Soluzioni cercansi per restituire appeal al consiglio comunale. Dopo le polemiche degli ultimi giorni, seguire a due assemblee in cui sono state discusse praticamente soltanto delle mozioni, a parlare è il presidente del consiglio comunale Francesco Battistini.
L’obiettivo? Quello di restituire centralità e dignità all’istituzione che ha sede in Palazzo Santini, senza dimenticare l’importanza del ruolo che hanno anche le opposizioni nella dialettica democratica.
“L’ho detto – esordisce Battistini – quando sono stato eletto alla guida del consiglio comunale. Il mio ruolo è quello di difendere la possibilità di parlare di tutto a questo consesso. Allo stesso tempo, però, è difficile far capire come si può parlare per tre ore sul tema del presepe o come mai nonsi riesca a portare in fondo la discussione sul ddl Pillon mentre la pratica sul regolamento degli artisti di strada, un testo innovativo e all’avanguardia, per certi aspetti, è stata liquidata in meno di mezz’ora”.
“Non riusciamo mai – prosegue il presidente, dalla sua stanza a Palazzo Santini – a fare un consiglio comunale la cui efficacia sia parametrata all’impegno che tutti ci mettiamo. Come maggioranza, comunque, per scelta politica, siamo sempre rispettosi delle scelte della minoranza, anche se alcune di queste sono mirate soltanto a sollevare l’attenzione su chi le propone. Come scelta, in conferenza dei capigruppo, non abbiamo mai voluto prendere decisioni a colpi di maggioranza, come pur potremmo fare, perché né semplice né corretto”.
Difficoltà, quindi, di ‘comunicazione’ verso l’esterno per una istituzione che, forse, non è ancora ben compresa, nel suo ruolo, da molti dei cittadini. “Il Consiglio – spiega Battistini – non serve, come ci chiedono in molti, per tappare le buche nelle strade ma per porre in essere le strategie che dopo porteranno a chiudere le buche stesse. Per questo si può certamente parlare anche della politica con la p maiuscola in questa sede, se però non viene fatto in maniera strumentale. Va ricordato, poi, a coloro che usano il tema del ‘gettone’ per battere sul tasto dei costi della politica che i consiglieri svolgono il loro ruolo più che altro per passione civile. Il ‘gettone’ infatti, consiste in 32 euro a Consiglio”.
Quali allora le possibili soluzioni per portare la ‘politica’ e quindi il consiglio comunale, per ora così distante, fra la gente: “L’anno prossimo – dice Battistini – faremo i consigli comunali nelle frazioni, ma non consigli dedicati ai temi di questo o di quel territorio, ma proprio le assemblee ordinarie. In queste, inoltre, dedicheremo spazio ai cittadini per una sorta di question time”. “Dobbiamo poi confrontarci – prosegue il presidente – su come rendere maggiormente efficace il consiglio comunale. C’è l’idea, ad esempio, emersa dopo la nomina del consiglio comunale dei ragazzi e delle ragazze di poter effettuare delle sedute ordinarie di sabato mattina alla presenza di una o due classi delle scuole, affinché prendano dimestichezza con l’istituzione. Si sa, d’altronde, come si è visto con la raccolta differenziata, che il passaparola è il migliore strumento per creare cultura”.
“Io, per conto mio – spiega ancora – ho come ruolo quello di conservare la dignità del consiglio comunale e di essere il portavoce di tutti. Il mio ruolo è quello che il sacro consesso sia riconosciuto come tale da noi prima di tutto e poi dalla città. È questo d’altronde il luogo dove si decidono le strategie e che riporta le scelte politiche alla città. Dove non si fa una scelta solo sul futuro dei lavori pubblici, ma anche sulle politiche culturali, sullo sport e su tanti altri argomenti importanti. Per questo servirebbe una scelta per un’etica del Consiglio che lo renda fruibile ed efficaci. A quel punto potrà anche star bene parlare, anche a lungo, del presepe, ma questo non deve e non può diventare un’abitudine”.
E sull’ipotesi di contingentare i tempi degli interventi? “Non si può fare e anche qualora si decidesse mi troverei a dover scampanellare tutto il tempo per far rispettare le regole. Ma, ribadisco, servono strumenti perché quello che facciamo sia recepito dalla gente. E li dobbiamo trovare tutti insieme”.
Enrico Pace