Lavori a San Concordio, Bindocci: “Dal Comune omissioni e inesattezze”

30 luglio 2020 | 16:19
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Lavori a San Concordio, Bindocci: “Dal Comune omissioni e inesattezze”

Il consigliere del Movimento Cinque Stelle punta il dito sull’amministrazione: “Intanto si tagliano gli alberi e il sindaco vuole un pensilone enorme di alluminio e cemento”

Lavori per i Quartieri Social a San Concordio. Dopo la risposta all’interrogazione in forma scritta interviene anche il consigliere del Movimento Cinque Stelle, Massimiliano Bindocci.

“La stampa – dice – ha avuto la risposta alla interrogazione sulla questione dei lavori a San Concordio prima di me (mi è arrivata alle 9,15), tra l’altro doveva essere indirizzata anche ad altri colleghi. Vorrei sapere perché l’amministrazione risponde alle interrogazioni prima a mezzo stampa e poi inviandole ai destinatari , anche se devo dire che talvolta non mi risponde proprio, in barba alle norme”.

“Nel merito della risposta della amministrazione – dice Bindocci – condivido le riserve del comitato. Ci sono una serie di omissioni e di inesattezze: dall’altezza del pensilone, perché non si considera che quella piazza coperta svetterà in altezza su tutti gli edifici circostanti, ai problemi sui volumi, ed a quelli sulla copertura. Riteniamo debbano essere approfonditi gli aspetti storici ed archeologici dell’area, che debba essere salvaguardato l’ambiente, va chiarito il ruolo svolto dalla soprintendenza, e ci sono ancora molti punti oscuri”.

“Però quello che emerge sopra ogni cosa è questo – dice Bindocci – Gli alberi vengono tagliati e il sindaco vuole un pensilone enorme d’alluminio e cemento, deturpando il quartiere e seppellendone definitivamente la storia.  Ma la vera novità è la linea autoritaria, la partecipazione è ridotta a ipocrisia, alla petizione non si risponde, i tavoli di confronto non si fanno, i progetti sono presentati come diktat, e per chi dissente c’è l’ordine pubblico. Il coinvolgimento è il grande assente… interessa solo quello della stampa, ed addirittura si passano prima i comunicati ai media che ai destinatari. Direi che è una vergogna. Per dirlo meglio uso tre parole: vergogna, vergogna e vergogna“.