
Quale futuro per la città di Lucca: da capitale o da città ai confini dell’impero? Dopo il consiglio straordinario di un mese fa l’assise ha affrontato questa sera (4 giugno) il dibattito sugli esiti di quella serata.
Per il capogruppo di SiAmo Lucca, Remo Santini, promotore di quel consiglio straordinario l’appuntamento “è stato un vero successo, anche se ha presentato qualche ombra. I fatti di queste ultime settimane confermano la nostra tesi: non c’è una rotta univoca. L’ultimo cambiamento riguarda la destinazione del museo del fumetto, che si sposta da piazza San Romano alla manifattura. Senza parlare – prosegue – della scelta storica di cambiare l’illuminazione dei ceri per Santa Croce ed il braccio di ferro con la Soprintendenza per l’organizzazione dei grandi eventi”. Il capogruppo di SìAmo Lucca rimarca come “in tantissimi siano intervenuti, ma soltanto per l’impegno della minoranza. Avevamo chiesto di coinvolgere l’ex sindaco di Pistoia, oltre a Vittorio Sgarbi e ad altri personaggi. Poi, però, abbiamo constatato la mancanza di una volontà di collaborare. Alla fine – attacca ancora – è emersa una giunta confusionaria ed incapace di decidere”.
“La parola chiave – ricorda ancora – di quella serata in Consiglio è stata ‘identità’: Lucca ha abdicato al ruolo di Comune guida del comprensorio. Dagli oltre 40 interventi è emerso che Lucca può tornare ad essere capitale, ma per fare questo serve una rivoluzione culturale”. Per Santini “è necessario un altro approccio nel modo di pensare e agire”. Inoltre, rammenta, sono emerse le necessità di “una maggiore cura del centro storico e delle periferie, per una riqualificazione che non deve essere a beneficio esclusivo del turismo”. Proprio riguardo al turismo, Santini sintetizza così: “È emerso come sia necessario programmare per tempo, coinvolgendo i privati che fanno bene. Serve una cabina di regia super partes affidata a manager di provata capacità, per rimuovere i campanilismi. Con la cultura si mangia – specifica – se c’è una progettazione adeguata”. Poi c’è il fronte di una maggiore vivibilità del territorio: “Stop al rinvio dei progetti sospesi da 50 anni – ammonisce – dalla viabilità al recupero dei grandi spazi, senza dimenticare la valorizzazione dell’artigianato ed il ritorno di un mercato di qualità dentro le mura. Servono – continua – una cittadella degli uffici -, maggiori investimenti sulle scuole ed un impegno forte contro la decadenza sanitaria”. Secondo Santini “funzioni e servizi devono essere riportati nel centro storico, che ormai conta poco più di 8mila residenti”. L’esortazione alla maggioranza è quella di collaborare “perché non bisogna sempre pensare ai tranelli, nel caso di questo consiglio comunale volevamo davvero dare voce a tutti i portatori di interesse della città. Piuttosto appare strano – conclude – che in rete non si trovi documentazione di questo consiglio straordinario e di quello sulla sanità. Sogniamo che Lucca diventi una capitale riconosciuta per gli altri ed anche per se stessa”.
A replicare è l’assessore Stefano Ragghianti. “Penso – dice – che Lucca non sarà, nel 2030, né una capitale né periferia di un impero che, a dire il vero, non c’è più da tempo. È sbagliato essere catastrofisti, sia da una parte che dall’altra. Non è vero che non abbiamo una visione della città. Semmai – spiega – può essere difficile trasmetterla alla gente. Vorremmo una città ‘normale’, che sappia coniugare la propria tradizione con importanti eventi culturali, forti flussi turistici e momenti di stress. Tutto questo, evitando il rischio di una città che diventi, sotto questo profilo, come Venezia o Firenze”.
Ragghianti rammenta che la presenza media in città si attesta a 2,1 notti: “A Firenze è passata a 3 soltanto nell’ultima fase del 2018, grazie alla zona del Chianti ed a strutture di fascia alta. Un altro lavoro forte – afferma – è quello dell’emersione degli affitti turistici in centro storico. Nel 2018 abbiamo registrato 277 nuovi operatori turistici, in questo senso. Il prossimo passo? Convocare gli Odt (organismi di destinazione turistica) per creare momenti di ascolto e confronto vero”. La città, secondo Ragghianti, è chiamata ad un ragionamento collettivo: “Se mettiamo insieme tutte le nostre risorse, gli eventi, la nostra storia, possiamo contare su una valigia molto ampia. Oggi – la sua metafora – è un po’ confusa, ma possiamo metterla a posto, per un piano strategico che riguardi tutta la città”.
Poi è la volta della consigliera Chiara Martini (Pd), che riflette sulla portata degli interventi del consiglio straordinario andato in scena un mese fa. “Sono emerse proposte interessanti in tema di tutela dell’ambiente e di viabilità, ma non soltanto. Credo che esista un’idea di città, che per certi versi collima anche con alcune proposte dell’opposizione: forse dobbiamo comunicarla meglio”. Per Martini “Lucca ha bisogno di risorse e di programmazione, e per gestire questo contesto abbiamo scelto in approccio aperto. Vorremmo che, nel futuro, Lucca fosse una città sostenibile, resiliente e sicura. Sono d’accordo – conclude – a porre in essere un confronto costruttivo”.
Il consigliere Di Vito (SiAmo Lucca), dal canto suo, spazia a tutto campo: “In tanti hanno chiesto una partecipazione vera – ricorda – nel caso di progetti che non vengono condivisi. Mobilità sostenibile? Il discorso di Legambiente è stato perfetto ed in linea con quello che chiedono i giovani di Earth Strike”. Capitolo sanità: “Chiediamo che vengano sostenuti i giovani medici, prima che decidano di andarsene”. Più attenzione, in campo sanitario, viene richiesta anche per “i disabili, che hanno bisogno di essere sostenuti per vivere una vita uguale alla nostra, senza ostacoli”.
Il consigliere Fabio Barsanti (Casapound) rileva che “da quel Consiglio sono emersi spunti utili, sui quali possiamo instaurare delle convergenze. Parlando di progetti specifici – evidenzia – crediamo che un organo ad hoc potrebbe conseguire risultati in modo più efficace. Tra gli interventi – rammenta – ci hanno colpito le richieste provenienti dalle frazioni più lontane, periferie che si sentono staccate dal centro”. Barsanti parla anche di “fallimento della gestione casermette, senza dimenticare che non sono stati portati attrezzi per lo sport sulle mura” e, sul fronte turismo, afferma che “dobbiamo evitare un effetto Venezia o Firenze e non basta sponsorizzare sempre i numeri delle torri. Serve incidere sulle specificità lucchesi: penso ad un museo dei motori, al sigaro toscano, alla cultura del volo ed alla necessità di rinfrancare l’interesse per le nostre tradizioni, come la luminaria o il palio della balestra. La città – conclude – ha enormi potenzialità, in parte espresse, in parte ancora dormienti”.
Ad intervenire, quindi, è il consigliere Massimiliano Bindocci del Movimento Cinque Stelle. “Il tema – la sua analisi – è capire se vogliamo giocare di rimessa oppure no. Ne è emersa una grande volontà di discutere, un dato che non può passare indifferente. Sarebbe interessante, alla luce di tutte queste riflessioni, iniziare una riflessione collettiva. La sensazione – accusa – è che l’amministrazione faccia soltanto quello che le interessano, snobbando chi si oppone o propone altre cose. Dobbiamo continuare a parlare di quanto è emerso, facendo un lavoro di sintesi politica, per non prendere in giro le persone”.
Il consigliere Marco Martinelli (Forza Italia), nel ringraziare tutti gli intervenuti al consiglio straordinario, specifica che “il filo conduttore è stato un appello alla giunta Tambellini per una più concreta attenzione ai problemi del territorio come necessità di nuove infrastrutture che snelliscano il traffico intorno alla nostra città; urgenza di un disegno complessivo per i contenitori ancora vuoti: manifattura Tabacchi, Mercato del Carmine, Pulia, Campo di Marte importanza di riportare residenti nel centro storico; attrarre un turismo di maggiore qualità, puntando sulle nostre tradizioni e specificità, affinché non ci sia lo snaturamento che stiamo rischiando; maggiore attenzione ai problemi dei paesi e delle frazioni abbandonate a se stesse, così come i quartieri; garantire un maggiore decoro urbano ovunque, per combattere il degrado imperante; una maggiore attenzione alla riqualificazione degli impianti sportivi dislocati sul territorio in modo che possano diventare accessibili a tutti dando voce e ascolto a tutte le associazioni che quotidianamente si occupano di questo; cambio di passo nella politica socio-sanitaria dal momento che il sindaco di Lucca è presidente della conferenza zonale dei sindaci”. Secondo Martinelli la maggiore carenza consiste in “una mancanza di visione. Da più parti è stata denunciata l’assenza di un’idea complessiva di città attraverso la quale valorizzare le molte risorse economiche, culturali e sociali disponibili. C’è bisogno di un disegno chiaro e condiviso sulla base del quale compiere scelte e mettere a sistema risorse. Il recupero di un progetto complessivo per far andare avanti la città è così uno dei principali aspetti su cui si sono soffermati i vari interventi. In conclusione l’ottimo esito del consiglio comunale conferma come sia fondamentale anche in futuro avvicinare le istituzioni agli interessi della gente. L’amministrazione comunale deve tornare ad essere con piena convinzione a fianco dei cittadini, non solo a parole ma con atti precisi che riportino al centro dell’azione i valori di una comunità che esige giustamente rispetto e decisionismo verso i tanti problemi che affliggono il territorio. Lucca deve tornare a pensare in grande, di togliersi da dosso la paura di scommettere, di avere la consapevolezza che le sue potenzialità sono enormi e vanno sapute cogliere, di puntare sulla propria identità per essere nuovamente protagonista come si merita”.
Il finale di seduta vede tre ordini del giorno a confronto. Partendo da posizione critica SìAmo Lucca, Lucca in Movimento, Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega firmano un ordine del giorno che impegna il Consiglio e la giunta a creare un organismo di consultazione permanente, di cui possano fare parte tutte le realtà cittadine, e al tempo stesso studiare la fattibilità di una cabina di regia in cui siedano i principali enti, categorie e portatori di interesse che operano a Lucca, per fornire una proposta complessiva sul futuro di Lucca.
Vengono poi proposti altri due ordini del giorno. Uno è quello presentato dal consigliere Bindocci he consiste nella richiesta di non far cadere nel vuoto gli interventi al Consiglio straordinario, ponendo in essere momenti di sintesi politica e nuovi momenti di confronto con le associazioni. L’altro è firmato dalla consigliera Martini: “Il Consiglio – legge – si impegna ad invitare la giunta a proseguire celermente per rispondere alle aspettative emerse, potenziando l’attività di programmazione ed i processi di monitoraggio che facciano di Lucca, da qui al 2030, una città sostenibile, resiliente e sicura. I temi specifici verranno assegnati alle commissioni competenti per materia per gli opportuni approfondimenti”.
Per la minoranza, tuttavia “l’ordine del giorno della maggioranza è un semplice copia e incolla del programma elettorale – come afferma Martinelli – ed una presa in giro verso gli intervenuti al consiglio comunale straordinario. La maggioranza non è connessa con la situazione del territorio che sta amministrando”. Anche Santini rileva che “è stato chiesto un cambio di passo, al quale si è risposto con il copia e incolla del programma elettorale di due anni e mezzo fa”. Il consigliere Bianucci, però, replica che “citare alcuni punti del programma presentato due anni fa è un segno di profondo rispetto ed un processo che manifesta linearità politica. Il resto sono strumentalizzazioni e atteggiamenti pretestuosi”.
L’ordine del giorno proposto dal consigliere Bindocci viene respinto (5 favorevoli, 16 contrari, 2 non voto e un astenuto). Stessa sorte per quello firmato dal centrodestra unito (7 favorevoli, 17 contrari). Passa, invece, con i voti della maggioranza e con il voto favorevole di Bindocci (“per non disperdere del tutto il contributo dei cittadini intervenuti al consiglio straordinario) la proposta presentata dalla consigliera Chiara Martini con un emendamento che ‘apre’ proprio alle richieste del consigliere a cinque stelle con la possibilità di coinvolgimento dell’ufficio di presidenza. L’ordine del giorno passa con 19 favorevoli e 2 voti contrari.
Paolo Lazzari