Tirocini Giovani Sì, Roncioni (Tas): “Uno sfruttamento legalizzato e pagato dai contribuenti”

29 agosto 2020 | 15:51
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Tirocini Giovani Sì, Roncioni (Tas): “Uno sfruttamento legalizzato e pagato dai contribuenti”

Il candidato consigliere regionale per Toscana a sinistra attacca il progetto della Regione Toscana

I tirocini ‘Giovani sì’ sono uno sfruttamento legalizzato e pagato dai contribuenti“. Così il candidato al consiglio regionale per Toscana a sinistra Federico Camici Roncioni  interviene sul progetto realizzato dalla Regione.

“Come ogni anno nel periodo estivo le attività commerciali della nostra provincia sono in cerca di lavoratori stagionali, una delle forme lavorative più vulnerabili e soggette a sfruttamento – spiega Roncioni -. Una di queste, da anni ormai legalizzata e organizzata direttamente dalla Regione Toscana, si cela dietro al contratto di tirocinio extra-curricolare denominato Giovani Sì. Si tratta di contratti di ‘formazione al lavoro’ rivolti esclusivamente a persone dai 18 ai 29 anni in cui il compenso viene rimborsato al datore di lavoro dalla Regione Toscana, con l’intermediazione dei Centri per l’impiego. La cifra massima prevista dall’ente regionale è di 500 euro mensili, per una durata di 6 mesi”.

“Se occasionalmente capita che alcuni di questi contratti siano effettivamente formativi e utili per l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro, più spesso assistiamo a tirocini per lavapiatti, aiuto cuoco, lavoratori e lavoratrici nel settore dei servizi e della Gdo, utilizzati come forza lavoro a bassissimo costo in barba alle finalità originali del progetto – va avanti Roncioni -. Grazie a una totale mancanza di verifica e controllo, affidati molto spesso direttamente ai tutor aziendali, i datori di lavoro possono così evitare di assumere lavoratori veri a stipendio pieno, utilizzando i tirocinanti come forza lavoro sostitutiva. Posto che per mansioni di bassa professionalizzazione come quelle elencate una formazione on the job di sei mesi è evidentemente eccessiva (a vantaggio dei datori di lavoro), il dramma sta nel fatto che il rimborso, che è calibrato su mansioni e orari congrui alla formazione dei giovani, va invece a coprire orari full time con doppi turni giornalieri, creando zone grigie di lavoro non retribuito, senza integrazione da parte dell’impresa e senza effettivo sbocco lavorativo con regolare assunzione al termine del tirocinio. Un ennesimo regalo che il Partito Democratico della nostra regione ha voluto fare agli sfruttatori, mascherando come bel gesto finalizzato alla formazione e l’integrazione lavorativa quello che è in realtà un escamotage per autorizzare lo sfruttamento“.