Campi estivi a Capannori, i dubbi di Fratelli d’Italia

Petrini: “Pronti a presentare un’interrogazione in consiglio comunale”
“Dopo tre mesi di distacco sociale finalmente i nostri giovani potranno ritrovarsi, con l’apertura dei campi estivi, per giocare, per socializzare, per apprendere e conoscere nuove cose in vari ambiti e attraverso diverse attività. Nello svolgimento dei campi estivi però non tutto risulta chiaro e definito”. A parlare Matteo Petrini, consigliere comunale di Fratelli d’Italia.
“In primo luogo – dice Petrini – sembra che i genitori interessati debbano informarsi direttamente da ogni singola associazione organizzatrice del campo estivo, con il ruolo del Comune che appare marginale e con sportello Urp e Sportello Amico che non sembrano per niente coinvolti. Altro dato che stona è la variabilità dei prezzi tra i vari campi estivi, strettamente correlato con i contributi stanziati dal Comune. In questo periodo difficile, riteniamo giusto che l’amministrazione comunale debba fare molto di più, prendendo esempio da altri Comuni, anche limitrofi, che hanno stanziato contributi ben più sostanziosi. Il contributo massimo di 250 euro stanziato dall’amministrazione Menesini è infatti circoscritto a quelle famiglie con un Isee molto basso, a differenza ad esempio di Lucca dove per Isee fino a 30.000 euro vi è la copertura del 100 per cento delle spese”.
“Altra problematica – prosegue Petrini – sorta parlando proprio con alcuni organizzatori, è quella relativa agli educatori da affiancare ai bambini disabili. Perché l’amministrazione non ha pensato di mettere a disposizione i propri educatori, sgravando così gli organizzatori – e quindi i genitori dei bambini frequentanti – di costi e prezzi di partecipazione?
In più, è stato predisposto un patto di responsabilità reciproca tra il responsabile del campo e chi esercita la patria potestà sul minore? E chi sarà predisposto al controllo del distanziamento e all’utilizzo delle norme indicate dagli organi competenti?”.
“Avevamo immaginato che, stante questa situazione – prosegue Petrini – fossero rinnovate anche le location e i soggetti gestori degli scorsi anni, magari coinvolgendo maggiormente le associazioni parrocchiali (donatori, Anspi, eccetera) e facendo in modo che anche gli agriturismi e le aziende agricole, ad oggi in grossa difficoltà, divenissero veri centri di “cultura che nutre”, con progetti specifici per far conoscere i nostri prodotti, utilizzando gli stessi, panificando, cucinando, facendo piccole esperienze nell’ambiente alla ricerca, ad esempio, di erbe alimentari e salutari ed altro ancora. Sono tanti i proclami in soccorso a queste importanti entità del nostro territorio e percorrere questa strada potrebbe essere una prima e importante risposta per dare nuova linfa vitale anche al tessuto agricolo e produttivo del Comune”.
“Tutte questi dubbi e proposte – conclude – saranno oggetto di un’interrogazione che presenteremo in consiglio comunale e dalla quale speriamo di avere risposte e rassicurazioni in tempi celeri“.