Gonfalone di Montecarlo al congresso della famiglia, Alfani: “Donne di nuovo sotto attacco”

2 aprile 2019 | 13:21
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Gonfalone di Montecarlo al congresso della famiglia, Alfani: “Donne di nuovo sotto attacco”

Montecarlo al congresso mondiale delle famiglie, la candidata sindaco, Simona Alfani interviene per stigmatizzare la decisione: “Anche Montecarlo – dice – si adegua al clima da Medioevo che aleggia in Italia inviando il gonfalone in rappresentanza della nostra cittadinanza alla manifestazione sulla famiglia di Verona. Mi sento profondamente indignata e turbata che si sia adoperato un simbolo di tutti i cittadini e di tutte le cittadine montecarlesi, e quindi anche mio, per una manifestazione così tanto divisiva e contestata, una manifestazione che attacca la completezza della donna, che attacca le famiglie non tradizionali direttamente al cuore della loro esistenza, al loro diritto di amare e di essere felici al pari delle famiglie tradizionali. Dopo anni di lotta per i loro diritti, le donne si trovano di nuovo sotto attacco: si vuole reprimere l’autodeterminazione femminile, in ogni campo. Ancora oggi le donne pagano una distanza sociale dai compagni uomini, sia in termini di stipendio, di posizione, di ruoli, a parità di competenze”.

“Nel consiglio comunale di venerdì scorso – prosegue Alfani – è stata votata una mozione di sostegno al congresso, che comunque non prevedeva la presenza del Comune e che ha visto il voto contrario dei consiglieri di minoranza e dell’assessore Angelita Paciscopi che ringrazio, come donna, per la sua presa di posizione. Non sono certamente contraria alle famiglie tradizionali, provengo da una di queste e sono sposata. Ma amo nello stesso modo le famiglie tradizionali come quelle non tradizionali, anzi non vedo neppure l’esigenza di suddividere le famiglie in categorie. La società di oggi è molto più complessa di quella di qualche decennio fa e tutti devono avere il diritto di vivere come meglio credono, senza che ci sia qualcuno che decida per loro. Forse più che alla famiglia tradizionale si dovrebbe pensare a più welfare per incrementare la nascita di figli, a più integrazione e a più diritti. Il divorzio non l’ha inventato la legge del 1970, è stata soltanto legittimata un’esigenza richiesta dalla società. L’aborto non è stato introdotto dalla legge del 1978, esisteva già e veniva praticato di nascosto, fuori dalla legge, ponendo le donne di fronte ad enormi rischi di vita. La legge ha solo reso possibile fare interventi in sicurezza”.
“Il Congresso di Verona, mascherato dietro al concetto di famiglia tradizionale – conclude Alfani –  è stata l’occasione per la presentazione di idee retrograde che vogliono relegare la donna in una posizione subalterna e che vogliono emarginare chi non la pensa come loro o che, di facciata, ha comportamenti diversi dai loro. Voglio apertamente schierarmi a favore della libertà di opinione, di espressione, di comportamenti, nel rispetto delle regole e delle leggi; voglio schierarmi a favore della democrazia. La famiglia esiste se al suo interno c’è amore, altrimenti non è famiglia e può diventare un inferno, come purtroppo si legge ogni giorno nelle cronache italiane. La ricerca della felicità dell’individuo deve essere la strada da seguire e perseguire”.