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Ecomafie, Baronti (Si): “Serve cambiare l’attuale sistema di trattamento e smaltimento dei rifiuti”

14 gennaio 2022 | 17:58
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Ecomafie, Baronti (Si): “Serve cambiare l’attuale sistema di trattamento e smaltimento dei rifiuti”

Il responsabile ambiente di Sinistra italiana dopo il rapporto di Legambiente: “Vogliamo un servizio pubblico rispettoso delle normative comunitarie e nazionali sottoposto a monitoraggio e controllo costante”

Ecomafie, la Toscana è sesta in classifica per reati ambientali secondo l’ultimo rapporto di Legambiente. A commentare il rapporto è il responsabile regionale ambiente di Sinistra italiana Eugenio Baronti.

“Ci saremmo aspettati, dopo la divulgazione dell’ultimo rapporto di Lega Ambiente sulle ecomafie impegnate nei traffici illeciti di rifiuti, un sussulto di dignità, una qualche reazione adeguata alla gravità della situazione emersa – spiega Baronti -. Peggio della Toscana, solo le 5 regioni dove tradizionalmente sono radicate le mafie. Abbiamo aspettato qualche settimana nella speranza che qualcosa si smuovesse e, invece, calma piatta e minimizzazione da parte della politica, nella speranza che la cittadinanza dimentichi presto, perché ormai è da mezzo secolo che funziona così. La dimensione del malaffare in Toscana è sconfortante, nel 2019 sono stati commessi 2191 reati e atti criminali consumati ai danni del paesaggio e dell’ambiente. Questo quadro allarmante non è bastato a creare una risposta adeguata alla gravità della situazione per fermare questo scempio contro il nostro paesaggio e contro la nostra salute. Prendiamo atto di questi numeri approssimati per difetto perché riguardano solo i casi accertati e per di più, non è ancora stato inserito il malaffare del Keu che ha coinvolto il comprensorio conciario coinvolgendo la politica regionale ad alti livelli”.

“Smaltire illegalmente i rifiuti genera grandi profitti, anzi, più pericolosi sono i rifiuti e più si fanno grandi profitti. Dagli anni ‘70 si registrano in Toscana disastri ambientali, nei grandi distretti industriali, quello conciario, cartario, chimico, tessile e calzaturiero; milioni di tonnellate di residui di lavorazioni interrati, sversati nei fossi canali e fiumi, smaltiti illegalmente, trasportati in Africa, affondati su carrette del mare in mezzo al Mediterraneo, tutte cose risapute, tante inchieste aperte, quasi sempre seguite da condanne irrisorie, pochissimi anni di carcere comminati per misfatti ambientali – prosegue Baronti -. Non si esce da questa situazione lasciando le cose come stanno, non può essere tutto delegato alla Magistratura, la politica deve fare la sua parte e cambiare l’attuale sistema di trattamento e smaltimento dei rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi che da sempre è stato lasciato alla completa gestione privata”.

“Sinistra Italiana chiede che le società di gestione dei rifiuti sotto controllo pubblico, istituiscano un’offerta di servizio, non in regime di monopolio, per la raccolta e la valorizzazione dei rifiuti speciali (e dei rifiuti speciali assimilati agli urbani) finalizzato al recupero e al riciclaggio e al reinserimento nel ciclo produttivo delle materie prime seconde differenziate e valorizzate – va avanti ancora Baronti -. Vogliamo un servizio pubblico rispettoso delle normative comunitarie e nazionali sottoposto a monitoraggio e controllo costante da quando si ritira lo scarto fino al trattamento e allo smaltimento finale quello più delicato e pericoloso il cosiddetto ‘ultimo miglio dello smaltimento, riciclaggio o riuso’ quello su cui incombe la lunga mano delle mafie”.

“Un servizio dove le imprese potranno aderire su base volontaria con tariffe direttamente proporzionali alle quantità conferite e soprattutto diversificate per tipologia di materiale applicando tariffe con importi inferiori per le frazioni più facilmente recuperabili, in modo da incentivare il recupero e la riduzione alla fonte – conclude Baronti -. L’istituzione di questo servizio di interesse pubblico, rappresenta l’unica soluzione per recuperare il controllo sullo smaltimento e per sottrarre al monopolio privato, la gestione degli speciali che, ovunque, e anche in Toscana, alimenta le ecomafie. Altre vie non le conosciamo e non possiamo più tollerare la finta indignazione di una politica che dura lo spazio di un giorno restando inerte in attesa del prossimo disastro”.