Professoressa sospesa, Vizzini (M5S): “Sanzione in contrasto con l’articolo 21”

Dopo la sospensione della professoressa Rosa Maria Dell’Aria dell’istituto Vittorio Emanuele III di Palermo, a causa di una presunta omissione di sorveglianza sui suoi studenti, Gloria Vizzini (M5S) chiede al Ministro Bussetti di rendere noto il procedimento che ha portato a questa decisione.
“La gravità di quanto accaduto a Palermo – si legge in un’interrogazione parlamentare presentata dal membro della Commissione Lavoro della Camera – necessita di un chiarimento da parte del Ministro Bussetti che espliciti secondo quale preciso procedimento, nonché su quali basi regolamentali, abbia agito l’ufficio scolastico territoriale del Ministero per sospendere la professoressa. Inoltre, per evitare in futuro il verificarsi di decisioni sanzionatorie simili, è utile che il Ministero elabori una circolare nella quale formalizzi che il ruolo degli insegnanti non sia quello di tacitare o censurare il libero esercizio di pensiero degli studenti, bensì quello di supportare ed esaltare le loro capacità cognitive e le loro specificità caratteriali positive, ovviamente fatto salvo il controllo sulla forma degli elaborati e sul comportamento degli studenti in orario scolastico”.
“Analizzando quanto accaduto a Palermo – prosegue Vizzini – è necessario rilevare come in nessuna parte del contratto scuola, in particolare quando si definisce la funzione docente e la responsabilità disciplinare, troviamo tra i motivi di sanzione la mancata censura dei propri studenti, ma solo una vaga formulazione all’articolo 11 lettera i: ‘vigilare sul corretto espletamento dell’attività del personale sottordinato ove tale compito rientri nelle proprie responsabilità’, che in nessun modo si può applicare alla scuola, in quanto gli studenti non sono sottoposti al servizio dello Stato, del governo o del docente di turno. Spero in un immediato intervento del Ministro, conclude Vizzini, perché la sanzione comminata dall’ufficio territoriale del ministero è in contrasto con la libertà di manifestare il proprio pensiero, sancito dall’articolo 21 della Costituzione e lesivo dell’articolo 33 della stessa Carta che tutela la libertà di insegnamento”.