
Dura presa di posizione del sindacato autonomo polizia penitenziaria Sappe dopo i gravissimi eventi critici accaduti nelle carceri di Trento e Lucca, dove la protesta si è scatenata dopo la morte di un detenuto. E il sindacato, che accusa il Governo di non avere assunto fino ad ora provvedimenti concreti per fronteggiare l’emergenza, chiede al Ministro della giustizia Alfonso Bonafede di sospendere la vigilanza dinamica ed il regime penitenziario aperto oggi vigente nelle carceri.
“Quelle di Lucca e Trento, con detenuti in rivolta e gravi violenze, sono gli ultimi due gravi fatti che accadono nelle carceri italiane. Eventi come questi sono sempre più all’ordine del giorno e a rimetterci è sempre e solo il personale di polizia penitenziaria. Il Ministero della giustizia e il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria adottino con tempestività urgenti provvedimenti, a cominciare dalla sospensione della vigilanza dinamica delle sezioni detentive, provvedimento che ha favorito e favorisce questa ignobile e ingiustificata violenza nei penitenziari facendo stare i detenuti fuori delle celle a non fare nulla tutto il giorno – commenta il segretario generale Sappe Donato Capece -. La situazione nelle carceri resta allarmante: l’affollamento nelle carceri è tornato ad essere a situazioni allarmanti, con oltre 60mila presenze rispetto ai circa 42mila posti, a tutto discapito delle condizioni operative delle donne e degli uomini della Polizia Penitenziaria. Altro che Governo del cambiamento, altro che situazione tornata alla normalità. I problemi del carcere sono reali, non sono problemi da nascondere come la polvere sotto gli zerbini, ma criticità reali da risolvere concretamente, non facendo fare al Corpo di Polizia Penitenziaria un salto indietro di 50 anni come vorrebbe il capo del dipartimento Francesco Basentini che dimostra di non avere ancora capito quali sono i reali problemi dei penitenziari italiani. I numeri dei detenuti in Italia è tornato a livelli di affollamento insostenibili, e le aggressioni, le colluttazioni, i ferimenti, i tentati suicidi e purtroppo anche le morti per cause naturali si verificano costantemente, spesso a tutto danno delle condizioni lavorative della polizia penitenziaria che in carcere lavora 24 ore al giorno. Con buona pace di talune dichiarazioni surreali, come quelle del Ministro della giustizia Bonafede e del Capo Dap Basentini che non rappresentano affatto la realtà quotidiana che si vive nelle nostre strutture detentive – conclude il leader del Sappe – Quel che servirebbe è un tavolo permanente sulle criticità delle carceri italiane, che non può che essere composto anche dal Sappe e dagli sindacati della polizia penitenziaria”.
Dura presa di posizione anche da Uil Pa. “Il carcere di Lucca è sotto prevaricazione di prepotenze da parte di fazioni di detenuti di varie etnie con incendi di celle, devastazioni, danneggiamenti vari e con tre poliziotti penitenziari che sono dovuti ricorrere a cure sanitarie presso l’ospedale ormai è un bollettino di guerra per gli infortuni – afferma il segretario generale regionale della Uil-Pa Polizia penitenziaria Eleuterio Grieco -. Il fenomeno di tali azioni violente da parte dei detenuti, denota in primis una riluttanza verso le Istituzioni e potrebbero racchiudere messaggi comunicativi da far giungere non si sa a chi e per quali ragioni. Il carcere emette comunicazione e se non colte e gestite con intelligenza, potrebbero portare a seri e gravi problematiche sia per la sicurezza all’interno delle strutture penitenziarie come già accaduto ma anche all’esterno come l’ordine pubblico – aggiunge Grieco -. Le politiche della sicurezza messe in campo da questo governo attraverso il ministro degli interni, non possono non tener conto poi di quella che è la detenzione e la sicurezza interna delle carceri, il ministro della giustizia si svegli perché le due cose devono evolversi a unisono, e troppo facile arrestare persone e metterle in carcere quando poi lo stesso ministro della giustizia sa che vi è sovraffollamento, mancano uomini e mezzi e molte delle strutture sono fatiscenti, dopo le scuse al corpo di polizia penitenziaria servono fatti concreti. Le assunzioni annunciate in questi giorni nel corpo di polizia penitenziaria non colmeranno la cronica mancanza di personale essendo insufficienti persino a colmare chi andrà in pensione a fine anno. In Toscana-Umbria mancano 331 unità di polizia penitenziaria di cui 219 agenti, 180 ispettori e 249 sovrintendenti vi sono carceri senza direttori stabili da qualche tempo stessa identica cosa per i comandanti di reparto, esempio è la Cr di S. Gimignano manca totalmente oppure Firenze Sollicciano che è gestito da personale in missione, ora basta con i giochi di palazzo bisogna assegnare definitivamente le figure che devono amministrare e gestire le carceri. Il personale non può essere abbandonato a se stesso – conclude Grieco -. Un ringraziamento va al personale di Polizia Penitenziaria di Lucca che in questi giorni nonostante le difficoltà come silenziosi protagonisti che si distinguono per passione, professionalità abnegazione in un mondo come quello del carcere riescono con sacrificio anche personale e con le assenze di figure previste a gestire eventi critici di una certa portata che mettono anche a rischio la loro stessa vita”.