No dalla Corte Costituzionale al referendum sull’eutanasia legale

La consulta boccia il quesito. Marcucci: “Il parlamento trovi la forza per legiferare”. Il sindaco di Porcari: ”Un dovere decidere”
La Corte costituzionale si è riunita oggi in camera di consiglio per discutere sull’ammissibilità del referendum denominato Abrogazione parziale dell’articolo 579 del Codice penale (omicidio del consenziente), più conosciuto come referendum sull’eutanasia legale.
La Corte, fa sapere l’ufficio stampa in attesa delle motivazioni, ha ritenuto inammissibile il quesito referendario perché “a seguito dell’abrogazione ancorché parziale della norma sull’omicidio del consenziente cui il quesito mira non sarebbe preservata la tutela minima costituzionalmente necessaria della vita umana in generale e con particolare riferimento alle persone deboli e vulnerabili”.
La sentenza sarà depositata nei prossimi giorni.
Immediati i commenti della politica sulla decisione della Consulta. ‘
“L’inammissibilità del referendum sull’eutanasia, di cui sono dispiaciuto, non risolve il problema. Il parlamento deve trovare la forza morale di affrontare un tema delicato e fondamentale, per troppi anni colpevolmente rinviato”. Lo afferma il senatore Pd Andrea Marcucci che aveva firmato la richiesta di referendum.
Sul tema anche il consigliere delegato per i diritti del Comune di Lucca, Daniele Bianucci: “Certo, le sentenze vanno rispettate – dice – Ma non nego l’amarezza per il fatto che non ci sia data la possibilità di poterci esprimere per una scelta più umana sul fine vita, così come oltre un milione e 200mila persone avevano chiesto con la loro firma”.
A livello locale fra i primi a intervenire è il sindaco di Porcari, Leonardo Fornaciari: “La richiesta di fare un referendum è il segnale che la Politica parlamentare ha fallito. Non è stata in grado di dare risposte che una parte della società chiede. Se poi il referendum non viene nemmeno ammesso, come è successo da pochi minuti, sul quesito molto “pesante” che riguarda l’eutanasia allora la situazione è ancora peggiore”.
“Come il gioco dell’oca. Tutto da capo – dice Fornaciari – Si riparte e il Parlamento deve provare a fare una legge. Capisco che non sia un tema facile ma anzi è di difficilissima trattazione perché si vanno a toccare corde delicate che investono la morale, l’etica e anche il credo religioso. Ma è dovere di chi ci rappresenta affrontare questi temi senza lasciare dei vuoti totali all’interno dei quali poi le persone che soffrono gravemente si ritrovano da sole.”